Ci sono tanti modi per analizzare il sentiment che alberga nel mondo crypto e Bitcoin. Uno di questi è guardare cosa ne pensano le grandi banche dei titoli quotati in borsa più rappresentativi del comparto. Tra questi non può che esserci Coinbase, unico exchange quotato in borsa.
Goldman Sachs, una delle più importanti banche d’affari del mondo ha appena aggiornato il suo outlook sul titolo $COIN, e c’è di che rallegrarsi, ammesso che si ritengano le analisi di Goldman Sachs valide. Per il gruppo infatti Coinbase ha un futuro assai roseo davanti a sé.
Si parla di target a 282$ per singola azione, con il prezzo che nel momento in cui scriviamo è a 262$, dopo un’apertura molto importante con gain dell’8%. E cosa vuol dire? Vediamo cosa ha detto Goldman Sachs e perché potrebbe essere importante per capire l’outlook che il mondo della grande finanza ha anche su Bitcoin e crypto.
Goldman Sachs non è certamente la prima che passa. E non è al tempo sesso un oracolo che ha sempre ragione. Nonostante ciò però, è bene fermarsi a ascoltare cosa ha da dire, in particolare quando parla di exchange e indirettamente di mondo crypto.
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Goldman Sachs ritiene che l’outlook, il futuro di Coinbase sia più roseo del previsto e ha deciso di aggiornare il suo target a 282$, con un gain rispetto ai prezzi attuali del 20%. Prezzi attuali che tengono già conto dell’ottima apertura a Wall Street del titolo nella giornata di oggi.
Stiamo migliorando il nostro outlook su $COIN passando a Neutrale da Vendi, dato che i prezzi delle crypto sono ai massimi storici e i volumi giornalieri di COIN hanno raggiunto livelli che non si vedevano dal 2021, guidando un aumento delle stime sui ricavi del 48% da inizio febbraio.
Quadro piuttosto chiaro: tutti o quasi sono tornati a fare trading di criptovalute, Bitcoin è ai massimi storici (perché il resto, con qualche rara eccezione, non ci è ancora arrivato) e al tempo stesso Coinbase sta portando a casa una fetta importante di volumi.
Quadro che ci sta, almeno secondo i dati che sono in nostro possesso – anche in termini di volumi – e che ha dunque convinto la grande banca d’affari a essere più morbida nel giudizio verso Coinbase.
No. C’è un punto che manca dall’analisi: i volumi ci sono, ma a nostro avviso quelli retail, che sono i più redditizi per gli exchange in generale, mancano ancora. I volumi dei gestori degli ETF e degli istituzionali rendono una frazione ed è ancora incerto quale sarà il vero ricavo dei servizi di custodia offerti agli ETF stessi.
Al tempo stesso però l’entusiasmo su BTC e più in generale sul mondo crypto, potrebbe effettivamente dare una mano a Coinbase e alle sue azioni.
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