ESCLUSIVA CRIPTOVALUTA.IT – In Svizzera ci sarà presto una proposta che, nel caso in cui dovesse passare, permetterebbe (e obbligherebbe) la Banca Nazionale Svizzera a detenere parte delle sue riserve in Bitcoin. La notizia ha fatto il giro del mondo – e ne abbiamo parlato anche noi – e abbiamo deciso al tempo stesso di cercare di vederci più chiaro.
Siamo andati direttamente alla fonte e abbiamo intervistato per voi Yves Bennaïm, che è la principale anima di questa iniziativa. Yves ha condiviso con noi i motivi, le prospettive future e le motivazioni di una proposta shock, ma che come impareremo nel corso di questa intervista, ha in realtà obiettivi ben più sottili.
E prima di passare all’intervista, non possiamo che invitarti a discuterne anche sul nostro canale ufficiale di Telegram, insieme alla nostra redazione e ai nostri lettori.
La Banca Nazionale Svizzera sceglierà Bitcoin? Il tentativo di Yves Bennaïm
CR.IT: Ciao Yves, e grazie per essere con noi. Da quello che abbiamo capito, hai intenzione di lanciare un’iniziativa popolare per emendare la Costituzione Federale della Confederazione Svizzera e introdurre Bitcoin come riserva valida per la Banca Nazionale Svizzera. Potresti spiegare il tuo ragionamento dietro questa iniziativa?
Yves Bennaïm: Lo scopo di questa iniziativa è principalmente quello di innescare un dibattito sano e democratico, coinvolgendo la Banca Nazionale Svizzera, il governo, i partiti politici e la popolazione, al fine di incoraggiare una migliore comprensione del funzionamento della Banca Nazionale e di Bitcoin.
Penso che sia il momento giusto per avviare questo dibattito, ora, perché
a) Da un lato, dopo più di dieci anni di studio di Bitcoin, sono convinto delle opportunità sociali e politiche offerte dall’adozione di questo nuovo paradigma.
Purtroppo, nonostante molti progressi, vedo che quello di Bitcoin rimane ancora un tema tabù a causa di numerosi pregiudizi legati all’ignoranza e alla scarsa comprensione dell’argomento.
Questa iniziativa apre la porte a una comunicazione e condivisione della conoscenza, a beneficio di tutti sul lungo termine.
b) Allo stesso tempo, ho notato (come molti) alcune disfunzioni da parte della Banca Nazionale Svizzera. Queste meritano di essere discusse più apertamente, e Bitcoin potrebbe aiutare ad aprire la strada per un dibattito pubblico.
c) Inoltre, a parte la situazione economica, sono preoccupato per il futuro della Svizzera, sia a livello interno che internazionalmente, in questo attuale clima geopolitico incerto e teso, e penso che sia importante per la Svizzera prepararsi per il futuro e dotarsi degli strumenti per proteggere la sua sovranità e neutralità.
d) La Svizzera ha una lunga tradizione di avanguardia nei movimenti internazionali, vedi ad esempio la Croce Rossa. Ritengo che l’adozione di Bitcoin da parte della Svizzera sarebbe un’ottima opportunità per dare l’esempio ancora una volta e indicare la strada a molti altri paesi.
CR.IT: La Svizzera, almeno nel settore privato, è uno dei paesi più aperti verso Bitcoin, in particolare come strumento di investimento.
Per il settore pubblico, ci sono già molte amministrazioni locali che hanno abbracciato Bitcoin, come Lugano, Chiasso, così come Zug, come testimonia il suo ruolo nella scena globale delle criptovalute.
Pensi che ci sarà una maggiore resistenza a livello federale? Cosa ti aspetti di sentire dalla Banca Nazionale Svizzera?
Yves Bennaïm: Il governo svizzero non è contrario a Bitcoin. Il Consiglio Federale e la FINMA hanno già adottato posizioni per lo più non ostili dal 2014 in poi, affermando ufficialmente che non si tratta di uno schema piramidale, per esempio, e stabilendo quadri legali e fiscali ragionevoli.
In generale, penso che le reazioni negative a livello federale siano dovute più a una mancanza di comprensione e interesse che a una vera avversione. Le persone hanno paura del cambiamento, e lo status quo attuale non è molto vecchio (la fine del gold standard in Svizzera è avvenuta solo 20 anni fa, nel resto del mondo dagli anni ’50) ma ha un’inerzia importante. Nessuno è a proprio agio con cambiamenti radicali.
