Il crimine crypto non paga. Dopo i 25 anni di condanna per il CEO di FTX, Sam Bankman-Fried, arriva un’altra storica sentenza che colpisce una vecchia e conosciuta truffa, quella di OneCoin. È la stessa procura che ha condannato, tra le altre cose, SBF a emettere la sentenza.
SI parla di 4 anni di carcere e in aggiunta la confisca di 111.400.000 dollari ai danni di Irina Dilkinska, il cui coinvolgimento nel “progetto” OneCoin era in termini di legal e anti-riciclaggio. Secondo quanto è stato rilevato dalla corte, la stessa Dilkinska avrebbe trasferito 110 milioni verso un’entità alle Isole Cayman, anche al fine di mettere al riparo i proventi dei traffici illeciti legati al token.
Ora la questione sembrerebbe, almeno per questo membro dell’organizzazione truffaldina, essere giunta a termine, con una condanna che forse però non sarà ritenuta esemplare, in particolare dai truffati di questo sistema piramidale che, oltre a perdite di denaro importanti, ha causato anche danni in termini di reputazione all’intera industria.
La condanna infine è arrivata, e i non sapevo non sono serviti a molto. Irina Dilkinska, legata al progetto OneCoin in qualità di dirigente, è stata appunto condannata a 4 anni di carcere e alla confisca di oltre 110 milioni di dollari.
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Una condanna che è dovuta, afferma la corte, dal suo coinvolgimento ai vertici dello schema piramidale OneCoin, con violazioni anche dell’etica professionale. Inoltre, pur essendo a capo della divisione AML del gruppo, avrebbe facilitato il riciclaggio di denaro e sarebbe stata cruciale nella truffa di milioni di vittime.
Un crack, quello di OneCoin, che forse i nuovi arrivati nel mondo crypto non ricorderanno, ma che ha fruttato ai massimi vertici del “progetto” oltre 4 milioni di dollari, per più di 3 milioni di truffati.
Uno dei casi più eclatanti di abuso della popolarità delle criptovalute e che però, almeno per Dilkinska, non si concluderà con una pena esemplare.
Parliamo di cifre che sono nel campionato della truffa perpetrata da FTX, dove però il CEO sconterà una pena di più di 5 volte superiore a quella del legal di OneCoin.
Per quanto possa sembrare che giustizia sia stata fatta, e che neanche il mondo “crypto” sia in grado di far sparire i criminali, rimane di massima importanza imparare a difendersi da questo tipo di attività.
Mai credere nei soldi facili, e quando il nostro ritorno dipende dal portare nel sistema altri investitori, possiamo essere pur certi di avere di fronte un Ponzi Scheme, o una catena piramidale. Qualcosa che finisce, purtroppo per chi ci casca, sempre nello stesso modo. Ovvero con perdite sostanziali se non totali e i propri risparmi polverizzati.
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