La si può pensare come si preferisce su mixer e semi-mixer, ma quanto avvenuto oggi in una corte europea, e precisamente nei Paesi Bassi, potrebbe essere lo spartiacque legale, il punto di non ritorno, il momento oltre il quale chiunque scrive codice potrebbe essere ritenuto responsabile di come questo viene poi utilizzato. È il caso di Alexey Pertsev, che è stato condannato a 64 mesi, proprio come richiesto dalla pubblica accusa.
Il suo crimine? Il riciclaggio di denaro, dato che avrebbe creato Tornado Cash che, tra le altre cose, sarebbe stato utilizzato anche da criminali incalliti. Una posizione che in superficie potrebbe anche apparire come sensata, ma che in realtà nasconde interpretazioni estremamente preoccupanti.
Interpretazioni preoccupanti che si tratti del mondo dei mixer su Bitcoin, come accaduto a Samourai negli USA, oppure dei mixer Ethereum, come accaduto appunto a Pertsev per il suo Tornado Cash. Una questione che ti invitiamo a venire a discutere sul nostro Canale Telegram Ufficiale, anche insieme alla nostra redazione.
Tornado Cash è nel mirino delle autorità USA da tempo. È entrato da mesi nella lista nera di software da bandire con le buone o con le cattive e questo ha portato all’arresto dei due personaggi più rappresentativi di questo software, o meglio, sarebbe il caso di dire di questo smart contract.
Alexey Pertsev ne paga il salatissimo conto: 64 mesi di carcere, ovvero 5 anni e 4 mesi, per aver partecipato al riciclaggio di denaro avvenuto tramite Tornado Cash.
Peccato che l’unica cosa fatta da Pertsev è stata quella di creare il sistema, magari conscio del fatto che lo avrebbero potuto utilizzare anche dei criminali.
E per questo, secondo gli scampoli che abbiamo letto da una delle migliori giornaliste del settore, condannato ad una pena lunga e certamente importante.
Una dichiarazione di guerra ai servizi di privacy, che ora mette a repentaglio la libertà di chiunque abbia partecipato come coder a progetti come TOR (che pur si è già difeso in più occasioni), Monero, ma anche volendo Bitcoin e qualunque altro sistema cripto.
E a poco conta per una corte del continente dei diritti, l’Europa, che tutto sia partito da decisioni di un ente poco democratico, non elettivo e che per oscuri motivi esercita ormai un controllo totale dei movimenti di denaro nazionali e internazionali, ovvero il FATF.
È una giornata particolarmente triste, che ci ricorda che quanto il mondo crypto – a partire da Bitcoin – ha provato a regalare al mondo non è ancora scontato – e che anzi è sotto attacco come non mai da parte delle autorità di mezzo mondo.
Da chi vi scrive non può che partire un grido di allarme: se scrivere codice sarà ritenuta potenziale attività criminale, vivremo nel giro di pochi anni in una società meno libera e più pericolosa per la libertà di ciascuno, soprattutto di chi criminale non è.
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Vedi Commenti
Sul fatto che sia assolutamente assurdo mettere in galera chi programma un mixer sono perfettamente d'accordo. Come con un qualunque sistema per proteggere la privacy delle persone.
Sul fatto che scrivere codice non possa mai essere considerato un reato invece assolutamente no. "Scrivere codice" lo puoi fare per attaccare server, privati, creare i peggio virus/trojan e chi più ne ha più ne metta. E se questi non fossero reati non so cosa dovrebbe esserlo
Prima dicono che le crypto sono truffe per ingannare gli allocchi, denaro finto, schemi ponzi, cioè il nulla. Poi condannano a 5 anni una persona che ha programmato uno smart contract che mixa quello che per loro è il nulla. Da mettere in galaera con 5 ergastoli sarebbe quello che ci ha costretto a cliccare 150 volte al giorno gli avvisi per i cookie
I "criminali incalliti" che attualmente gestiscono il meccanismo di usurpazione della sovranità monetaria statuale, invece, stanno benissimo e vi salutano con grandi pernacchie (sotto la guida affettuosa del Consiglio Superiore di Bankitalia).