Sedetevi forte. Ci piacciono le opinioni forti, sappiamo che piacciono anche a voi, ma non siamo sicuri che il grande pubblico sia pronto per quello che stiamo per affermare. Lo diciamo subito, senza peli sulla lingua e pronti a prenderci tutte le critiche del caso.
Non vi è un solo motivo per non avere un ETF crypto aggiuntivo negli USA. E sì, il candidato principale è Dogecoin. Non perché abbiamo particolarmente simpatia per questo o quell’asset. È questione di leggi, di numeri, e di qualcosa che non tutti sembrerebbero aver capito.
SEC non ha potere di decidere cosa sia un buon investimento o meno. Può decidere secondo le leggi – e con una punta di politica, come abbiamo visto per gli ETF Ethereum – ma non appunto sulla qualità dell’investimento stesso. Per quanto poi sia opinabile ritenere Dogecoin un figlio minore di un mondo in cerca di autori come quello delle criptovalute.
Sì, il prossimo ETF dovrebbe essere su Dogecoin
Non abbiamo parlato (ancora) con nessuno. Non sappiamo cosa abbiano in mente i gestori, ma un’idea ce l’abbiamo. Il prossimo degli asset crypto che dovrebbe trovare casa a Wall Street. Il prossimo che dovrebbe finire in un ETF, è proprio quello che tutti, a nostro avviso colpevolmente, snobbano.
Sì, il caso che si sostiene in questo editoriale è che debba essere Dogecoin a finire nel cuore della finanza che conta. Per quanto possa uscirne snaturato. Per quanti in tanti lo ritengano poco più che un gioco. Un gioco che dura da 10 anni. Un gioco la cui trasformazione in ETF sosterremo dati e leggi alla mano.
- Non è una security
Il top dell’ignoranza su Dogecoin è stata raggiunta quando Jim Cramer, noto per chiamare i bottom quando indica altre discese e altri top quando in realtà si sta avviando una correzione, ha segnalato ai detentori di Dogecoin appunto che si tratterebbe una security.
Peccato, per Jim che le leggi funzionino diversamente. Come si decide se un asset sia o meno una security? Semplice (mica tanto), si applica l’Howey Test: un investimento in denaro, in un’impresa comune, con la ragionevole aspettativa di profitto, derivante dallo sforzo degli altri.
Bene: Dogecoin ha una Foundation che però conta meno di quella Ethereum, non ha in alcun modo realtà aziendali, non ha avuto pre-mining, non ha niente di tutto ciò che piace poco a SEC in questo senso. Tant’è che nelle innumerevoli cause che SEC ha intentato contro gli exchange, Dogecoin non è mai stata citata. C’è un motivo? Sì, ce ne sono tanti in realtà: SEC punta ai cosiddetti low hanging fruit, ovvero ai frutti bassi, quelli facili da raccogliere. E no, Dogecoin non è uno di questi.
- Proof of Work
Per quanto chi vi scrive capisca le differenti esigenze di Ethereum, esigenze che hanno spinto verso il passaggio alla proof of stake, rimanere in proof of work, almeno per le leggi USA, è più tranquillo e sicuro.
Lo staking stesso potrebbe essere ritenuto da SEC una security – cosa che ha contestato a diversi exchange. E dunque il fatto che Dogecoin, per quanto con un hashrate risibile rispetto a Bitcoin, sia in proof of work, è una lancia da spezzare a favore del protocollo. E a favore del fatto che, a prescindere da quanto poco serio possa sembrare un progetto con un cane meme come simbolo, di sostanza ce n’è.
- Volumi interessanti
Il mondo dei meme coin è diventato, negli anni, molto più variegato. Oggi vanta diversi token e coin che fanno volumi importanti, e che talvolta superano Dogecoin, soprattutto nei momenti di massima volatilità.
È vero però anche altro: nei giorni di normalità, come quello che si sta chiudendo, Dogecoin è fisso in top 10, o comunque nelle prime posizioni. Certo, dietro Ethereum, dietro Bitcoin, e dietro le principali stablecoin. Ma comunque in posizione molto rilevante.
I volumi, più che la capitalizzazione, attraggono AP e terze parti interessate. E chissà che non giochi a favore proprio di Doge.
Le obiezioni più comuni
L’obiezione più comune è quella della scarsa serietà di un progetto che ha un cane meme come simbolo e che cambia direzione ogni volta che Elon Musk apre bocca su X e lo cita.
Vero, verissimo, ma senza che si arrabbi nessuno la domanda con la quale vi lasciamo è la seguente: Dogecoin è qui da più di 10 anni, ha garantito dei ritorni interessanti e soprattutto continua a funzionare come è supposto che funzioni.
Siamo sicuri che altri progetti papabili – vedi la grande discussione sugli ETF su Solana – siano molto più decentralizzati e strutturati? La nostra risposta, per quanto comprendiamo almeno nelle intenzioni la differenza, è no.
