Arbitraggio sulle crypto: un modo per arricchirsi in modo semplice? Oppure ancora una truffa bella e buona con la quale vengono accalappiati appassionati di primo pelo, attirati da guadagni importanti? Come spesso accade – i temi che riguardano i mercati finanziari sono complicati – e ci sarà bisogno di studiare un po’ insieme prima di capire come funziona (e dove potrebbe stare la fregatura).
Prima di partire però due raccomandazioni:
La prima: non è facile fare arbitraggio – anzi, è pressoché impossibile per i piccoli investitori.
La seconda: Sapevi che c’è il canale PREMIUM VIP di Criptovaluta.it dove ogni mese vengono pubblicati, tra le altre cose, oltre 20 segnali di crypto trading con winrate del 90% circa e rendita media 25%? Scoprilo a questo indirizzo.
E in genere chi ha sistemi e forza per farlo… lo fa per conto suo, spesso organizzato in modo professionale. E il fatto che il tema sia così oscuro permette a tanti truffatori o personaggi poco limpidi di costruirci delle narrative impossibili: a tal proposito ti invitiamo a leggere la nostra recensione su Arbismart.
Che cos’è l’arbitraggio?
Nel caso specifico delle criptovalute, l’arbitraggio è un’operazione tramite la quale si guadagna dai prezzi divergenti su un asset (Bitcoin o altre crypto) su due exchange crypto diversi.
Facciamo un esempio: Bitcoin è a 64.500$ su Coinbase e invece a 64.350$ su Bybit. Basterebbe comprare 1 Bitcoin su Bybit e rivenderlo su Coinbase per ottenere 150$ di profitto.
Semplice, lineare: ripetendolo tante volte potremmo tirare fuori delle somme importanti – senza correre rischi. Come sanno però i lettori di Criptovaluta.it – spesso dietro idee troppo semplici per diventare ricchi… ci sono delle magagne. O meglio, non è tutto così lineare. Ma per capire perché questo non sia così facile dovremo studiare un po’ di più.
Come è possibile che i prezzi siano diversi sugli exchange?
In realtà bisognerebbe considerare ogni exchange come una sorta di mercato separato, con un tot di compratori e di venditori. È assolutamente normale che si formino dei prezzi diversi – anche in modo importante. Non è un problema in aggiunta delle crypto: si verifica su tutti gli scambi anche del Forex. O meglio, si formerebbe se non intervenissero i soggetti che fanno appunto arbitraggio.
Quando i prezzi sono molto diversi tra due piazze, c’è chi ha convenienza a fare il giochino di cui sopra: comprare da una parte e vendere dall’altra.
Questo non solo permette loro di ottenere un guadagno, ma al tempo stesso permette ai mercati di tornare in equilibrio. Le operazioni di acquisto alzeranno il prezzo dove è più basso. Le operazioni di vendita lo abbasseranno dove questo è più alto.
L’arbitraggio non è dunque una fantasia dei truffatori: è qualcosa che in realtà esiste, ma che è svolto in larga parte da chi è ben organizzato con infrastruttura e capitali – e questi, almeno per il livello che esiste nel mercato crypto (e anche nei mercati più strutturati), difficilmente è accessibile a noi comuni mortali.
I due diversi tipi di arbitraggio
In realtà esistono due tipi diversi di arbitraggio, che possono coinvolgere diversi exchange o anche i prezzi all’interno di un solo exchange.
- Arbitraggio tra più exchange
È l’abitraggio che individua due prezzi sostanzialmente diversi tra due exchange. Conviene in quel caso comprare da una parte e vendere dall’altra o viceversa, per incamerare la differenza.
- Arbitraggio intra-exchange
Avviene quando i prezzi di due coppie con uno stesso asset sono diversi. Immaginiamo che la quotazione di BTC/USDT e BTC/USDC sia diversa sostanzialmente, converrà comprare con una e rivendere Bitcoin con l’altra.
La cosa può coinvolgere anche più asset a catena, laddove si dovessero creare degli scompensi tra i prezzi di più criptovalute. Immaginiamo ad esempio che la coppia BTC/ETH abbia un tasso che è diverso dal rapporto tra BTC/USDT e ETH/USDT. Si potrebbero creare anche in questo caso occasioni di arbitraggio importanti e in tanti le sfruttano, portando a casa dei ritorni sul capitale investito.
