Il ragionamento di Ripple è semplice: dato che SEC ha sempre chiesto multe che vanno dallo 0,6% all’1,8% dei ricavi lordi delle società multate per vendita di security non registrate – in particolare in casi crypto simili – allora la richiesta di 2 miliardi di multa sarebbe irragionevole.
È un ragionamento che ora viene corroborato dalla multa, arrivata dopo un accordo, a Terraform Labs per 4,5 miliardi di euro. Cosa che ha spinto appunto gli avvocati di Ripple Labs a inviare una lettera al giudice Analisa Torres, che in molti dei nostri lettori avranno imparato a conoscere proprio per la prima parte della causa SEC v. Ripple.
Una situazione che potrebbe avere un effetto importante sul prezzo di Ripple, e che continueremo a monitorare anche sul nostro Canale Telegram – canale nel quale ti consigliamo di entrare per rimanere sempre aggiornato su tutte le ultime news del mondo crypto.
La questione è giuridicamente complessa. Ripple ha parzialmente vinto il primo giudizio contro SEC. E per la parte che non ha vinto, la vendita di token XRP al pubblico più scafato dei primi investitori, dovrebbe pagare secondo SEC una multa da 2 miliardi di dollari.
Multa che Ripple Labs ha sempre trovato essere irragionevole, per ovvi motivi. Ripple – soprattutto ai tempi (e per quanto sia un gran segreto) – non fatturava neanche alla lontana denari sufficienti a coprire la multa. E soprattutto, nel corso degli anni, SEC è stata – se così vogliamo dire – più benevola in casi simili.
Ora che è stato raggiunto l’accordo anche nel caso Terraform Labs, la società legata a Terra Luna, gli avvocati di Ripple sono tornati alla carica e hanno chiesto per l’appunto uno sconto. O meglio, hanno scritto al giudice chiedendo il perché dei due pesi e due misure per Ripple da parte di SEC.
La risposta – aggiungendo un pizzico di malizia – possiamo ricavarcela però da soli: Ripple è viva e vegeta, non è implosa come Terra Luna e soprattutto ha fatto affari negli USA in via principale. È stata fondata da americani e da questi è gestita ancora oggi.
A decidere sarà comunque il giudice Analisa Torres, dato che SEC di per sé non ha alcun tipo di potere di comminare multe. Può richiedere ai giudici che queste vengano approvate – e a questi ultimi sta la decisione.
Sulle tempistiche, mentre in diversi sui principali social insistono per una soluzione durante l’estate, noi continuiamo a rimanere più incerti. Vedremo se il caso più importante (e lungo) che vede contrapposta una società del mondo crypto a SEC arriverà, finalmente, a conclusione prima della fine dell’estate.
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