Cos’è successo all’ETF Ethereum Spot di Ark e 21Shares? Poco prima che chiudessero i mercati venerdì, è stato diffuso un aggiornamento del form S-1, il form che deve essere approvato da SEC e che include tutti i dettagli sul funzionamento di questo prodotto finanziario.
E c’è una novità importante: ARK ha rimosso la possibilità, per l’ETF, di fare staking. È una questione il cui inserimento – in passato – aveva destato più di qualche perplessità anche in chi vi scrive – e la cui rimozione a poco dalle scadenze che contano… apre a nuovi scenari.
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L’ETF su Ethereum di ARK+21Shares, società che hanno già in co-gestione un ETF Bitcoin negli USA, è stato aggiornato.
Si tratta del form S-1, uno dei due che è necessario far approvare a SEC prima di poter quotare il titolo sulle piazze statunitensi. L’aggiornamento è interessante da diversi angoli.
La notizia più importante è che l’ETF ha rimosso la possibilità di fare staking dei fondi che raccoglierà: è una novità che era stata aggiunta da ARK (e in verità da altri gestori) e che aveva sollevato più di qualche… dubbio tra gli specialisti.
È noto infatti che SEC ha già dei problemi con lo staking, in particolare quando fornito a terzi, come è emerso anche dalla causa tra l’agenzia stessa e Kraken.
L’altro angolo interessante è il timing: perché aggiornare ora un form per un prodotto in scadenza a breve e che la maggioranza degli analisti ritiene impossibile da approvare sul breve periodo?
Potrebbero esserci stati degli incontri tra SEC e ARK? Sono quegli incontri necessari per limare il prodotto secondo i desideri dell’agenzia guidata da Gary Gensler. Potrebbe essere questo il caso? Teoricamente sì, per quanto nessuno – anche tra i più informati – abbia ricevuto comunicazioni in tal senso. Sì, gli incontri possono essere segreti, ma difficilmente rimangono così segreti.
Chiaramente in senso metaforico. Rimuovendo lo staking 21Shares e ARK toglierebbero una scusa a SEC per rigettare il prodotto. C’è da dire però che sono diversi i prodotti che in realtà lo staking non lo hanno mai inserito. E che dunque avrebbero potuto fare da cartina tornasole delle intenzioni di SEC.
Mancano comunque 12 giorni alla prima delle scadenze, quella di VanEck. Sono in pochissimi a puntare su una pronta approvazione di questi prodotti, che secondo diversi specialisti – su tutti Eric Balchunas – potrebbero avere bisogno di un cambio di inquilino alla Casa Bianca.
Le elezioni negli USA saranno in novembre – e ci vorrebbe comunque, anche nel caso di sconfitta dem – del tempo prima di vedere una SEC più aperta verso il mondo crypto.
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