Con le principali piazze USA che sono chiuse, a muoversi (anche se non in modo consistente) non ci sono che i mercati crypto e Bitcoin. Mentre il capo di Federal Reserve parlava in quel di San Francisco, Bitcoin ha perso i 70.000$ che aveva ampiamente recuperato proprio nel pomeriggio e viene ora scambiato di poco sopra i 69.000$.
Segno, questo, di una reazione istintiva e di pancia da parte dei mercati più rischiosi, novero del quale continua a far parte tanto Bitcoin quanto il resto della truppa. Ma cosa ha detto Powell? E perché ha innescato una reazione che, per quanto poco veemente, è stata comunque negativa.
Ne parleremo in questo approfondimento e ti invitiamo comunque a venire a parlarne anche sul nostro Canale Telegram, sia insieme alla nostra redazione, sia insieme ai nostri lettori.
Parla Jerome Powell, che invita alla calma per quanto riguarda i tagli ai tassi
Ovunque si presenti, è costretto prima o poi a parlare di tassi di interesse. Dopo l’inflazione più alta degli ultimi 40 anni, e una politica restrittiva che non si vedeva su questi livelli da altrettanto tempo, Jerome Powell di Federal Reserve deve ora navigare il tempo che separa gli USA dai primi tagli ai tassi di interesse.
Tassi che – qui il nostro approfondimento per studiarne gli effetti – i mercati con asset di rischio aspettano ormai da tempo. Tagli che però, come ha ripetuto anche oggi a San Francisco proprio Powell, non c’è fretta di far arrivare.
- Inflazione: si tornerà al target, ma lungo un percorso non agile
Si tornerà certamente in target – e questo è un messaggio anche per chi continua a parlare dell’inutilità del 2% – ma lo si farà lungo un percorso che non sarà lineare. Come hanno dimostrato i dati di gennaio e febbraio in termini di inflazione, il cammino potrebbe essere ancora lungo e certamente non mono-direzionale.
Ci sono buoni dati che arrivano dall’indicatore più apprezzato da Fed, ma è ancora troppo presto per ritenersi vicini al ritorno al 2%. Motivo per cui…
- I dot plot parlano relativamente chiaro – e non vi è motivo di disattenderli, per ora
I dot plot sono grafici molto interessanti, perché riportano le previsioni di chi a potere di voto in seno al FOMC, la riunione che decide i tassi di interesse, per i prossimi mesi e i prossimi anni. Ci saranno, secondo queste previsioni (qui il grafico di Bloomberg), 2 o al massimo tre tagli.
Il vero motivo del contendere ora però è il quando. Maggio è da escludersi e si vedrà se non saranno appunto concentrati sulla fine dell’anno.
Bitcoin perde terreno, ma potrebbe essere una buona notizia
Bitcoin ha corretto, per quanto leggermente, segno che questo tipo di dichiarazioni sono ancora in grado di solleticare gli istinti più… animali dei mercati.
Tuttavia la capacità di Fed di rimanere su tassi piuttosto alti potrebbe non essere un cattivo segno. Si tratterebbe infatti della possibilità di vedere un soft landing con qualche difficoltà in termini di inflazione, uno scenario che tra quelli possibili è forse il migliore.