Gli ETF Bitcoin hanno chiuso un’altra giornata negativa. A pesare sono ancora gli outflow, ovvero le fuoriuscite di capitale, da Grayscale, il fondo che è stato convertito in ETF dopo una vita in realtà piuttosto lunga come fondo non quotato. Un fondo che è partito con oltre 600.000 Bitcoin in dotazione e che invece oggi ne ha poco più della metà.
La convinzione che sta montando, che è supportata da una buona mole di dati, è che si tratti ancora di fuoriuscite dovute a entità in fallimento che, per legge e per decisioni dei giudici, devono scaricare le quote di GBTC. Cosa che però non starebbe avendo grande impatto sul mercato principalmente perché con le liquidazioni almeno una delle entità starebbe contestualmente acquistando Bitcoin, di quelli veri, e non tramite ETF.
Una situazione sulla quale non si potrà avere mai l’ultima parola, dato che i dati possono essere ricavati soltanto per via obliqua, ma che nondimeno è interessante perché comunque di dati a supporto di questa teoria ce ne sono… non pochi.
Partiamo da un ragionamento di base: è vero che Grayscale ha delle commissioni molto più elevate dei concorrenti e che dunque tutti più o meno hanno interesse a uscire. Tuttavia, è anche vero che gli ETF sono quotati da più di 2 mesi e che di tempo per uscire ce n’è stato a sufficienza.
Partendo da questo presupposto, il mistero invece di risolversi si infittisce. Perché viene giustamente da chiedersi chi è allora che sta continuando a vendere per totali che superano le centinaia di milioni di dollari al giorno.
Risposta più verosimile: dato che sappiamo che ci sono diverse entità in fallimento o comunque in Chapter 11 (una procedura fallimentare del diritto USA), è più che ragionevole aspettarsi che siano ancora loro a vendere.
A supporto di tale tesi c’è la teoria diffusa da un account X, che troviamo però molto verosimile, anche perché supportata dai dati.
In breve: Genesis, una delle entità in Chapter 11 di cui sopra, sta venendo le quote di GBTC, perché rimborserà i creditori in kind, ovvero in Bitcoin veri. E questo è dimostrato dal fatto che il gruppo nei suoi wallet ha accumulato nelle scorse settimane oltre 16.000 Bitcoin.
Quindi da un lato si vende GBTC, che a sua volta deve vendere Bitcoin, e dall’altro, contestualmente, si acquistano. Cosa che per l’appunto annullerebbe anche eventuali effetti sul prezzo dovuti alle forti vendite di GBTC.
Rimaniamo inoltre dell’idea che i volumi di inflow e outflow, per quanto importanti, possano avere sul breve e sul brevissimo periodo un impatto piuttosto contenuto. Il mercato di Bitcoin, anche qui parlano i numeri, è molto più vasto degli ETF e difficilmente una giornata no, o qualche giornata no come nel caso di questa settimana, possono avere un impatto significativo.
Per il resto, c’è poco di cui preoccuparsi: sono movimenti fisiologici. E più che guardare agli outflow da Grayscale, ci sarebbe da concentrarsi sul ritorno di Blackrock, che ieri ha incamerato oltre 233 milioni di dollari, cifra importante per quanto lontana dai picchi della scorsa settimana.
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fortunatamente arriva il weekend, cosi per 2 giorni non possono vendere. tiè.