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Bitcoin: la Norvegia dichiara guerra. Stop a mining, con il Grande Fratello dei data center. Cosa sta succedendo?

La Norvegia vuole un anagrafe dettagliata dei data center, per sapere cosa fanno e nel caso cacciarli dal paese, se si occupano di Bitcoin mining.
10 mesi fa
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Il governo norvegese vorrebbe di fatto bandire le operazioni di mining Bitcoin in Norvegia. Questo è quanto viene riportato dal quotidiano VG, che include commenti da parte del ministro della digitalizzazione Karianne Tung e del ministro dell’energia Terje Aasland. Una posizione dura, che farà parte di un più ampio impianto per la regolamentazione dei data center.

L’idea sarà quella di imporre una registrazione a tutti i data center, che dovranno inoltre designare un responsabile e indicare chiaramente la tipologia di dati trattati e di operazioni effettuate.

L’obiettivo è chiaro – dato che viene esplicitato anche da uno dei due ministri coinvolti nel tentativo di normare il settore: decidere cosa potrà essere fatto in Norvegia e cosa invece dovrà spostarsi altrove. Con il secondo gruppo, il gruppo di quelli che dovranno andare via, che sarà quello del mining Bitcoin. O di crypto, come dicono loro.

La Norvegia attacca il mining Bitcoin

L’idea è di quelle assai articolate: normare il settore dei data center, locuzione che include qualunque tipo di attività legata allo stoccaggio o all’elaborazione di dati. Una normativa che avrà un solo obiettivo: quello di sapere quello che avviene all’interno di suddetti data center, per decidere poi chi potrà operare e chi no.

Proporremo una legge che regolerà l’industria dei data center per la prima volta […] La Norvegia sarà il primo paese in Europa a introdurre una regolamentazione dei data center. […] L’obiettivo è quello di regolare l’industria in modo da permetterci di chiudere le porte ai progetti che non vogliamo.

Karianne Tung, Ministro della Digitalizzazione della Norvegia.

A spiegare il punto centrale del discorso ci pensa poi l’altro ministro, quello dell’energia:

È associato a emissioni importanti di gas serra ed è un esempio di business che non vogliamo in Norvegia.

Terje Aasland, Ministro dell’Energia della Norvegia

Il riferimento è al crypto mining, e più nello specifico al mining Bitcoin, ritenuto inutile e dunque non benvenuto nel paese. Questo almeno è quanto ne sappiamo secondo un approfondimento pubblicato da VG.

Quanto mining c’è in Norvegia?

Secondo i dati di inizio 2023 diffusi da Hashrate Index di Jaran Mellerud, si tratterebbe di meno del 3% dell’hashrate globale, un numero non enorme ma comunque importante per il network.

Ad operare nel settore ci sono Bitfury, Bitzero, Bitdeer, Kryptovault e Arcane, insieme a COWA. Gruppi di una certa rilevanza che, se questi dovessero essere gli intendimenti della politica norvegese, finiranno per doversi trovare una nuova casa.

Nuova casa che sarà difficile trovare in tempi brevi, dati i costi molto ridotti per l’energia in Norvegia e anche la possibilità di operare in un paese mediamente freddo e dunque con le macchine per il mining che hanno per forza di cose minori necessità di raffreddamento.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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