Il mondo crypto non è fatto soltanto di numeri, ma anche e soprattutto di persone. Oggi, sulle pagine di Criptovaluta.it, abbiamo l’onore di ospitare un’intervista con Antonio Sanso, che lavora nella Ethereum Foundation e che all’interno della fondazione si occupa di crittografia.
Un’intervista per saperne di più su come, perché e quanto si lavora nel mondo crypto che conta e anche su come funziona la Foundation al centro (ma senza il controllo, ci dirà più avanti Antonio) dell’ecosistema Ethereum.
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Prima di entrare nel vivo dell’intervista, vi ricordiamo gli standard editoriali delle nostre interviste esclusive. Indicate con C ci saranno le domande, e in questo caso indicate con A le risposte – verbatim e soltanto con minori correzioni ortografiche, di Antonio Sanso.
C: Antonio, fai un lavoro piuttosto particolare e che forse è il sogno di molti. Lavori nell’ecosistema più importante del mondo crypto, direttamente nella Ethereum Foundation. Come sei arrivato a questa posizione? Avevi trascorsi nel mondo crypto? Lavoravi già nel tech?
A: Parto un po’ dal mio background. Ho un dottorato di ricerca in crittografia conseguito all’università di Bochum in Germania ed ho lavorato come senior security researcher per Adobe in Svizzera per oltre 10 anni.
Ad un certo punto sono stato attratto dal mondo crypto per il semplice motivo che dà la possibilità a crittografi come me di vedere il proprio lavoro implementato e live nel giro di pochi anni (o addirittura mesi/settimane).
Quindi nel momento che ho deciso di lasciare Adobe nel 2021 mi sono guardato un po in giro ed ho avuto l’opportunità di unirmi alla Foundation ed ho prontamente accettato.
C: A qualcuno, almeno del vecchio mondo, sembrerà una scelta avventata. Mi spiego: Adobe è qui da decenni e probabilmente lo sarà ancora per i prossimi.
Non hai mai avuto paura di dedicarti a un mondo… un po’ incerto? Hai un piano B nel caso in cui il mondo crypto – o quello di Ethereum, non dovessero diventare centrali nel futuro?
A: Diciamocela tutta, lo spirito di avventura fa parte un po di me. Ho abitato in almeno sei paesi diversi e non ho mai avuto paura di fallire. Il fallimento fa parte della vita (lavorativa e non), l’importante e’ eventualmente sapersi rialzare.
Detto ciò credo molto nel progetto Ethereum ed il fatto di essermi unito all’Ethereum Foundation per cercare di dare il mio contributo alla migrazione da Proof of Work a proof of stake è stato un’incentivo aggiuntivo che ha aiutato la mia scelta. Detto ciò ripeto di ritenermi un privilegiato per avere avuto questa opportunità enorme.
C: La fiducia degli “insider” fa sempre bene allo spirito di tutti. Hai detto di sentirti un privilegiato e noi siamo d’accordo con te.
Sono in tanti a voler lavorare nel mondo crypto e ancora di più nell’istituzione più istituzione di questo comparto. Ma è tutto oro quello che luccica, Antonio? Com’è lavorare per la Foundation? Ci sono differenze con il mondo tech classico?
A: Moltissime. Quella più sostanziale, almeno secondo me sono : in primis la velocità con qui le cose accadono. Il mondo crypto è frenetico, ambizioso fino all’eccesso ed anche un po naive.
Ma paradossalmente molte cose ritenute un po’ campate in aria ed apparentemente non strutturate e borderline impossibili vengono shippate in tempi relativamente brevi.
Se devo citarne un’altra è l’ossessione per l’ottimizzazione del codice. Alcune persone “ucciderebbero” per un gain di qualche millisecondo su qualche routine complessa.
Per finire un’altra cosa è la capacita’ di assorbire in maniera quasi istantanea le ultime ricerche del mondo accademico sul fronte crittografia o computer science. Lavorare nella Foundation è semplicemente fantastico ma probabilmente ci sono altre realtà crypto che lo sono altrettanto.
C: Il fatto che Ethereum abbia una foundation è particolare, se vogliamo, almeno rispetto al funzionamento di Bitcoin. Perché esiste? E pensi che abbia un ruolo di indirizzo preponderante nel futuro di Ethereum sul piano tecnico?
Riesci ad immaginarti un presente e/o un futuro di Ethereum senza Foundation?
