USDe di Ethena ha annunciato l’aggiunta di Bitcoin alle proprie riserve per migliorare la stabilità del suo peg, del suo ancoraggio al dollaro. La notizia è arrivata nella tarda serata di ieri e ha innescato, come prevedibile, ulteriori polemiche e un fiume di meme, per i motivi che poi andremo a vedere più avanti nel corso di questo approfondimento.
USDe continua a essere nell’occhio nel ciclone (e nel portafoglio di tanti), dati i rendimenti molto interessanti che vengono offerti almeno in queste ore, con il tema che rimane uno di quelli più discussi, non sempre con toni garbati, anche sui social network.
Dato che è stato annunciato da poco appunto l’inserimento anche di Bitcoin come sottostante, sarà il caso di fare un punto, per quanto sommario, su cosa sta avvenendo dalle parti di USDe e di come funzionerà con l’aggiunta di Bitcoin alle proprie riserve.
In breve, per chi si fosse perso l’ultimo numero del Magazine dove abbiamo affrontato già parte dei rischi insiti in questo prodotto: USDe ha annunciato di voler aggiungere alle proprie riserve anche Bitcoin, che seguirà il funzionamento (con qualche differenza sostanziale almeno a nostro avviso) attuale di USDe.
USDe comprerà Bitcoin spot, ovvero Bitcoin effettivi, e per andare in delta neutral in termini di rischi, ovvero per controbilanciare il rischio della posisizione long, acquisirà contratti short tramite futures su Bitcoin.
Il meccanismo è facile da comprendere anche per chi non ha grande dimestichezza con il mondo della finanza: se Bitcoin cresce la posizione long aumenta di valore. Se Bitcoin cala, la posizione short aumenta di valore e quindi il sistema si bilancia.
In aggiunta, in questo momento (e storicamente), sul mercato dei futures perpetual i long pagano agli short una piccola percentuale e dunque questa operazione dovrebbe costituire un ulteriore fonte di introito per USDe.
Ci sono però delle differenze sostanziali sul meccanismo principale di backing che è stato utilizzato fino a oggi da USDe. Nel caso di stETH/ETH infatti c’è un rendimento aggiuntivo che arriva dallo staking di Ethereum.
Cosa che in questo caso, sulla posizione long, mancherà, e che dunque potrebbe rendere l’esposizione più rischiosa.
Anche se Bitcoin non offre ritorni sullo staking come Ethereum, i ritorni dello staking del 3-4% sono meno significativi in un bull market dove i funding rate sono maggiori del 30%.
Ethena Labs, su X
Questo il messaggio che Ethena ha affidato a X nel giustificare la mossa, aggiungendo che Bitcoin è stato appunto scelto perché offre una migliore liquidità e una duration migliore rispetto ai token in liquid stakign come stETH.
La decisione comunicata tramite X ha offerto il fianco ad un fiume di meme che ricordano come la stessa decisione – quella di usare anche Bitcoin come riserva – fu presa da UST, la stablecoin legata al progetto Terra Luna, che poi finì per fallire trascinandosi dietro tutto il mercato.
Tuttavia, per quanto siamo stati tra i primi a segnalare i rischi insiti in questo prodotto, si tratta di una situazione diversa, che nel corso della prossima settimana andremo a analizzare dati e grafici alla mano.
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