Che il mondo delle stablecoin – soprattutto dopo gli incredibili risultati finanziari di Tether – avrebbe iniziato a fare gola a molti, cerchiamo di dirvelo da tempo, sia su queste pagine, sia su quelle del nostro Magazine settimanale. Ora, alle diverse grandi banche che si stanno adoperando per entrare in questo mercato, c’è anche Nomura, colosso nipponico che non è nuovo a sortite nel mondo crypto.
Il gruppo, secondo quanto è stato riportato da The Block, starebbe valutando le possibilità di entrare nel mercato delle stablecoin sia contro il dollaro USA sia contro yen, stablecoin che sarebbero con riserva e che sarebbero destinate principalmente al mercato giapponese. In aggiunta, il gruppo vorrebbe iniziare a offrire questo tipo di servizi anche ad aziende terze che potrebbero avere appunto bisogno di strumenti di questo tipo.
Una notizia che intesserà magari poco direttamente gli investitori con residenza in Europa, ma che è un enorme segnale di quanto sta avvenendo nel mondo crypto: un ritorno convinto dei grandi operatori del mondo finanziario tradizionale. Quelli che secondo la stampa tradizionale sarebbero fuggiti a gambe levate senza metterci appunto più piede.
Tether è una delle più impressionanti storie del mondo finanziario: con uno staff esiguo e con un’organizzazione in verità assai liquida, incassa più del grosso delle banche mondiali. Un meccanismo, quello delle stablecoin con riserva, che si è rivelato essere particolarmente redditizio in particolare in una fase di tassi molto alti in tutto il mondo, e di rendimenti straordinari per i bond USA.
La cosa fa gola a molti: basti pensare al lancio recente di USDe di Ethena, che in realtà ha poco della stablecoin e molto del fondo a gestione attiva.
E ora sarebbe il turno, secondo quanto è stato riportato da The Block, anche del grande gruppo bancario giapponese Nomura sarebbe pronto a far parte… del comparto. Un comparto che interesserebbe il gigante giapponese almeno per yen e dollaro.
E ci sarebbe addirittura di più: Nomura vorrebbe infatti creare una sorta di stablecoin as a service, ovvero fare da emittente di stablecoin per quelle realtà finanziarie e aziendali che hanno bisogno appunto di stablecoin per i loro nuovi servizi.
La questione è interessante sotto più aspetti. Il primo è quello del ritorno, se vogliamo, dei grandi operatori finanziari nello spazio crypto. Il secondo è quello della concorrenza aumentata per le stablecoin crypto native, che anche a causa di novità regolamentari non proprio a nostro avviso ben tarate, potrebbero cedere del terreno.
Ci ricordiamo come se fosse oggi quando diverse tra le principali testate mondiali del mondo finanziario riportavano dall’addio, e non dell’arrivederci, delle grandi istituzioni finanziarie al mondo crypto.
Un addio che sarebbe arrivato nel pieno della crisi tra fine 2022 e inizio 2023, quando il mondo crypto, complice il crollo di FTX, era ai suoi minimi storici di credibilità.
La notizia che è arrivata ora per quanto riguarda l’ennesimo progetto di Nomura smentisce per l’ennesima volta i profeti di sventura. Se qualcosa mancherà al mondo crypto, questo non sarà certamente l’impegno delle grandi società finanziarie mondiali.
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