A: Un futuro sicuramente. Nel senso che la Foundation per missione ha una durata limitata nel tempo. O almeno, per le mie limitate conoscenze finanziarie se una qualsiasi entità ha solo delle spese senza avere alcun introito, come nel caso della Foundation, la sua vita è destinata a finire, prima o poi.
C: Ecco, qui ci offri la sponda per la prima domanda “piccante”. Quanto si avverte dell’andamento del mercato all’interno della Foundation? Durante l’ultimo bear market, si respirava un’aria più pesante? Quanto impatta il prezzo di Ethereum su progetti e “investimenti”, anche in risorse umane?
A: Mai respirato un’aria pesante fino ad ora. Almeno personalmente non ho mai avvertito o ho avuto sentore che l’andamento del mercato abbia avuto delle ripercussioni sul mio lavoro o quello del mio team.
Detto ciò io ricopro una posizione tecnica. Probabilmente chi ha un ruolo un po’ più manageriale, quindi legata alla discussione del suo budget annuale sarà più legato al mercato del sottoscritto.
C: Anche perché le dotazioni della Foundation sono in $ETH, giusto? Io personalmente non ho mai creduto agli asceti di “mi piace la tecnologia” e che non guarderebbero mai al prezzo. Tu ci guardi? Quanto ti interessa? Pensi anche a altre questioni, vedi l’ETF su Ethereum che potrebbero lanciare negli USA?
A: Se non ricordo male, citando l’ultimo rapporto pubblico della Foundation risalente a circa 2 anni fa la maggior parte degli asset sono effettivamente in ETH. Io guarda al prezzo di ETH ma solo a titolo personale e senza l’ossessione o la FOMO.
Mi interessa il giusto. Quello che è certo è che non sono un trader, nel senso che le mie piccole operazioni sono veramente limitate al momento. Per esempio l’ETF è una questione che guardo poco. Altre cose mi interessano un po di più.
C: Altre questioni di che tipo?
A: Nel senso che come è chiaro dal mio background mi interesso molto di più alle questioni più tecniche del mondo blockchain in particolare la crittografia e la sicurezza.
C: Antonio, possiamo chiederti dei rapporti con il resto del mondo crypto? Ti occupi di Bitcoin? Lo segui? Hai le tue idee sui futuri sviluppi di BTC? C’è qualcosa che avresti fatto in modo diverso? Sei un big blocker o uno small blocker?
A: Parto da Bitcoin. No non mi occupo di Bitcoin, però lo seguo a titolo personale ma non ho molte idee a riguardo.
Se devo però scegliere una cosa che mi piace di BTC è la lentezza, e lo dico in senso positivo. Mi piace molto che il fatto che siano molto oculati nelle scelte intraprese e prima di cambiare ci pensino due volte.
C’è bisogno di almeno un progetto che sia conservativo e BTC è di gran lunga il miglior candidato. Con il resto del mondo crypto (non Bitcoin) ho rapporti specialmente con colleghi ricercatori del mondo crittografico che lavorano per altri progetti per citarne alcuni Filecoin, Polkadot, Cardano, Zcash e cosi via.
C: Antonio, abbiamo già parlato di tanti aspetti. Ti vogliamo però chiedere un consiglio però per tanti che vorrebbero entrare nel mondo crypto, proprio come sviluppatori all’interno di progetti.
Pensi che il treno sia passato? Di cosa bisogna occuparsi e appassionarsi? Che tipo di figure vedi avere più successo nella Foundation ma anche in altri progetti?
A: Il treno non è affatto passato. Secondo me siamo solo all’inizio. La maggior parte delle persone non sa nulla di crypto e ci sono tante persone che non conoscono nemmeno l’esistenza di Bitcoin o Ethereum.
Nel mio modo di vedere le cose (e questo vale per la Foundation, per altri progetti , ma un po’ per tutto) la passione è la cosa principale.
Poi il topic è relativo. Fortunatamente la scienza delle blockchain e’ molto variegata: si va dalla crittografia alla teoria dei giochi, dalla finanza alla sociologia, dall’informatica all’economia e molto altro, Quindi non c’è che l’imbarazzo della scelta.
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L'ha confermato Antonio Sanso che siamo ancora all'inizio e che molti non conoscono neppure l'esistenza di Bitcoin o delle criptovalute in genere e c'è ancora tanta ignoranza attorno a questo settore, tanto che alla domanda di un telespettatore ad un esperto di economia tradizionale in una trasmissione tv, riguardo le criptovalute, è stato liquidato con "é tutto basato sul nulla". probabilmente fra Bitcoin e Bond argentini avrebbe consigliato i Bond.