Un altro miliardario, un altro “attacco”, se vogliamo, a Bitcoin senza però che sia stata presa bene la mira. A parlare è Bill Ackman, che scrive un tweet che agita nel profondo gli appassionati di Bitcoin su X e che continuerà a far discutere per i prossimi giorni.
Uno scenario sul mining, sul suo consumo di energia e sull’effetto che questo ha, o potrebbe avere, sui costi energetici e più in generale sul buono stato di salute dell’economia degli Stati Uniti d’America. Uno scenario distopico che però, per fortuna, non è legato in alcun modo alla realtà.
A rendere l’opinione di Ackman molto condivisa è anche la conclusione del magnate, anche se un po’ sarcastica: “Forse dovrei comprare Bitcoin”. Conclusione per molti corretta, per quanto parta da una premessa errata su più livelli. Premessa che ci preoccuperemo di analizzare nel corso di questo nostro primo approfondimento domenicale.
Bill Ackman: “Forse dovrei comprare Bitcoin
Il tweet è di Bill Ackman, che chi segue le cose di finanza conoscerà già. È il fondatore di Pershing Square Capital Management, è tra i personaggi più influenti nell’opinione pubblica finanziaria statunitense e ciò che dice è in genere oggetti di grandi dibattiti.
Uno scenario. La crescita di prezzo di Bitcoin porta all’aumento delle attività di mining e a un maggiore utilizzo di energia, spingendo i costi dell’energia in alto, causando un aumento dell’inflazione e il declino del dollaro, spingendo la domanda per Bitcoin e per il mining, spingendo in alto il prezzo dell’energia… e il ciclo continua. Bitcoin va a infinito, il prezzo dell’energia schizza in alto, e l’economia collassa. Forse dovrei comprare dei Bitcoin.
In linea di principio, potrebbe sembrare un ragionamento corretto. Se il prezzo di Bitcoin sale, c’è più interesse a fare mining, anche con macchine meno efficienti. E questo aumenta i consumi, e questo esercita delle pressioni importanti sui costi energetici.
In linea di principio però soltanto in modo superficiale, perché ci sono tutta una serie di altre questioni nel mining che rendono il quadro di Ackman – che a nostro avviso ha fatto una semplice provocazione – fantascientifico.
Il primo punto è che c’è un collo di bottiglia importante: il mining trasforma energia in hash utilizzando delle macchine specifiche, che non sono infinite e che devono essere prodotte. L’interesse di chi le acquista è ad averle al massimo dell’efficienza possibile.
Il secondo è che anche l’energia è un collo di bottiglia, perché non si può trasportare in qualunque luogo e perché ha dei costi molto variabili anche all’interno dello stesso stato.
Il terzo è che in realtà i grandi miner producono la loro energia, spesso da fonti rinnovabili e che – prendiamo l’esempio del Texas – hanno in realtà un impatto positivo (ovvero hanno abbassato i prezzi dell’energia).
Il quarto è che prezzi dell’energia in salita rendono fare mining Bitcoin meno conveniente e quindi il sistema tende a equilibrarsi.
In molti hanno risposto in maniera invero assai piccata a Ackman, mentre Michael Saylor lo ha invitato a un incontro 1:1 per farsi spiegare come funziona davvero Bitcoin.
Segui tutte le ultime notizie su Bitcoin e crypto sul nostro CANALE TELEGRAM
Un buon segno anche questo?
Chissà. Il fatto che Bitcoin sia di nuovo sulla bocca di tutti, anche se talvolta con toni preoccupati, è chiaramente un segnale del suo ritorno sulla cresta dell’onda.
Sembrano lontani, anzi lontanissimi i tempi in cui tutti non vedevano l’ora di metterlo nel dimenticatoio.
Pensavo di essere solo io un ignorantone e se è diventato miliardario lui lo possiamo diventare tutti. Comunque caro Gianluca dobbiamo imparare a leggere sempre tra le righe quando ci troviamo di fronte a dichiarazioni del genere che non mirano a sollevare polemiche sul consumo di energia ma a distogliere lo sguardo dal problema principale che è l’economia degli Stati Uniti che è vicina al collasso e tenuta in piedi da giochi di prestigio e a screditare o dare la colpa di tutto ciò al Bitcoin. Quando impareranno che bisogna collaborare allora avremmo fatto un primo passo in avanti perchè fino ad ora siano ancora sulla riga di partenza.
il ragionamento non fa una grinza, e credetemi, è quello che fa il 99% dei liberi pensatori (la gente cioè non indottrinata nè pro-btc nè contro btc). La risposta c’è, ma ho dovuto aspettare 4 anni per averla, e me l’ha data (finalmente) davanti ad uno spritz uno che ha provato a distruggere Bitcoin per due anni (dal lato informatico) prima di diventare uno dei suoi più grossi conoscitori, sostenitori e utilizzatori (in maniera concreta). Quando lo sento parlare, non me ne vogliano Zucco e soci, peraltro bravissimi, è a un livello decisamente diverso rispetto a tutti gli altri.
Gli ho detto “ma scusa, mettiamo che un domani il prezzo di BTC faccia un x10, o tho addirittura x100: se l’hashrate fosse nel frattempo rimanesto più o meno quello attuale diventerebbe improvvisamente economicamente vantaggioso minare anche con la scheda del forno a microonde e della lavatrice [era una battuta eh], per non dire con i computer di casa/ufficio: tutti farebbero mining, il consumo elettrico andrebbe alle stelle, la sera e in estate blackout al 100%, cittadini incazzati e interviene il governo e il mining diventa illegale”.
RISPOSTA (ne faccio un riassunto): “un singolo ASIC ha una potenza di calcolo migliaia/milioni di volte superiore a quella di un pc comune. Addirittura i vecchi ASIC difficilmente potranno tornare ad essere competitivi. Perchè la gente si metta a minare col computer di casa servono due cose: 1) come hai detto che l’hashrate non continui a salire, e diciamo che questo è difficile ma non impossibile; 2) che il prezzo di BTC faccia x100’000, non x10 o x100”.
Sono diventato un maxi bitcoiner? No, Giorgio 😛
Però sono tornato ad apprezzarlo, è sostenibile anche sul lungo periodo, non solo sul medio-corto. Se trovate uno come me, lasciate stare discorsi su energia green, autobilanciamenti e discorsi vari, che sono solo un contorno: BTC non può prosciugare (energeticamente) il mondo per il collo di bottiglia degli ASIC, che sono MOSTRUOSAMENTE più potenti del resto. E’ questo che vi consiglio di dire come prima, seconda e terza motivazione a chi obietta che più sale il suo valore più tutti mineranno. Poi per carità parlate anche di energia green, bilanciamento eccetera, ma quesi sono appunto discorsi di contorno, perchè sappiamo che se una cosa fosse vantaggiosa la gente la farebbe comunque, fregandosene di ambiente popolazione leggi eccetera eccetera.
“Il primo punto è che c’è un collo di bottiglia importante: il mining trasforma energia in hash utilizzando delle macchine specifiche, che non sono infinite e che devono essere prodotte. L’interesse di chi le acquista è ad averle al massimo dell’efficienza possibile.”
appunto
bisogna sottolineare che queste macchine specifiche sono ad anni luce di distanza come potenza di calcolo da tutto il resto, altrimenti chiunque sappia che in passato btc si minava dal proprio scantinato continuerà a credere che questo sia un “rischio” ancora possibile se il prezzo sale troppo. No, non lo è, ma non per la bontà umana, per il divario ASIC/resto del mondo