Abbiamo avuto ragione nel ritenere la correzione di ieri un incidente di percorso da imputare più a una reazione di pancia del mercato dopo i dati sull’inflazione che al cambio di fondamentali. Bitcoin è tornato abbondantemente sopra i 70.000$, Ethereum segue con qualche fatica e tanti però dei coin e dei token a alta capitalizzazione piazzano un’ottima performance.
La situazione che si è verificata nelle ultime ore è ottima per fare qualche considerazione sullo scenario economico che ci attende e che potrebbe cambiare il quadro e il sentiment anche su Bitcoin e crypto nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
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Bitcoin si è dimostrato essere più forte anche dell’inflazione USA. Il mostro dei prezzi in aumento – che è direttamente coinvolto poi nelle decisioni di Federal Reserve in termini di tassi, in realtà non ha fatto paura se non per poche ore.
Nel momento in cui scriviamo, Bitcoin sta combattendo intorno a quota 71.000$ e a prescindere dal trasformare o meno in un supporto questo specifico livello, ha dato ampiamente dimostrazione del fatto di essere appunto superiore anche a certi dati macro, che invece terrorizzano quelli che chiameremmo mercati risk on.
Avevamo già qualche dubbio prima, dubbio che si sta trasformando però alla velocità della luce in certezza: Bitcoin non sembra risentire dell’aria, in verità assai pesante, che circonda le prossime scelte di politica monetaria degli Stati Uniti. Ha effettuato un recupero incredibile dai minimi di novembre 2022, a poco più di 16.000$, mentre Federal Reserve avviava la campagna di rialzo dei tassi più veloce e più importante degli ultimi 40 anni. E probabilmente potrà continuare a farlo anche se non dovessero arrivare i tanti sospirati tagli.
Poco più di una settimana fa Bloomberg ha pubblicato un interessante report secondo il quale una parte rilevante del trading automatico in Asia sarebbe basato proprio sui dati di inflow e outflow che arrivano dagli ETF USA.
La cosa sembrerebbe essere confermata anche dai movimenti di oggi. Nella giornata di ieri infatti Grayscale ha fatto registrare i volumi in uscita più bassi di sempre (solo 17,5 milioni, a fronte di una media di 257 milioni giornalieri fino a oggi).
E se parte della corsa di Bitcoin – che era già in recupero – fosse giustificata proprio da questo dato?
Non potremo che tornare su questo punto quando avremo a disposizione più dati, tenendo però bene a mente l’andamento che Bitcoin ha fatto registrare per buona parte di questi 3 mesi (proprio oggi!) di attività degli ETF Bitcoin Spot. Le giornate di grande spunto di questi prodotti ha finito per spingere i rialzi più durante la sessione asiatica che durante quella USA.
Un segnale che dovrebbe far riflettere sull’importanza dell’impatto indiretto, almeno rispetto all’impatto diretto di questi prodotti, che per quanto abbiano già volumi importanti, costituiscono ancora una quota di mercato non preponderante.
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