AGGIORNAMENTO: Secondo Bloomberg gli ETF su Ethereum e Bitcoin a Hong Kong saranno approvati già lunedì.
Chi non muore si rivede. Si torna a parlare di ETF e si torna a farlo con le analisi di Matrixport, che già ai tempi dell’approvazione degli ETF Spot Bitcoin negli USA… ha lanciato opinioni che hanno fatto discutere. Questa volta però si tratta di opinioni molto bullish, che parlano di 25 miliardi di capitali cinesi che potrebbero finire proprio in Bitcoin. Questo secondo quanto è stato riportato da Coindesk.
Come? Grazie a un programma che permette agli investitori qualificati cinesi di investire in titoli che sono quotati a Hong Kong. Il ragionamento, che proveremo a seguire in questo approfondimento, è certamente cervellotico – e a nostro avviso basato su troppi se. Ma dato che se ne parlerà quasi sicuramente e che altrettanto sicuramente qualcuno lo spaccerà come verità assoluta, è bene sedersi a ragionarci su.
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La questione è particolarmente complicata. Si parte dal fatto che durante il mese di Aprile Hong Kong dovrebbe approvare gli ETF. Cosa che è stata riportata da Reuters e da altre testate ma che è ancora da confermare. Al netto però delle scadenze, sappiamo ormai con una relativa sicurezza che ci sarà un ETF su Bitcoin anche a Hong Kong.
I titoli però non saranno accessibili agli investitori retail cinesi, che non hanno modo di accedervi se non sono residenti a Hong Kong. E ci saranno enormi restrizioni anche per gli investitori qualificati. Limitazioni che possono essere aggirate tramite Southbound Stock Connect, un programma che permette appunto agli investitori professionali di accedere, per quantità limitate, ai titoli quotati a Hong Kong.
Il ragionamento complessivo è il seguente: dato che ci sono 25 miliardi di dollari che possono essere ancora inseriti nel programma rispetto ai massimi fissati dallo stesso, questa finestra potrà essere sfruttata per investire proprio sugli ETF Bitcoin da parte di investitori qualificati cinesi.
Con ogni probabilità sì, dato che non vi è alcuna certezza sul fatto che il gap tra massimi del programma e suo effettivo impiego sia utilizzata dagli investitori professionali per investire in ETF Bitcoin.
Si tratta comunque di una possibilità che è sul tavolo e che se anche dovesse arrivare per quantità minori, potrebbe comunque essere benefica per il prezzo di Bitcoin.
La cosa farebbe il paio con l’enorme interesse che diversi gestori cinesi hanno dimostrato nel voler aprire ETF Spot Bitcoin a Hong Kong tramite loro controllate.
Sarà il tempo a dare ragione a Matrixport, che ha pubblicato questo report oppure a consegnare questa analisi all’insieme delle previsioni sbagliate.
Per ora la cifra, almeno a chi vi scrive, sembra essere eccessiva, dato anche che negli USA, dove il successo è stato indubbio – nella piazza finanziaria più importante del mondo – si sono raccolte in tre mesi cifre simili. Difficile, per intenderci, che un risultato del genere possa essere replicato a Hong Kong.
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