È da tempo che su queste pagine e su quelle del nostro Magazine seguiamo la vicenda stablecoin. È da tempo che vi diciamo che sarebbe stato uno dei comparti più interessanti per tutto il settore crypto. Ed è da altrettanto tempo che intervistiamo i protagonisti di questo comparto per tenervi sempre al corrente.
Ora la bontà delle nostre intuizioni è confermata anche da un recente report di Crypto.com che con il suo centro di ricerca conferma le due tendenze più interessanti di questo ciclo di mercato. Da un lato i RWA, real world asset, dei quali vi ha già parlato qui il nostro Ionut. Dall’altro appunto le stablecoin, dei quali vi forniremo un approfondimento dettagliato proprio in questo speciale, cogliendo appunto quanto è stato pubblicato in via speciale anche dal popolare exchange.
Ti ricordiamo inoltre che puoi discutere di tutti gli ultimi trend anche sul nostro Canale Telegram ufficiale. Troverai al suo interno la nostra redazione e i nostri lettori, per la community che cresce più nel mondo crypto italiano.
Per capire cosa sta succedendo al mondo stablecoin sarà il caso di fare qualche passo indietro. Il mercato è oggi dominato da Tether, seguito da USDC. Entrambe queste stablecoin funzionano in modo simile: per ancorare il valore dei loro token a quello del dollaro, hanno in portafoglio titoli di stato USA a breve scadenza, insieme ad altri titoli molto liquidi.
Il problema, o meglio, la superficie d’attacco a questi due giganti è che i rendimenti di tali titoli vengono incamerati dai gestori, senza che agli utenti ne venga nulla.
Uno spazio di superficie che ha visto nascere tanti diversi progetti, che Criptovaluta.it vi aveva già illustrato, spesso in anteprima sul resto del mondo.
Il centro della questione è sempre lo stesso: se ci sono rendimenti dalla gestione di questi prodotti, perché non versarli almeno in parte agli utenti?
Il discorso di base è semplice: gli utenti si dirigeranno verso quei prodotti che offrono dei rendimenti, contro quelli più popolari, come Tether e USDC, che di rendimenti non ne offrono.
Di opportunità ce ne sono diverse, così come sono diversi gli approcci che sono stati proposti negli ultimi mesi sul mercato. Da USDM, fino a a USDE. Con risultati che per il momento sono diversi. E con lo zampino anche di BlackRock, che è arrivata con una sorta di fusione tra mondo stablecoin e mondo RWA.
Di soluzioni sul mercato ce ne sono diverse. Alcune accessibili a tutti, altre solo ai non statunitensi, altre ancora invece riservate agli investitori professionali.
Abbiamo intervistato il fondatore al lancio del progetto in largo anticipo sul resto delle testate, consci del fatto che questo sarebbe stato uno dei trend del nuovo ciclo. È un token che mantiene il suo valore stabile grazie alle riserve in debito USA di breve periodo. E una parte del rendimento viene distribuito ai detentori del token. Interessante, ma nonostante la formula apparentemente vincente, per ora ha raccolto una capitalizzazione di mercato di circa 150 milioni di dollari, dato CoinMarketCap.
I volumi sono piuttosto bassi – mezzo milione di dollari nelle ultime 24 ore – segno che il prodotto sta facendo fatica a partire, almeno rispetto a quello che è diventato il tema del momento, ovvero USDe.
È un token che guadagna dei ritorni importanti mettendo in staking le sue riserve e al tempo stesso incassando i funding rate di posizioni short sugli stessi asset. Basato su Ethereum, ora in cassa ha anche Bitcoin.
Il progetto – che si propone sul mercato come internet bond – ha già raccolto oltre 2 miliardi di dollari di asset. I rendimenti rimangono piuttosto alti, ma è qui che sorge il primo dubbio, del quale torneremo a parlare più avanti.
Il progetto è ormai in fase avanzata ed è apprezzato anche dagli exchange. Bybit – qui la PROMOZIONE ESCLUSIVA per ottenere una carta – lo ha appena inserito come collaterale.
BlackRock ha recentemente lanciato un fondo monetario che investe in prodotti a breve scadenza e cash link, ovvero pari al cash. I rendimenti vengono offerti poi ai detentori del token $BUIDL sotto forma di nuovi token.
È un prodotto che è riservato agli investitori istituzionali e dunque non per il grande pubblico. Ma è sempre un segnale di cosa potrebbe fare il mondo della finanza tradizionale nello spazio crypto.
Per quanto questo sia il nuovo trend, vale quanto abbiamo già indicato nel corso di precedenti approfondimenti. E che è un dubbio sollevato anche dalla ricerca di Crypto.com.
Sono stablecoin oppure prodotti finanziari complessi? Nel caso di USDe, i dubbi sono davvero pochi: è un cash and carry trade, con tutti i rischi che questo comporta. E con la tenuta della stablecoin 1:1 con il dollaro che dovrà essere testata nelle fasi più concitate di mercato.
Per quanto riguarda il fondo $BUIDL di BlackRock, questo è stato correttamente indicato come fondo tokenizzato dal gestore stesso, che infatti offre accesso soltanto a investitori qualificati.
Il percorso per chi vuole tentare di inglobare una fetta dell’enorme business di Tether e di USDC, anche per questioni legate a regole e leggi, potrebbe essere meno agile di quello che poteva apparire sulla carta.
Per gli investitori però, sempre tenendo conto dei rischi, ci sono diverse occasioni da valutare per una distribuzione su diversi asset del proprio portafoglio.
BlackRock aggiunge tante chain per il suo fondo tokenizzato. Ecco quali.
L'inflazione USA fa paura più di ieri e speriamo meno di domani. Ecco come…
Fake news su fake news: per prepararsi alla bull run (anche di Ethereum) meglio…
BlackRock aggiunge tante chain per il suo fondo tokenizzato. Ecco quali.
Bitcoin, dopo i recenti massimi storici, mostra segnali di rallentamento. Possibile correzione o consolidamento…
Il trend following cavalca l'onda del mercato, comprando quando il prezzo sale e vendendo…
L'inflazione USA fa paura più di ieri e speriamo meno di domani. Ecco come…
Fake news su fake news: per prepararsi alla bull run (anche di Ethereum) meglio…