Sì, le elezioni negli USA si fanno sempre più crypto. E le crypto, se vogliamo, si fanno sempre più politiche. Ieri è stata una giornata estremamente tesa su almeno due fronti: uno è quello dei rapporti tra Congresso e Casa Bianca. Il secondo è il fronte elettorale, che vedrà contrapposti Joe Biden e Donald Trump, da ieri ufficialmente con visioni diametralmente opposte anche per quanto concerne il mercato crypto.
Sono due notizie molto diverse che sono però legate da un filo conduttore evidente: negli USA le crypto e Bitcoin avranno uno spazio di enorme importanza nella prossima tornata elettorale. E potrebbero anche essere decisive. O meglio, diventarlo data la guerra aperta che l’attuale amministrazione sembra avergli dichiarato.
È una situazione che, almeno ad avviso di chi vi scrive, avrà tanto un impatto sulle prossime elezioni – l’elettorato che bada alle crypto è consistente – sia invece sul futuro del mercato crypto nella piazza finanziaria più importante del mondo.
La prima delle due notizie dal fronte riguarda la censura di una norma introdotta da SEC e che rende molto più difficile per gli istituti bancari e finanziari detenere crypto e Bitcoin. È una norma che ha introdotto dei requisiti patrimoniali molto restrittivi (in breve i depositi crypto devono essere coperti 1:1 da capitale fiat, anche se è più complicata di così) e che sta frenando la competizione in uno dei settori più importanti per il futuro istituzionale del mondo crypto.
È una norma che non piace a quasi a nessuno, e la Camera dei Rappresentanti, la camera bassa del Congresso USA, ha votato una mozione di censura della norma stessa. Votazione che è avvenuta dopo che la Presidenza, e dunque l’amministrazione di Joe Biden, ha dichiarato pubblicamente che avrebbe opposto il veto presidenziale ad un’eventuale censura.
La cosa non è piaciuta granché al Congresso, che ha comunque votato la censura, e l’ha fatta passare anche con il supporto di 21 membri del Partito Democratico. Il messaggio, tenendo anche conto dei rapporti istituzionali tra potere esecutivo e legislativo, è di quelli forti. E ha messo in minoranza l’amministrazione su un tema, quello delle crypto, che sta utilizzando per condurre una lotta senza quartiere all’intera industria.
Buon segno? Per il mondo crypto certamente sì. C’è chi è disposto a lottare, e c’è una maggioranza anche ai piani alti della politica che non sembrerebbe essere d’accordo con la guerra condotta da Joe Biden e Elizabeth Warren.
Quanto avvenuto nella tarda serata di ieri è stato un incredibile assist per Donald Trump, che mentre si riuniva con un gruppo di appassionati e investitori, nonché gestori di progetti del mondo NFT, ha dichiarato che permetterà donazioni crypto per la sua campagna elettorale.
E al tempo stesso il candidato repubblicano ha chiesto agli appassionati crypto di votarlo, sottintendendo che la sua presidenza sarà più morbida verso il settore rispetto a quella Biden. Messaggi chiari, ai quali in molti non crederanno, ma che comunque testimoniano come le crypto siano diventate materiale da elezioni presidenziali.
Un assist per Donald Trump? Finirà in gol dato che è tanto facile spingere una palla del genere in rete? Lo scopriremo soltanto a novembre, quando appunto si voterà.
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Si fanno tutti i loro conti, ovviamente. Qualunque cosa esca dalla bocca di un politico è detta solo e soltanto per il proprio elettorato (o per accaparrarsene un altro pezzettino).
I DEM puntano tutto sul "Crypto? Roba per criminali", che comunque fa ancora molta presa sul cittadino medio (cioè disinformato). Peccato che così si giocano una larghissima fetta di giovani, che usano e conoscono le crypto - anzi ci vedono il loro futuro.
Brutto da dire, ma i DEM di tutto il punto stanno diventando il partito dei vecchi e dei reazionari (e non solo in America). Totalmente perso ogni contatto con gioventù, politiche sociali e pacifismo. RIP