Cosa serve per fare arbitraggio?
Non è semplice mettersi a fare arbitraggio sulle crypto e certamente non si può fare a mano.
- Software
C’è bisogno di un software che verifichi i prezzi, che individui le occasioni di arbitraggio e soprattutto che possa piazzare ordini. Il software si deve interfacciare con le API dell’exchange e poter sia ottenere prezzi, sia al tempo stesso inviare ordini alla piattaforma.
- Capitali
I ritorni dell’arbitraggio sono molto esigui. D’altronde è un’operazione che non prevede, se ben eseguita, dei rischi e di questo dovremo accontentarci. Affinché il gioco valga la candela e che quanto otterremo potrà essere degno dello sforzo, serviranno capitali ingenti. È difficile che operazioni di arbitraggio portino a guadagni superiori a millesimi di quello che abbiamo investito.
- Commissioni basse
E qui è l’altro vantaggio di chi fa crypto arbitraggio a livello professionale. In genere o hanno accordi specifici con gli exchange, oppure sono di livello VIP tale da ottenere commissioni che sono anche 1/10 di quelle che sono pagate da chi si è appena iscritto.
Occhio, perché le commissioni, a fronte di una pratica che rende comunque molto poco per operazione, fanno tutta la differenza del mondo. Spesso anche un bot o un software in grado di fare arbitraggio correttamente potrebbe trovarsi a perdere comunque, perché il margine ridotto verrebbe assorbito dalle commissioni da pagare (tra le altre cose due volte, una per ogni operazione).
I servizi di arbitraggio “automatico”
L’arbitraggio è una cosa relativamente semplice da capire – ma che ha il pregio di avere quel livello di complicazione sufficiente da permettere a tanti di sfruttarlo per la propria narrativa. Ed è per questo che i servizi di arbitraggio automatico di crypto – diverso dal trading automatico – sono un tema che torna, ricorrente, sulle proposte pubblicitarie e spesso da piattaforme non esattamente limpide.
- Come funzionano?
In realtà non lo sa nessuno, perché il grosso degli algoritmi che abbiamo visto proposti da innumerevoli piattaforme hanno sempre mantenuto il gran segreto sul suo funzionamento. Ce ne sono di diversi tipi, dai bot a quelli più semplici ancora, che ti dicono semplicemente di parcheggiare i tuoi soldi, che penseranno a tutto loro. E anche qui andrà fatto un ulteriore approfondimento sul perché chi è in possesso di tecnologie di questo tipo – e le fa girare ormai da anni – abbia ancora bisogno di vendere il proprio software direttamente o tramite servizio.
- Il mito di chi vuole aiutare gli altri
Non siamo certamente tra coloro che non credono nella bontà umana. E che non credono che nessuno possa farci un regalo.
Siamo però tra quelli che quando una proposta è poco limpida e prevede un pagamento, tendiamo a crederci poco.
Non è un’impresa banale: il primo punto che non ci convince è che è in realtà difficile creare software che siano in grado di fare arbitraggio. Siamo in competizione con tutti coloro i quali vogliono appunto fare arbitraggio e che spesso hanno alle spalle trading desk che possono investire milioni. Chi dovesse riuscire in tale impresa, avrebbe ben poco incentivo a vendere il proprio sistema al primo che capita, anche perché, come vedremo davanti, più capitali ci sono in un mercato, più organizzazioni fanno arbitraggio, minori sono i rendimenti.
Non sempre limpidi: è chiaro che un super-sistema di questo tipo non può che essere segreto. Lo sforzo è tanto, l’investimento anche, ed è dunque più che lecito che non si voglia condividere con il mondo come funziona il sistema. Tuttavia quando si compra a scatola chiusa e senza ulteriori spiegazioni, c’è sempre il rischio che si stia comprando una sonora fregatura.
- Bot
Chi vuole cercare di operare nel mondo dell’arbitraggio dovrebbe dotarsi di bot. In vendita ce ne sono tanti, ma anche qui l’offerta è il più delle volte ai limiti del truffaldino. Come sempre vale quanto abbiamo scritto sopra: c’è bisogno di software, buono, ma non è detto che questo sia sufficiente per spuntarla in un mercato che è molto competitivo.
Conviene fare crypto arbitraggio?
