FATF – la Financial Action Task Force – entità sovranazionale che è la più rilevante per quanto riguarda la lotta al riciclaggio e per il il controllo dei mezzi di pagamento, non è affatto contenta. Di cosa? Di quanti paesi abbiano in realtà ignorato le sue indicazioni per quanto riguarda le restrizioni da applicare al mondo crypto. Secondo quanto è stato riportato da CoinDesk, che ha intervistato il presidente del FTSF T. Raja Kumar, soltanto il 30% dei paesi al mondo avrebbero dato seguito alle indicazioni del gruppo.
Indicazioni che non sono certamente obbligatorie, ma che comunque secondo quanto affermato il presidente dell’entità, potrebbero causare problemi ai paesi che non le seguono.
Un altro capitolo, dunque, sulla difficoltà che certe entità internazionali stanno incontrando nell’implementare regole omogenee e restrittive sul mercato delle criptovalute, nonostante proclami in passato di senso completamente opposto.
Il FATF non è certamente un ente di poco conto. Al suo interno convergono necessità, volontà e indicazioni che pur non essendo obbligatorie vengono in genere accolte con favore dagli stati. È lo stesso FATF che da mesi si batte per normative più restrittive, in particolare in termini di anti-riciclaggio, per quanto riguarda le criptovalute. Normative che però non sarebbero arrivate nel caso del 70% degli stati mondiali.
E secondo il presidente T. Raja Kumar, sarà necessario spingere in questo senso, come indicato da un recente report dell’agenzia.
Al centro i soliti richiami all’utilizzo delle criptovalute e Bitcoin per il riciclaggio di denaro, nel migliore dei casi, e per il finanziamento del terrorismo nel peggiore.
Le nostre raccomandazioni suggeriscono alle diverse giurisdizioni di muoversi per un miglior controllo dei rischi causati dalle crypto in materia di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo, con il consiglio di un regime di licenze per chi fornisce servizi sui crypto asset […] T. Raja Kumar, Presidente FATFTA
Una questione tanto politica quanto tecnica, che continua a dominare il discorso riguardante le crypto in diverse giurisdizioni. Per quanto almeno in Europa siano arrivate norme più restrittive e per quanto in altre giurisdizioni siano attive da tempo, i risultati raggiunti non sembrerebbero essere soddisfacenti per l’ente.
Dello stesso tono, d’altronde, erano stati gli avvertimenti in seno al G20, in particolare durante la presidenza indiana. Appelli ai paesi membri affinché si dotassero di impianti legislativi molto più restrittivi per chi opera nel mondo crypto, che però in larga parte sono rimasti lettera morta.
Tutto questo di fronte a un settore che si evolve alla velocità della luce e che tutti o quasi i principali paesi stanno incontrando difficoltà a normare nel dettaglio.
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ahahahahahah
ciao, puoi spiegarci meglio la risata? Grazie
è sempre uno spasso quando queste stupide agenzie attaccano le cripto e nessuno se li fila di striscio...