È stato lo stesso con Internet all’inizio. È il modo usuale in cui le cose vanno avanti.
Per lo più, penso che il problema che affrontiamo sia la mancanza di interesse. Così come i pregiudizi su Bitcoin che portano a ritenerlo inutile, uno “spreco di energia”, una “complicazione inutile in un sistema che già funziona bene”, roba da geek irrilevante nel mondo più serio degli adulti.
Ma anche questa narrativa sta cambiando, com possiamo vedere dal fatto che Wall Street e altre istituzioni lo stanno adottando, in tutto il mondo.
Oggi, la SNB non può più dire “non pensiamo che sia un investimento sufficientemente buono”, quando vediamo che l’ETF di BlackRock è il più rapido in termini di crescita e uno dei più riusciti che abbiano mai lanciato.
I governi di tutto il mondo stanno prestando attenzione e stanno aspettando il momento giusto per abbracciare gradualmente Bitcoin. Anche la Banca Nazionale Svizzera, molto probabilmente. Tutto ciò che stiamo cercando di fare è aiutarli a mettere il primo piede nell’acqua.
CR.IT: L’impegno di BlackRock nei confronti Bitcoin ha certamente migliorato la sua reputazione, almeno ai vertici della finanza pubblica e privata. Ora, parlando sinceramente, credi che la tua iniziativa finirà per essere principalmente simbolica? O pensi che si possa costruire una solida base di sostegno attorno alla proposta per portarla forse a un vero voto?
Yves Bennaïm: Detta sinceramente, non lo facciamo per il voto finale. Speriamo naturalmente che sia un successo, perché c’è molto lavoro da fare e sarebbe un peccato se non portasse a nulla, MA il voto finale non è il vero obiettivo.
È il viaggio a essere importante, non la destinazione.
Vogliamo che l’iniziativa sia un catalizzatore per il dibattito, la discussione, l’educazione, l’apprendimento, l’insegnamento, il farsi domande, la comprensione. Di Bitcoin, della SNB e dell’economia in generale.
L’obiettivo è raccogliere le 100.000 firme [quelle necessarie per l’iniziativa popolare, NDR], per mostrare che si tratta di un argomento degno e di una discussione che la gente è disposta a fare.
Vogliamo che la SNB e il governo ci pensino e capiscano che questa è la direzione giusta per andare avanti.
In realtà, con iniziativa o senza, sono convinto che la SNB avrà BTC nelle sue riserve entro i prossimi 5 anni comunque, perché è un ottimo veicolo di investimento. E l’iniziativa, se tutto va bene, porterà solo a un voto tra circa 5 anni. Quindi, il suo obiettivo ufficiale sarà quasi “obsoleto” alla fine.
Ma il vero obiettivo saranno tutta l’educazione e l’apprendimento che avverranno durante questi 5 anni.
CR.IT: Grazie mille per il tempo che ci hai dedicato, Yves, e grazie per essere stato con noi e i nostri lettori. Abbiamo un’ultima domanda per te: ci sono molti grandi protagonisti del settore delle criptovalute in Svizzera, come iFinex/Tether con Lugano e simili. Ti aspetti di ricevere supporto da queste entità?
Yves Bennaïm: Grazie per averci ospitato sul vostro giornale e per averci aiutato a presentare il nostro progetto e a offrire contesto e informazioni. Sono contento che i vostri lettori potranno capire meglio da dove veniamo e dove stiamo andando.
In via non ufficiale siamo già stati avvicinati da molte persone e organizzazioni che vogliono sostenerci, ma non ancora pubblicamente, dato che si tratta di un argomento molto politico. Ci aspettiamo che, quando la discussione sarà un po’ meno “calda” e la gente la vedrà come qualsiasi altro dibattito democratico, molte personalità, politici e aziende, si faranno avanti e sosterranno apertamente l’iniziativa.
Ciò che conta per noi è che non si tratta di una questione di “sinistra contro destra”, “Svizzera contro il resto del mondo”, “ricchi contro poveri”, “imprese contro governo”… Non stiamo portando avanti l’agenda di un partito politico né facendo lobbying per un’azienda o un settore. Vogliamo condividere la nostra conoscenza di ciò che riteniamo sia migliore per ogni persona in Svizzera e nel mondo, e Bitcoin può aiutare tutti, indistintamente.