Della top, tra i pochi a non aver avuto problemi con SEC è proprio Doge. Le altre, da BNB a Solana, passando per XRP, sono tutte infilate in cause dirette o indirette con il regolatore USA. Perché allora non guardare nella direzione del meme che meme non è, e che è un progetto più solido e serio di tanti che vorrebbero esserlo?
E in ultimo: SEC non ha potere di giudicare la bontà di un investimento. Deve guardare a trasparenza e a rispetto delle leggi. Criteri secondo i quali Dogecoin non ha nulla da invidiare a progetti più blasonati.
D’accordissimo su quanto descritto ma perchè non scegliere anche shiba?
me la vedo già la scena: Larry Fink è intervistato dalla tv del momento, entra tutto serio e composto in studio, si siede e saluta i presenti. Poi prende la parola. “Allora parliamoci chiaro, questo cane c’è da 10 anni, è in proof of work e dunque non è una security. Ieri sera, dopo un paio di bicchieri di quello buono, mi son detto: “Hey Larry, perchè non mandi a p*ttane tutta la credibilità che hai accumulato in una carriera e ci fai un ETF sopra?!?” Così oggi vi dico questo: comprate Dogecoin, il cane con gli occhi strabuzzati. Lasciate stare Nvidia, Apple, BTC ed Ethereum, quella è roba vecchia: a voi serve il cane con gli occhi strabuzzati!”
Il problema non credo sia se la SEC accetterebbe o meno un simile ETF: il problema è quale gestore ha voglia di farsi ridere dietro dal mondo intero proponendolo 😀
Poi oh, se qualcuno lo proprone davvero come prossimo ETF siete dei visionari, vi va riconosciuto, punto e stop. Personalmente credo che non vedremo altri ETF per almeno un paio d’anni
Il problema vero è studiare cosa c’è nei listini degli ETF USA e poi chiedersi se Dogecoin sia meno serio di ETF sulle low cap birmane.
E parlare come se invece lo si sapesse. Just my 2 cents.
pur non avendo la minima idea di quali siano gli ETF proposti in passato da BlackRock (nè mai ho detto di saperlo, mi pare) sì, continuo a credere che nessuno vorrà rovinarsi la reputazione con un ETF su un memecoin: penso che Dogecoin sia MOLTO meno credibile di una low cap birmana. Del resto un forum serve proprio a questo, a esprimere le proprie opinioni, no? Lo può fare solo il massimo esperto di ETF mondiale o anche l’utente comune? Se ci si sente rispondere a frecciatine, “parlare come se lo si sapesse”, cadono proprio i cosiddetti.
Mi sembra chiaro che i miei pareri non siano ben accetti, sarà per come sono espressi, sarà perchè non sono spesso concordi coi vostri, sarà perchè vi siete semplicemente alzati di cattivo umore, vallo a sapere. Levo le tende, anche con tutti gli altri mille miei account, che provavano a dare un minimo di movimento allo spazio commenti – missione chiaramente fallita. E vabbè, succede.
Auguri per tutto!
My (last) 2 cents 🙂
Sì, è per come sono espressi. Quando prendi in giro chi ha espresso un’opinione, corroborata da qualche fatto, non puoi lamentarti dopo se ti si risponde per le rime.
Che tipo di tono ti aspettavi in risposta a questo, esattamente?
“me la vedo già la scena: Larry Fink è intervistato dalla tv del momento, entra tutto serio e composto in studio, si siede e saluta i presenti. Poi prende la parola. “Allora parliamoci chiaro, questo cane c’è da 10 anni, è in proof of work e dunque non è una security. Ieri sera, dopo un paio di bicchieri di quello buono, mi son detto: “Hey Larry, perchè non mandi a p*ttane tutta la credibilità che hai accumulato in una carriera e ci fai un ETF sopra?!?” Così oggi vi dico questo: comprate Dogecoin, il cane con gli occhi strabuzzati. Lasciate stare Nvidia, Apple, BTC ed Ethereum, quella è roba vecchia: a voi serve il cane con gli occhi strabuzzati!”
Il problema non credo sia se la SEC accetterebbe o meno un simile ETF: il problema è quale gestore ha voglia di farsi ridere dietro dal mondo intero proponendolo 😀
Poi oh, se qualcuno lo proprone davvero come prossimo ETF siete dei visionari, vi va riconosciuto, punto e stop. Personalmente credo che non vedremo altri ETF per almeno un paio d’anni”
“Il problema non credo sia se la SEC accetterebbe o meno un simile ETF: il problema è quale gestore ha voglia di farsi ridere dietro dal mondo intero proponendolo 😀
Poi oh, se qualcuno lo proprone davvero come prossimo ETF siete dei visionari, vi va riconosciuto, punto e stop. Personalmente credo che non vedremo altri ETF per almeno un paio d’anni”
io la interpreto in maniera esattamente opposta: “un simile ETF non mi pare plausibile per la sua credibilità, ma se ci avete preso tanto di cappello”
E’ chiaro che non ci capiamo, ed è meglio sia per me che per voi se sloggio. Ciao!