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Crypto: la rete delle GRANDI BANCHE va avanti | Ecco il test

La rete delle grandi banche va avanti. Si chiama Cantor, punta a comunicare anche con altre blockchain, ma ne sappiamo ancora poco.
12 mesi fa
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Ve ne avevamo già parlato a tempo debito proprio su queste pagine. Si tratta di Canton Network, un progetto blockchain che vede la partecipazione di tante grandi banche e che potrebbe essere uno dei prossimi player di un mondo onchain che vedrà una partecipazione sempre più intensa da parte anche dei grandi gruppi finanziari.

A fare gola, dopotutto, è la possibilità di tokenizzare gli asset e i contratti finanziari, e di poterli scambiare comunque su chain distribuite, in termini di potere sul consenso, soltanto a partecipanti super-selezionati. Qualcosa del quale parliamo, anche in via generale, da tempo anche sul nostro Magazine settimanale e che con gli ultimi test riportati da Bloomberg entrerà ufficialmente in una nuova era.

Una nuova era che potrebbe essere un colpo per i network di infrastruttura, su tutti Ethereum, ma anche Avalanche e tanti altri arrivati più di recente? Vediamo insieme cosa c’è in ballo con Canton, cosa è stato fatto, cosa si potrebbe fare e se ci sarà o meno un token.

Canton: si entra nel vivo – condotti i primi test

Sono stati condotti i primi test per quanto riguarda Canton Network, un network che vede la partecipazione di player di primo profilo del mondo della finanza classica. Da Goldman Sachs fino a BNY Mellon, passando anche per Cboe Global Markets. Un network che sarà una chain interoperabile e che ha come obiettivo principale quello dello scambio di asset di livello istituzionale, alla cui creazione e gestione hanno partecipato anche giganti come Microsoft e Deloitte.

Questo almeno secondo le – scarne – informazioni che sono trapelate nel tempo. Cosa che per il momento non è una notizia.

Ad essere una notizia è che sarebbero stati condotti, secondo quanto ha riportato poco fa Bloomberg, i primi test. Circa 350 transazioni di asset, cosa che non avrebbe incontrato alcun tipo di problema.

Ci si troverebbe però sia ancora in una fase di test, sia in netto ritardo rispetto a quella che era stata la tabella di marcia comunicata già l’anno scorso.

Di cosa si tratta nello specifico?

Per i più preoccupati: si tratta di un progetto, forse il più articolato, al quale hanno partecipato grandi gruppi e che vorrebbe essere una sorta di centro ortogonale che permetterà anche di trasferire diversi asset da chain che già esistono ad altre chain che già esistono.

Da un lato è la conferma che l’interesse di una certa finanza c’è – e tanto si è fatto già anche in Europa, principalmente però su reti già esistenti come Ethereum.

Dall’altro lato tanti dubbi, in quanto i dettagli di funzionamento e di quanto si è fatto rimangono in larga parte non aperti al pubblico e comunicati soltanto tramite rari report di giornali amici.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

Vedi Commenti

  • "Di cosa si tratta nello specifico?"
    di roba che si può fare, meglio e con meno overhead, su normalissimi databases.

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    • Una buona risposta, anche se credo gli interessi essere al centro di diverse chain. Però tecnicamente condivido quello che dici

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      • Sì, certo, vogliono iniziare a mettere le mani in pasta, magari con un po' di interoperabilità futura con le blockchain pubbliche.
        E ampie spruzzate di marketing.

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