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ESCLUSIVA: MiCA rischio per sicurezza stablecoin. Intervista a Paolo Ardoino sul MiCA

MiCA rischio per la tenuta delle stablecoin? Ne abbiamo parlato con Paolo Ardoino!
8 mesi fa
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Paolo Ardoino è stato sulle prime pagine di tutte le testate mainstream negli ultimi giorni, complici i dati che vogliono Giancarlo Devasini, fondatore di Tether, tra gli uomini più ricchi d’Italia. Sulle pagine di Criptovaluta.it torna invece oggi, dopo essere stato nostro gradito ospite più volte, per parlare di temi che forse interessano di più i nostri lettori.

Abbiamo avuto modo di parlare del contenuto, in verità assai preoccupante, di un’intervista del CEO di Tether, che riguarda l’arrivo delle nuove regole sulle crypto in Europa, regole che saranno raccolte nel framework legale MiCA.

Un arrivo del MiCA che cambierà il quadro delle regole anche sulle stablecoin e che, allo stato attuale delle cose, potrebbe lasciare Tether fuori. O meglio, potrebbe lasciare gli europei nell’impossibilità di accedere a Tether attraverso i canali regolamentati. Una situazione complicata e che probabilmente non potrà trovare una soluzione sul breve periodo e neanche sul medio.

L’allarme lanciato da Paolo Ardoino sull’Europa

Quella di The Big Whale è un’intervista che consigliamo a tutti di leggere, dato che ha permesso a uno dei volti più conosciuti del mondo crypto di esprimersi sulla filosofia che anima questo mercato e anche sulle prossime evoluzioni del mondo crypto in Europa, in seguito all’arrivo del MiCA.

Un allarme su quanto si sta facendo in Europa in generale, sia in termini più ampi di libertà, sia in termini più specifici che riguardano direttamente il mondo crypto. Per chi si limita però a operare sul mercato ed è interessato alle conseguenze di questa nuova legge, anzi, di impianto di leggi, non possiamo che partire da una delle risposte dell’intervista di cui sopra, dalla quale poi siamo partiti per un breve approfondimento, chiedendo delucidazioni dirette a Paolo Ardoino.

Se sei un emittente di stablecoin di piccole dimensioni, il 30% delle tue riserve devono essere in depositi cash presso le banche. Nel caso di stablecoin di dimensioni sistemiche come il nostro, il minimo sale al 60%! […] Depositare cash in una banca espone le stablecoin a rischi di bancarotta. Guardate a quanto è capitato negli USA con Silicon Valley Bank. L’unico modo di proteggerti è quello di comprare titoli finanziari come i bond USA. In questo caso, anche se la banca fallisce, hai la garanzia di ricevere i tuoi asset indietro.

Paolo Ardoino, CEO di Tether

Il punto merita un’ulteriore approfondimento. Le regole del MiCA sulle stablecoin appaiono come cervellotiche a tutti o quasi, e, come sottolineato dallo stesso Ardoino, espongono a più rischi rispetto alla situazione attuale.

Ed è su questo che abbiamo chiesto più specificatamente chiesto chiarimenti.

Le nostre domande a Paolo Ardoino

Criptovaluta.it: C’è ancora spazio per le trattative in Europa, nonostante il MiCA sia così vicino?

Paolo Ardoino: Siamo ancora in discussione.

Le trattative dunque affinché Tether possa continuare a operare in Europa sono attive, per quanto PA abbia sottolineato nella precedente intervista che al momento non ci sono i presupposti per vedere Tether regolamentato in Europa sul breve periodo.


Criptovaluta.it: Siete gli unici a sostenere la necessità di rendere più sicuri i depositi a riserve delle stablecoin?

Paolo Ardoino: Sì, i nostri competitor [USDC, NDR] hanno già sbagliato in passato mantenendo riserve cash non-assicurate in SVB e rischiavano di saltare in aria.

Commento: il riferimento è al fallimento di SVB, che prima dell’intervento federale USA rischiava di trascinarsi dietro una parte rilevante delle riserve di USDC, il competitor principale di Tether – qui il nostro approfondimento di allora.


Criptovaluta.it: Nel caso di mancato accordo, gli utenti europei non potranno più utilizzare USDT presso gli exchange regolati in Europa? Pensi che sarà più un problema per gli utenti o più un problema per Tether?

Paolo Ardoino: Gli utenti europei e americani usano pochissimo gli stablecoins. Il 90% delle persone hanno carte di credito e conti bancari. Nei paesi emergenti il 70% in media non ha conti bancari. Non metteremo mai a rischio USDT con decisioni scellerate, come sarebbe quella di fidarci di lasciare cash non assicurato in una banca.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

Vedi Commenti

  • Il sistema, morente, delle banche centrali, attacca, alla cieca, il suo uccisore: le criptovalute! E se la prende con gli anelli deboli: in USA, principalmente, gli exchange, caricati dalla SEC, in Europa le stablecoin, a cui dettano una serie di condizione capestro, per minarne l'esistenza che favoriscono, oltretutto, la finanza classica (a depositare riserve nelle banche si fa solo un grosso favore alle banche!)
    Forse puó essere valida, come difesa, per le stablecoin, la possibilitá di perdere, ufficiosamente, la "stabilitá". Cosí da non dover sottostare alle condizioni inaccettabili poste dall'Europa. Ovviamente chi detiene il progetto potrá sempre cercare di mantenere il valore attorno alla paritá con la moneta base. Il mercato saprá valutare la "stabilitá di fatto", se persistente, se non sará possibile quella "di diritto", "certificabile" (?) tramite regolamentazione europea.

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