Sui nuovi ETF Bitcoin e Ethereum, che almeno a nostro avviso sono stati oggetti di entusiasmi talvolta eccessivi, è intervenuto anche Eric Balchunas, specialista di Bloomberg che ci ha accompagnato anche nel corso dell’approvazione degli ETF Bitcoin – e che è stato ospite anche del nostro Magazine.
È intervenuto sulla questione del momento, fissando dei punti che saranno utili per chi deciderà di prendere delle decisioni di investimento su questi asset – che faranno da sottostante ai prodotti di cui sopra – e che, lo ripetiamo ancora una volta, potrebbe farsi guidare in modo sbagliato dal solito chiacchiericcio che si innesca sui social.
Il punto è quello che avevamo fatto già in diversi approfondimenti degli ultimi giorni: non saranno dei flop, ma saranno comunque una parte infinitesima di quanto sta già avvenendo negli USA, mercato che per dimensioni (e che per passione degli ETF) è di gran lunga il primo a livello mondiale. Una questione che continueremo comunque a dibattere anche sul nostro Canale Telegram ufficiale – insieme alla nostra redazione e ai nostri lettori.
Cosa c’è di buono, cosa c’è di meno interessante in questi prodotti
Il filo dell’entusiasmo nato sui social – e esasperato dal desiderio di procacciarsi like e visualizzazioni – è facile da ricostruire. Sarà Hong Kong a lanciare questi prodotti, e dato che Hong Kong è sotto il controllo politico cinese, e dato anche che è la piazza di riferimento per diversi investitori cinesi… allora Bitcoin e Ethereum saranno… oggetto di grandi investimenti proprio per mano cinese.
Le cose, nonostante in tanti si siano affannati a ripetere questo ritornello, non stanno affatto così. Le tesi che parlano di miliardi sono per ora assai strampalate e tra le altre cose sono state costruite su basi molto fiacche e ignorando le limitazioni che tali prodotti avranno per gli investitori della Cina… mainland. Detto questo, sul tema è intervenuto anche Eric Balchunas di Bloomberg, in un tweet ricco di contenuti che riteniamo interessanti.
Riassumeremo qui i punti salienti di Balchunas.
- Il mercato degli ETF di Hong Kong è di dimensioni ridotte
E questo non è un mistero. Ne abbiamo parlato già tempo fa. Parliamo di circa 50 miliardi di dollari di AUM complessivo. Non esattamente un numero da capogiro. A contribuire a questi numeri non solo le dimensioni ridotte del mercato nel suo complesso, ma anche una minore attenzione, rispetto agli USA, per quanto riguarda gli ETF come strumento nel loro complesso.
- I gestori che sono stati approvati, non sono di grande spessore
Aggiungiamo noi: siamo d’accordo con Balchunas sul fatto che non si tratti di grandi gestori come BlackRock, ma comunque possono muovere delle quantità di denaro, in relazione al mercato di riferimento, importanti.
- Meno liquidità, meno efficienza
Il mercato degli ETF di Hong Kong è meno liquido e meno efficiente di quello USA. Anche in questo caso c’è davvero poco da controbattere. È una realtà fattuale e questo contribuisce a rendere questi prodotti meno attrattivi per il grande pubblico rispetto a quelli quotati negli USA.
- Le commissioni saranno elevate
Balchunas parla di un range tra l’1% e il 2%. Sono molto più alte di quelle degli USA – e saranno con ogni probabilità anche queste di scoraggiamento a chi guarderà a questi prodotti.
Quanto potranno raccogliere?
La stima di Eric Balchunas, che è condivisa da tutto lo staff di Bloomberg, è di 500 milioni circa – anche se non è esattamente chiaro l’orizzonte temporale.
Sono somme che non sono in grado di muovere granché i mercati, per quanto comunque – e anche in questo ci troviamo d’accordo con gli analisti di Bloomberg, si tratta comunque di eventi importanti per il sentiment in generale.