Bitcoin e crypto sono diventate il centro di un’importante battaglia politica negli Stati Uniti. Non solo a livello federale, ma anche a livello statale, dove sono diversi appunto gli Stati che stanno cercando di combattere a difesa del comparto. Ultimo, ma non ultimo in termini di importanza, l’Oklahoma, che ha appena approvato una legge a tutela dei diritti di chi ama Bitcoin e lo utilizza.
È una legge in controtendenza, almeno rispetto all’aria che si respira a livello federale, con gli attacchi che sono stati diversi da parte della locale amministrazione, sia verso i miner, sia verso chi sviluppa soluzioni per la privacy.
Presto invece i cittadini dell’Oklahoma potranno contare dunque su un nucleo legislativo che proteggerà tutti i loro diritti. E non solo quelli di Bitcoin, ma quelli degli utenti delle criptovalute in generale.
Il testo approvato in Oklahoma
Per chi vuole il testo completo, è disponibile qui in lingua inglese. Noi procederemo invece all’analisi di quanto viene offerto, punto per punto, a tutela di Bitcoin, delle criptovalute e più in generale dei loro utenti.
- La prima nota: non si parla di criptovalute, ma di asset digitali
Poco male, il riferimento al mondo delle criptovalute e di Bitcoin è chiaro, evidente, e non ci sono dubbi a riguardo.
- Impegni dello stato dell’Oklahoma
È lo stato dell’Oklahoma, all’interno della legge, a impegnarsi affinché non vengano mai proibiti diversi degli utilizzi possibili di questi asset. E nello specifico:
- No limitazioni all’autocustodia
- No limitazioni all’utilizzo delle crypto come mezzo di pagamento
- No tasse aggiuntive per l’utilizzo di criptovalute come mezzo di pagamento
- No limitazioni per il mining domestico, se non per quanto concerne i livelli di rumore
- No limitazioni per il mining “industriale”, a patto che sia in zone appunto riservate alle attività industriali
- Nessuna norma specifica o peggiorativa in termini di inquinamento acustico per i miner
Per quali criptovalute è valido?
Per tutte, anche se il mining concernerà principalmente quelle criptovalute che fanno ancora ricorso a sistemi in Proof of Work, dunque in primis Bitcoin, ma anche Bitcoin Cash, Dogecoin e tante altre, anche di generazione più recente come Kaspa.
Nel complesso la normativa è diametralmente opposta a quanto abbiamo visto in altre aree degli USA, e in particolare a New York, dove invece ai miner sono state imposte restrizioni aggiuntive anche rispetto ad industrie che per consumi e tipologia di attività sono simili.
Per gli utenti “normali”, sarà interessante vedere come si dispiegherà la tutela al diritto di auto-custodia, anche questo obliquamente sotto attacco in diverse giurisdizioni. Tanto negli USA quanto altrove.