Al netto delle fantasie che vengono scritte da chi ha interesse a vendervi qualcosa, in realtà fare crypto arbitraggio è difficile, molto difficile. E anche per chi una parte dell’equazione (il software), potrebbe mancare l’altra.
- Ritorni minimi
I ritorni, come abbiamo già scritto, sono davvero minimi. Si parla di somme sotto il millesimo del capitale investito per operazione. A questo va aggiunto anche il pagamento delle commissioni, che possono essere esose, almeno rispetto ai ritorni minimi che possiamo aspettarci da questo tipo di operazioni.
- Sogni e non solide realtà
C’è l’altro aspetto. Individuare strategie e software che siano validi è difficilissimo, perché questo è uno dei comparti che storicamente è popolato di truffatori di ogni genere e risma.
- Serve impegnare capitali importanti
E con importanti intendiamo di decine di migliaia di euro. Qualcuno verrà fuori dicendo di aver fatto 50 o 100 euro qui e lì con una singola operazione e con capitali inferiori a quelli che abbiamo riportato. Potrebbe anche essere questo il caso, ma sul caso fortuito non è il caso di basare una strategia che preveda l’impiego di capitali.
Potrebbe interessarti leggere anche: Come fare trading algoritmico
Migliori alternative alle piattaforme di crypto arbitraggio
Le migliori alternative sono sicuramente dettate dai normali crypto exchanges, le cui offerte sono estremamente complete ma al tempo stesso esenti da promesse di facili guadagni.
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Altre ottime alternative sono le piattaforme di trading tradizionali, ovvero quelle che permettono di fare trading – anche automatico ed algoritmico – sulle crypto, anche attraverso l’utilizzo di CFD (contratti per differenza).
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Il crypto arbitraggio è una truffa?
Non sempre. L’arbitraggio è in realtà un meccanismo di mercato possibile e anche utile, che permette alle diverse piazze di allinearsi. Tuttavia spesso dietro certe offerte di arbitraggio si nascondono truffe a più livelli, o nel migliore dei casi dei sistemi opachi che hanno come scopo quello di metterti le mani in tasca.
Il nostro consiglio è quello di muoversi sempre in punta di piedi, di fidarsi praticamente di nessuno e nel caso di chiedere aiuto nel nostro canale Telegram Ufficiale.
Pro e contro dell’arbitraggio crypto?
Ci sono pro e contro di una strategia che però – lo ripeteremo fino allo sfinimento – non è un metodo magico per fare soldi.
- Pro dell’arbitraggio
POCHI RISCHI: se il sistema funziona, ci sono effettivamente pochi rischi. Quando si presenta un’occasione, il software interviene e apre e chiude in guadagno.
AUTOMATICO: non c’è bisogno di fare nulla a mano. Ci penserà il software, a patto che questo abbia un senso e sia di buona qualità.
SEMPRE ATTIVO: si può operare sempre, per quanto talvolta il mercato sia più arido di opportunità per chi fa arbitraggio.
- Contro dell’arbitraggio
CAPITALI: per avere dei risultati, oltre al software servono dei capitali importanti. Capitali che essendo impiegati lì non potrai impiegare altrove.
RISCHI: quando si preparano soluzioni fatte in casa o si comprano software scadenti o truffaldini, c’è il rischio che si perda.
TRUFFE: ce ne sono tante. E anche tanti operatori dell’arbitraggio automatico che non sono una truffa… sono davvero ai limiti.
FANTASIE: in tanti si sognano market maker in grado di grattare un po’ dell’enorme mole di denaro che circola sui mercati crypto.
Conclusioni
L’arbitraggio crypto esiste, viene utilizzato da molti operatori ben organizzati ma è un’opportunità quasi nulla per i piccoli “investitori”. Il nostro consiglio è quello di diffidare da proposte che lo presentano come semplice e che provano a venderti qualcosa, anche indirettamente.
FAQ
L’arbitraggio crypto è un insieme di operazioni che permette di guadagnare da scostamenti di prezzo tra diversi exchange o all’interno dello stesso exchange.
L’operazione è molto meno semplice di quanto sembri. E non sempre è accessibile comunque per i piccoli investitori. Nel nostro approfondimento analizziamo in dettaglio cosa di buono e cosa di meno buono c’è nel settore.
Sì, ci sono dei rischi, soprattutto per chi è meno strutturato per capitali e software.