Ai più giovani piacciono le crypto. Questo è il risultato che arriva da un’indagine di Policygenius e Yougov, che registra una maggiore propensione dei giovani a investire in criptovalute, anche rispetto all’altro mercato risk on, quello delle azioni. Per quanto l’indagine abbia coinvolto poco più di 4.000 americani, si tratta comunque di un risultato interessante, in particolare per chi si interessa di Bitcoin e crypto.
Mania da Bitcoin? Con il ciclo bearish che ci stiamo lasciando alle spalle, e con numeri che comunque tengono su livelli molto interessanti, verrebbe da chiedersi se si possa parlare – come fanno tanti giornali mainstream, ancora di moda, oppure se si tratti di una tendenza quantomeno generazionale.
Un dato che inoltre parla anche di altro: per i più giovani – sia per motivi di età sia per motivi legati all’andamento dei mercati – è sempre più difficile investire nel settore immobiliare, che rimane a quasi esclusivo appannaggio dei più anziani.
Bitcoin e crypto piacciono tanto ai giovani, più delle azioni
L’indagine è stata diffusa da Policygenius, che ricorrendo a YouGov ha intervistato oltre 4.000 americani, analizzando le loro scelte di investimento. I risultati, almeno per chi si occupa di Bitcoin e crypto, sono molto interessanti e soltanto in parte prevedibili.
- Più crypto che azioni
Il dato forse più sconvolgente è questo: i più giovani guardano più alle crypto che al settore azionario. Secondo i numeri riportati dall’indagine il 20% dei più giovani, quelli della cosiddetta Generazione Z, hanno in portafoglio delle criptovalute. E “soltanto” il 18% avrebbero delle azioni in portafoglio.
Per avere un paragone, basterà analizzare cosa invece è vero per i più anziani, ovvero per i cosiddetti boomer, che nel 33% dei casi hanno azioni e soltanto nel 5% dei casi hanno criptovalute o Bitcoin.
Le generazioni più giovani accumulano ricchezza in modo diverso rispetto alla Generazione X e ai boomer, e questo si vede anche in strumenti nuovi come le criptovalute. Questo potrebbe mostrare una maggiore volontà di correre rischi con il proprio denaro, ma è riflesso anche degli ostacoli al di fuori del loro controllo, come quello della mancanza di case [sulle quali investire, NDR].
Myles Ma – Policygenius
In altre parole una scelta sì, ma quasi obbligata, dato che a parità di età, rispetto alle generazioni del passato, la generazione Z si trova a fare i conti, negli States (e anche dalle nostre parti) con un settore immobiliare pressoché inaccessibile per prezzi.
Non più una moda
Siamo in possesso di dati inequivocabili sul fatto che manchi ancora in questo ciclo l’apporto dei cosiddetti retail, ovvero i piccoli investitori. I numeri dunque fatti registrare da questa indagine andrebbero considerati come al ribasso, ovvero numeri che registrano chi è fermamente convinto dell’investimento in questo comparto.
Sarà interessante vedere se, nell’eventualità di un’altra bull run, tali numeri miglioreranno ancora. Per ora comunque Bitcoin e crypto battono azioni. E in un paese dove le azioni sono così popolari… scusate se è poco.
chissà se i figli di federicor/Antonio hanno Bitcoin? 😀 😀 😀 😀
… anche nel caso li avessero riuscirebbero comunque a essere in perdita 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 come quel fenomeno del figlio della Lagarde che compra ma poi se la fa sotto e rivende l’anno dopo alla metà XD
AHAHAHAHAHA che spasso 😀
speriamo non stia ricomprando ora il figlio della lagarde, perché significherebbe bear market in arrivo… ecco, dovrebbe shortare btc in leva 100 piuttosto, almeno saremmo sicuri di arrivare a 100k entro qualche settimana ahahah