I mercati hanno sempre ragione, anche quando, dopo il dato di oggi, hanno dato ampia dimostrazione di muoversi al contrario di quanto ci si potesse aspettare. Si è appena aperta una giornata di dati macro forse non al top per importanza, ma comunque utili per capire almeno due cose: la prima è l’andamento dell’inflazione. La seconda invece è come potrebbe e dovrebbe comportarsi Federal Reserve proprio in relazione a questi dati. I dati che sono arrivati sono esattamente sulle aspettative, e non sono buoni. Tuttavia, tanto Bitcoin quanto il resto del comparto hanno risposto con un rialzo… inaspettato.
Irrazionalità dei mercati oppure ancora errore di calcolo degli analisti? Cercheremo di capire proprio questo nel corso di questo approfondimento che riguarda principalmente la situazione macro. Una situazione macro che avrà degli effetti importanti anche sul prezzo di Bitcoin e crypto.
Il dato importante è il seguente: l’inflazione, come dicono quelli bravi, è sticky. Ovvero è ferma e persistente e non sembrerebbe accennare a diminuire. Questo è valido in Europa, dove i dati sono stati diffusi questa mattina, e anche negli USA, dove sono arrivati gli indici dei prezzi PCE, anche questi immutati. Una situazione degna di analisi e che affronteremo anche sul nostro Canale Telegram.
Per quanto si tratti di un movimento comunque ridotto per estensione e per durata, è stato un movimento rialzista. Ha coinvolto Bitcoin e le altre crypto, nonostante di entusiasmante dai dati sul PCE USA non sia arrivato nulla di entusiasmante.
L’indice dei prezzi PCE è l’indice preferito da Federal Reserve: è il Personal Consumption Expenditures nella valutazione relativa ai prezzi. E segnala una situazione di prezzi in crescita stabile, ben sopra il 2%, segno che l’inflazione – da tempo – non ha alcuna intenzione di tornare in scia verso il 2%.
Nonostante il dato sia tutto fuorché entusiasmante, i mercati crypto hanno reagito con un rimbalzo in positivo dopo una sessione mattutina comunque statica, segno che, almeno secondo i testi scolastici, c’è ancora spazio per l’irrazionalità.
Avrà forse pesato leggermente in positivo la spesa dei consumatori leggermente sotto le aspettative, anche se la distanza con le previsioni sembrerebbe essere troppo ridotta per giustificare il tentativo di ritorno sopra i 69.000$ per Bitcoin.
Il quadro macro rimane ancora invariato, almeno ad avviso di chi vi scrive, uno stato di sospensione dove non si fanno passi avanti e dove non si fanno passi indietro. Il tempo però passa, e c’è qualcosa che sta progressivamente degradando. È la crescita negli Stati Uniti, che sta probabilmente soffrendo i tassi alti ormai da un anno a questa parte.
La situazione rimane fortemente incerta, con Bitcoin che continua a muoversi all’interno dello stesso range, senza avere la forza, almeno dal settore macro, per uscirne.
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