Venite a parlare con SEC. Questa è la frase che Gary Gensler ha ripetuto agli operatori del settore crypto decine se non centinaia di volte in pubblico. Una frase che lasciava intendere che in realtà erano gli operatori del mondo crypto a evitare ogni tipo di contatto con le autorità. Una tesi però già sbugiardata da Coinbase, che ha confermato di essersi incontrata con SEC più di 10 volte.
E che ora viene sconfessata anche da Robinhood. Il CEO del gruppo, Vlad Tenev, ha infatti confermato di aver incontrato SEC per 16 volte, tutte al fine di comprendere quale sarebbe potuto essere il percorso affinché il broker si registrasse anche come scambio di crypto.
La risposta di SEC? Una Wells Notice, che è appunto il documento che indica l’avvio di indagini. Un caso dunque in tutto e per tutto identico a quello di Coinbase e che testimonia, oltre ogni ragionevole dubbio, l’assoluta assenza di qualunque volontà di collaborazione da parte di Gary Gensler e della sua agenzia.
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Sedici incontri per farsi indagare
Sembrerebbe uno di quei film che raccontano le epoche più buie del potere costituito. E invece è la realtà odierna del mondo crypto nella prima economia del mondo, quella degli Stati Uniti.
Secondo quanto Vlad Tenev, CEO di Robinhood, ha raccontato a CNBC, ci sarebbero stati tra il gruppo che dirige e SEC, l’agenzia che si occupa di vigilare sui mercati finanziari.
Sedici incontri limitati alla questione crypto – e dunque non in generale sulle altre (tante) attività del broker in questione.
Purtroppo, conferma Tenev, la volontà di avere un’interlocuzione possibilmente positiva non è stata reciproca. E ci si trova ora, tutti insieme nell’industria, a far fronte di nuovo ad accuse gravi e che potrebbero costare miliardi di dollari in multe.
Non è la prima volta che…
Leggenda vuole che Gary Gensler sia un tipo piuttosto vendicativo. E che non apprezzi quando in pubblico si osa contestare l’autorità di SEC o il suo modus operandi. L’anno precedente all’arrivo della Wells Notice, il capo della divisione legale di Robinhood si era lamentato durante un’audizione del Congresso proprio della scarsa possibilità di incontrare SEC e discutere concretamente sul da farsi.
Cosa che evidentemente a Gensler, anche questa volta, non deve essere andata a genio. E che ha risposto dunque nel modo classico con il quale risponde SEC sotto la sua guida. Indagini poi e causa dopo. Causa che però non è detto che vedrà SEC emergere come vincitrice.