Le ultime settimane per Bitcoin non sono state certamente indifferenti, considerato che la criptovaluta più importante del mondo si è resa protagonista di una nuova accelerata che ha riaperto le prospettive più rosee e long da parte degli analisti e degli investitori.
Peraltro, sempre negli ultimi giorni, ai nostri lettori più aggiornati e consapevoli non sarà sfuggito il fatto che su Bitcoin si è concentrata una misteriosa operazione da 1 miliardo di dollari, con un passaggio di mani evidentemente straordinaria.
Ma che cosa è avvenuto? E perché questa operazione dovrebbe interessare anche chi, come te, ha solo lo scopo di investire in Bitcoin mediante un buon broker CFD come eToro (sito ufficiale)?
Cominciamo ricostruendo quello che sappiamo. Sappiamo infatti che martedì scorso una transazione straordinaria da un miliardo di euro è avvenuta con spostamento dei fondi da un conto collegato a Silk Road, per 69.370 Bitcoin.
Ora, l’operazione sarebbe stata evidentemente clamorosa anche senza sapere che la fonte originaria del movimento è ricollegabile a Silk Road. Purtroppo, però, l’evidenza che i fondi sono partiti da quella che è considerata come la più grande piattaforma web utilizzata per attività illecite (dallo spaccio di droga al riciclaggio di denaro), fa accendere un campanello d’allarme sul modo con cui sono utilizzate le criptovalute, e Bitcoin in particolare.
In un contesto in cui bastano poche centinaia di migliaia di dollari per poter saltare alla ribalta globale nell’ecosistema criptovalutario (che, ricordiamo, nonostante le evoluzioni degli ultimi anni è solo una frazione del gigantesco mercato finanziario più “tradizionale”), è evidente che lo spostamento di un miliardo di dollari non sarebbe passato certo inosservato.
Tant’è che a rendersi subito conto di questa anomalia è stato Alon Gal, della Hudson Rock, società specializzata in sicurezza, che nel suo profilo Twitter ha scritto che “qualcuno” sarebbe stato in grado di decifrare la password di un Bitcoin wallet, spostando ben 1 miliardo di dollari di BTC.
Non è stata, evidentemente, una grande scoperta. Le transazioni in criptovaluta, per loro natura, sono pubbliche. E dunque chiunque può verificare le operazioni registrate sulla blockchain, scorgendo l’indirizzo di partenza e quello di arrivo, oltre alla quantità che è stata movimentata.
Qualche giorno dopo la realizzazione di questa operazione è stata scoperto che ad effettuarla è stata niente poco di meno che il governo federale americano, che ha sequestrato i Bitcoin per poter recuperare una parte del denaro che può essere riconnesso direttamente al business illegale di Silk Road.
Quindi, almeno per il momento, il cerchio si è chiuso con un comunicato ufficiale del Dipartimento di Giustizia statunitense, che ha fatto sapere che i soldi erano stati precedentemente sottratti da un hacker informatico sette anni prima. L’hacker a suo tempo riuscì ad entrare all’interno del sito di Silk Road e a trasferire i soldi sul proprio portafoglio virtuale.
Ebbene, quello stesso hacker, che il dipartimento ha nominato come “individual X”, ha ora scelto di collaborare con le autorità giudiziarie americane e riconsegnare il denaro precedentemente sottratto.
Quindi, quello che è successo è riassumibile in questo modo:
Un’operazione che è salita alla ribalta della cronaca, e che ci fa comprendere quanto siano elevati i fondi in criptovaluta che sono a disposizione delle piattaforme che alimentano tale denaro per motivazioni illecite.
Silk Road è quello che può essere ben definito come il marketplace criminale online più celebre e più utilizzato in ambito internazionale, e il fatto che l’autorità statunitense sia entrata in possesso di questi fondi può essere certamente motivo di soddisfazione ma, contemporaneamente, aprire un interrogativo, quante criptovalute sono ancora nelle mani dei criminali? E quanti di questi criminali, con enormi spostamenti di denaro, possono effettivamente influenzare il prezzo di Bitcoin e di altri asset?
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