Lunedì 6 maggio si apre per il mondo Bitcoin e crypto e più in generale per i mercati finanziari una settimana priva di dati macro importanti, con gli appuntamenti che potrebbero dare una spinta ai mercati al rialzo o al ribasso che si contano sulle dita di una mano.
Sarà un momento da sospiro di sollievo, dopo una settimana che ci siamo lasciati alle spalle che è stata invece di grandi, grandissime tensioni dovute all’intervento di Jerome Powell a margine del FOMC. Tensioni che ora sembrerebbero essersi risolte, e che stanno lasciando a Bitcoin e al resto del comparto lo spazio per risalire, o meglio, per recuperare i livelli di prezzo all’interno dei quali si stava muovendo prima della terribile settimana.
Cosa possiamo aspettarci dalla prossima settimana? Quali sono i fondamentali ai quali dobbiamo guardare? Ci sono dati che potrebbero impattare in modo importante sui mercati? Oppure potrebbe essere la settimana giusta per una lenta ma incessante risalita, come quella di questo weekend?
Siamo nella settimana di mezzo, ovvero nella settimana che è tra il FOMC a Washington, la riunione che decide sui tassi e tra i dati sull’inflazione, che invece negli USA arrivano a metà mese. E quindi sarà una settimana priva di dati importanti che potrebbero agitare i mercati finanziari e di conseguenza anche Bitcoin e le criptovalute.
Una premessa: questo non vuol dire che il mercati rimarranno fermi, ma soltanto che mancheranno eventi che faranno da catalizzatori per movimenti bruschi sul brevissimo periodo. Sarà, in altre parole, una settimana di trading puro senza quelle ansie della scorsa settimana.
Ansie, durante la scorsa settimana, che in realtà erano state grandemente esagerate dai mercati. Ed è proprio da quel punto che ripartiremo per analizzare il particolare momento di BTC e del resto del mondo crypto.
La prima questione, quella più importante e che probabilmente è dietro questo importante recupero delle ultime 72 ore, è che siamo in una fase più tranquilla, perché per l’appunto tante delle preoccupazioni che avevano orientato i mercati nel corso degli ultimi 7 giorni, si sono rivelate essere eccessive.
Era il grande spauracchio. Ed invece è qualcosa che non succederà. Almeno per ora. O almeno questo è quanto ha affermato, in mondovisione, Jerome Powell.
Dobbiamo riconoscere a Jerome Powell di saper rispondere tra le rime, soprattutto quando punzecchiato. Ai giovani giornalisti dell’audience, Powell ha ricordato di aver vissuto davvero una stagflazione, e che questa voleva dire crescita zero o quasi con inflazione quasi in doppia cifra. Siamo lontanissimi da uno scenario del genere. E mentre Jerome Powell pronunciava quelle parole, è che se i mercati abbiano tutto d’un colpo dimenticato il sortilegio dal quale erano stati ammaliati.
No, non vuol dire nulla di tutto questo. Nelle ultime settimane i mercati sono stati agitati anche da altro, ovvero da fattori geopolitici importanti e ancora incerti. In aggiunta avremo comunque dei dati importanti.
Su tutte quelle in Regno Unito sui tassi di interesse – giovedì – e poi venerdì invece i dati sempre dal Regno unito sul PIL. Giovedì inoltre ci saranno i soliti dati sul mercato del lavoro USA, subito dopo ora di pranzo in Italia. E sono dati che sono ora i più importanti. E da non sottovalutare.
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