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Binance: ancora attacchi in Nigeria | Politica contro crypto!

Ancora attacchi a Binance in Nigeria. Spuntano nuove accuse e...
10 mesi fa
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Il caso Binance conto Nigeria si arricchisce di nuovi – e preoccupanti – dettagli. Una questione nata ormai un paio di settimane fa e che vede dirigenti del gruppo ancora in stato di fermo, con il governo di Lagos che continua a incalzare l’exchange, nel tentativo di ottenere informazioni ulteriori. Secondo quanto è stato diffuso da Tech Crunch infatti, il governo locale avrebbe richiesto all’exchange una lista dei 100 utenti maggiormente attivi sulla piattaforma.

In aggiunta, il governo vorrebbe entrare in possesso di una lista completa di movimenti e transazioni, nel tentativo di scoperchiare non si è capito ancora quale organizzazione dedita al riciclaggio e all’attacco della divisa nazionale, il Naira.

Una storia a tinte fosche, dove la politica si incrocia con il mondo crypto e con quello dei suoi operatori e della quale si sta parlando forse però con toni troppo allarmistici, compresa la non-notizia circolata su una presunta multa miliardaria per l’exchange. Una situazione in evoluzione della quale parleremo insieme anche sul nostro canale Telegram.

Le tante accuse verso Binance

La lista di accuse è in realtà molto lunga e vede la partecipazione, per quanto non si sia ancora capito se in termini formali o meno, di diverse organizzazioni legate al potere politico e pubblico. La banca centrale della Nigeria aveva accusato gli exchange di non favorire la riscossione di tasse e ha anche accusato Binance di favorire flussi di denaro illecito, per somme vicine ai 26 miliardi di dollari.

Ed è partito da qui l’iter – ancora una volta non si è capito né quanto formale né quanto in termini di legge – che ha portato due dirigenti locali dell’exchange a vedersi sequestrare il passaporto e di fatto a essere bloccati nel paese.

Binance di contro già dalla scorsa settimana ha interrotto ogni possibilità di utilizzare Naira, la valuta locale, all’interno del suo exchange, così da limitare la superficie d’attacco da parte delle autorità pubbliche.

Questo anche alla luce di accuse, tutte di natura politica, di manipolazione del mercato della valuta nazionale, valuta che è in grande difficoltà da tempo e che sta costringendo la classe politica a trovare nuovi capri espiatori alla velocità della luce, mentre nel paese continua una certa penuria di valuta pregiata estera. Penuria che secondo Bloomberg ha già costretto diversi gruppi internazionali a lasciare il paese.

Crypto delinquenza o facile capro espiatorio?

A mettere le mani sui documenti c’è solo Financial Times, che parla di richiesta da parte delle autorità nigeriane di sistemare la questione fiscale, ancora non si è capito se in termini di utenti o direttamente per l’exchange.

Nel frattempo la scorsa settimana diverse testate locali hanno indicato la minaccia da parte del parlamento di convocare il CEO Richard Teng riguardo eventuali coinvolgimenti dell’exchange nel riciclaggio di denaro e nella facilitazione del finanziamento del terrorismo.

Mentre la stampa classica però si diverte a riportare stralci di un’indagine sugli ennesimi crypto criminali che però non sono stati né formalmente accusati né formalmente condannati, il dubbio che si sia disperatamente alla ricerca di un capro espiatorio è concreta.

Tanto concreta quanto le difficoltà interne tanto politiche quanto economiche.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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