Parigi val bene una messa. E le elezioni valgono bene degli ETF Ethereum che una larga parte del Partito Democratico USA ha cercato di ostacolare con tutte le sue forze. Sì, le crypto sono diventate loro malgrado anche politica. E a farne le spese potrebbe essere il desiderio di essere rieletto alla Casa Bianca di Joe Biden.
Lo psicodramma che si sta consumando in queste ore lascerà, per quanto notoriamente abbiano memoria assai breve, un segno almeno nell’elettorato che ha fatto delle crypto una questione sulla quale non era e non è disposto a transigere. E, come dicono ad altre latitudini, rimettere il genio nella lampada dopo che lo si è fatto uscire, potrebbe essere impresa assai ardua.
Sul nostro Canale Telegram stiamo seguendo da vicino il processo di approvazione degli ETF Ethereum, un processo che si è fatto politico e che richiederà, anche in caso di approvazione, qualche risposta dalla politica più alta e potente al mondo, quella degli Stati Uniti.
Proteggere gli investitori. O forse è meglio vincere le elezioni
Gary Gensler ha approvato soltanto 4 mesi fa i primi ETF su Bitcoin spot. Lo ha fatto malvolentieri, dato che nel comunicato di approvazione ha ricordato, a chiare lettere, che mai avrebbe approvato prodotti del genere se non fosse stato costretto dalla pronuncia delle corti.
La questione su Ethereum appariva fino a ieri ancora più ingarbugliata. Neanche una telefonata ai gestori, neanche un commento, nulla di nulla. Segno che Gary Gensler avrebbe tenuto il fronte, a qualunque costo, e al netto delle lamentele che arrivavano dagli appassionati.
Ieri, all’improvviso come nei grandi film, la svolta. SEC ha preso la cornetta e ha iniziato a chiamare i gestori che erano in attesa di approvazione. Ha dato come tempo massimo le 10 di oggi per avere dei prospetti aggiornati (con delle piccole modifiche) e scurdammece o’ passat.
Un passato che però chi non vuole farsi prendere in giro – permetteteci l’opinione tanto vigorosa quanto personale – non dovrebbe dimenticare.
- Cosa è cambiato in 10 minuti?
Gary Gensler ha ricordato in ogni occasione che il mandato di SEC è quello di proteggere gli investitori. Ammesso che il no agli ETF su Ethereum fosse maturato all’interno di queste convinzioni, cos’è cambiato esattamente nel giro di pochi minuti? Gli investitori non vanno più protetti perché c’è qualcosa di più importante all’orizzonte, e cioè le elezioni?
- Perché trattare così dei gestori?
Quando si parla di crypto, vulgata vuole che SEC non si faccia mai trovare al telefono. Anche quando è BlackRock a chiamare, che pur conta qualcosa ai piani alti del partito attualmente al comando.
È necessario un trattamento del genere? È davvero auspicabile vivere in un mondo dove il più potente regolatore del mondo gioca a nascondino?
- Che tipo di pressioni aveva ricevuto SEC in senso contrario?
Sono in diversi tra i grandi nomi del settore altcoin che hanno lamentato in passato attività di lobby da parte di un noto accumulatore seriale di $BTC. Sì, è chi pensate voi, e ha agganci potenti a Washington. O comunque più potenti evidentemente di quelli che possono sfruttare altri progetti.
Al netto della bontà e superiorità o meno di Bitcoin, è davvero necessario muoversi in questo modo? Che tipo di pressioni sono state esercitate? Perché sono venute meno nelle ultime ore?
Domande che nessuno farà mai, e che anche fossero fatte, rimarrebbero senza risposta
Dato che l’elettorato tende a dimenticare alla velocità della luce quanto accaduto, sarà difficile vedere qualcuno fare certe domande a chi è responsabile, anche politicamente, di quanto avvenuto.
Non avverrà, o almeno questa è la nostra previsione. Certo è che un’agenzia governativa così potente dovrebbe sempre tenere in equilibrio onori e oneri. Sui primi, dato il gusto per la comparsata in TV di Gary Gensler, siamo più che forniti. Sulla seconda, permetteteci un’obiezione, c’è tanto da lavorare.