No, gli ETF non si sono rotti, per quanto i grandi numeri della scorsa settimana hanno ceduto il passo a due giornate consecutive di outflow ovvero di capitali in uscita maggiori dei capitali in ingresso. Una situazione nuova, per prodotti che sin dal primo giorno del lancio hanno battuto ogni attesa e che ora però fanno tremare in molti, soprattutto tra i più scettici.
Cosa sta succedendo? È tutto finito? Era tutto un bluff? Si faranno finalmente i conti con un oste infuriato e che ci ha dato da bere fino a causarci questa orrenda ubriacatura? Così come vi abbiamo invitato a prendere con le pinze la capacità di un mercato che comunque vale poco rispetto al totale delle transazioni quando tutto andava bene, vi invitiamo alla calma e a qualche ragionamento sui numeri ora che questi sono avversi.
No, dietro le difficoltà di Bitcoin in termini di prezzo, al netto del rimbalzo poi prontamente cancellato da un’altra sessione terribile durante la notte, c’è da ragionare sui numeri, e su quello che sappiamo sul futuro di questi prodotti. Un futuro che è ancora in divenire e che andrebbe valutato possibilmente con un respiro più ampio.
I numeri si possono tirare per la giacca fino a un certo punto. Noi non siamo mai stati di quelli e anche quando segnalano una difficoltà per Bitcoin e per l’intero comparto, non vi è motivo per nasconderli, o peggio per distorcerli a nostro uso e consumo.
Partiamo dai suddetti numeri. La tabella qui sotto è ricavata dai dati, puntuali e precisi, offerti da Farside UK, che si è fatta carico dell’annoso compito di tenere il mondo aggiornato su questi movimenti.
iShares Blackrock | +75,2 milioni |
Fidelity | +39,6 milioni |
Ark + 21Shares | +2,5 milioni |
Grayscale | -443,5 milioni |
Totale | -326,2 milioni |
Tutti gli altri ETF fermi a zero, senza inflow o outflow, segno che anche le ultime mosse di VanEck che hanno portato le commissioni a zero hanno avuto effetti di breve e brevissimo respiro.
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Sono in diversi, quasi tutti, a ritenere che siano gli acquisti degli ETF ad aver spinto in alto il prezzo di Bitcoin nel corso delle ultime settimane. Questo in senso diretto: gli ETF acquistano, quindi c’è maggiore pressione, quindi i prezzi salgono.
La correlazione del prezzo con le giornate al top per gli inflow non sembrerebbe essere così netta. E in particolare anche in giornate di grande sprint per gli ETF, non è sempre stata la sessione USA a guidare i rialzi.
E questo, per quanto sia stato affermato da una delle parti in causa, rimane una questione a nostro avviso fondamentale.
A certi piani, soprattutto quelli più importanti, c’è bisogno di tempo. Lo conferma di nuovo Matt Hougan di Bitwise, che ritiene che siamo a poco tempo ormai di distanza dall’arrivo di investitori ben più strutturati, con il lavoro certosino dei promotori e dei gestori che è ormai arrivato quasi al termine.
Vedremo: noi rimaniamo della nostra idea di base. Gli ETF produrranno effetti importanti su lassi di tempi più ampi della singola sessione di trading. E di questo potremo avere conferma, o smentita, tra qualche tempo.
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