Il mondo crypto viaggia, purtroppo, anche in tribunale. E sarà proprio dai tribunali che emergeranno altri segnali sul futuro di questo comparto. Dato che non tutti possono rimanere sempre aggiornati sugli ultimi casi, abbiamo deciso di offrirti le 5 questioni più importanti per i prossimi mesi, che riguardano exchange, crypto specifiche e più in generale il mondo BTC e crypto in termini di mercato.
Sono cause, tutte, dall’esito incerto e che potrebbero aiutare a definire questioni che sono rimaste aperte da troppo tempo. E, cosa forse divertente per chi dovesse guardarla da un angolo più neutrale, spesso si incrociano con altre cause a parti inverse, ovvero dove l’accusatore diventa l’accusato.
Il teatro principale di queste cause rimangono gli Stati Uniti d’America, con una SEC che durante la guida di Gary Gensler si è attestata al picco dell’aggressione storica verso il mondo crypto. La buona notizia? Non sempre vincono i cattivi, se così vogliamo definire l’azione dell’agenzia governativa USA che si occupa appunto di queste vicende.
Sono cause che riguardano tutte il mercato più importante, più liquido e più rilevante su scala mondiale, ovvero quello degli Stati Uniti. Le elencheremo per sommi capi per permettere a tutti di comprendere a che punto siamo e perché sono importanti. E se c’è qualcosa che non hai capito, vieni a discuterlo sul nostro Canale Telegram ufficiale.
È forse la causa principe dell’intera baracca crypto per i prossimi anni. SEC accusa Coinbase di aver venduto security non registrate. Ovvero in via indiretta accusa tutte o quasi le prime crypto per capitalizzazione (con l’eccezione di Bitcoin e Ethereum (per ora?) di essere contratti di investimento che non sono stati registrati negli USA.
Una posizione che è quella storica di SEC e che teoricamente potrebbe costare molto a Coinbase e anche ai progetti citati, per quanto non esistano cause dirette verso gli stessi nella maggioranza dei casi.
Rispetto alle cause – identiche – che SEC ha mosso verso altri exchange c’è però una novità importante. Coinbase invece di accettare una negoziazione e eventuale multa, ha infatti deciso di giocarsela in tribunale.
Coinbase è passata anche al contrattacco chiedendo a più riprese e utilizzando uno strumento presente nel diritto USA, chiarimenti a SEC sul mercato crypto. Chiarimenti che non sono mai arrivati, il cui tempo massimo è già scaduto e la cui assenza ha portato Coinbase a fare ricorso.
È una pressione importante, verso una SEC che storicamente si è sempre rifiutata di offrire letture chiare della legge.
Dopo la parziale vittoria di Ripple, ci sono ancora questioni da risolvere, per una causa che è cominciata nel dicembre 2020. Come è noto SEC ritiene che Ripple XRP sia una security. E come dovrebbe essere altrettanto noto per i nostri lettori, il giudice Analisa Torres ha ritenuto che almeno le vendite secondarie, ovvero quelle tramite exchange, non sono security e dunque contratti di investimento. Da valutare ancora la posizione del CEO e dell’azienda in relazione alle vendite a investitori istituzionali. I termini sono stati recentemente prorogati e difficilmente ne sapremo di più entro maggio.
C’è grande attesa per la causa in questione, in particolare dagli appassionati di XRP. La causa potrebbe inoltre essere un importante precedente a tutela di tutte le altre crypto citate in giudizio direttamente o indirettamente e considerate da SEC come security.
Binance ha accettato di pagare una multa stratosferica per liberarsi delle accuse del Dipartimento di Giustizia e di CFTC. Da questo accordo però sono esclusi i procedimenti che vedono l’exchange contrapposto a SEC.
SEC contesta a grandi linee le stesse cose che contesta a Coinbase e dunque principalmente la vendita di security non registrate, insieme ad altre accuse di manipolazione dei mercati.
La causa, è bene ricordarlo, riguarda soltanto la divisione statunitense di Binance e non crediamo che, a prescindere dall’eventuale esito, ci saranno grosse ripercussioni. Il nucleo di crypto ritenute da SEC, all’interno di questo procedimento, come security sono in larga parte uguali a quelle citate nel procedimento SEC.
Le cause che abbiamo citato poco sopra sono già esistenti e già a buon punto. Potrebbe arrivarne una quinta a scompaginare gli equilibri negli USA.
Grayscale, società di gestione di capitali e fondi crypto, ha già fatto causa in passato a SEC per aver negato la conversione del suo trust Bitcoin in ETF. Causa vinta, con SEC che ha appunto dovuto accettare tali prodotti sui mercati.
Ora sta montando una nuova situazione, che riguarda i potenziali ETF su Ethereum. Grayscale, nonostante SEC si sia fatta aiutare da una lettera a firma di due senatori, ha deciso di aggiornare la sua richiesta di approvazione, lasciando intendere di essere pronta a andare fino in fondo. E se tale conversione dovesse essere negata, chissà se non rivedremo una riedizione del processo che interessò il trust Bitcoin.
Questa volta però con un precedente importante e proprio contro SEC.
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Abbiamo aspettato per gli ETF BTC e aspetteremo par gli ETF ETH, il mercato comunque ha già fatto capire a SEC cosa vuole rispondendo alla grande alla prima approvazione. Da qui in avanti ogni decisione sarà fatta solo per questioni di interesse, ricordate che il mercato ogni giorno ci da il prezzo e sarà sempre e solo il prezzo di acquisto a stabilire il valore futuro dei nostri investimenti quindi in un mercato altamente volatile bisognerà cercare di acquistare al prezzo più basso possibile e questo lo sanno anche quelli di SEC che nonostante gli attacchi verso il comparto vogliono partecipare al banchetto.