I consulenti finanziari professionali si starebbero avvicinando agli ETF Bitcoin con grande cautela. È questo quanto ha raccontato la CIO di BlackRock con delega agli ETF e agli Indici Samara Cohen, all’interno di un evento organizzato in quel di New York da Coinbase. Un approccio dunque dettato più dalla cautela che dall’entusiasmo e che a creato delle condizioni assai particolari per questi prodotti sul mercato USA.
Circa l’80% degli acquisti sarebbe stato effettuato da parte di investitori che hanno deciso per conto proprio e che li hanno acquistati tramite le piattaforme di brokering alle quali hanno accesso. Un segnale che però, sempre secondo la dirigente di BlackRock, non sarebbe necessariamente negativo.
Gli ETF Bitcoin sono stati comunque un successo enorme, il più grande successo per il lancio di un ETF negli Stati Uniti, la prima piazza finanziaria mondiale, ancora più importante per il comparto ETF, che negli altri continenti e nelle altre giurisdizioni invece faticano di più.
Consulenti e promotori finanziari ancora sospettosi su Bitcoin
Bitcoin piace a molti, ma non ancora a tutti. È questo quanto emerge dall’ultima apparizione pubblica a tema $BTC di Samara Cohen, che per BlackRock è massima dirigente della divisione ETF, che ha confermato che siamo ancora nella prima fase della vita di questi ETF.
I promotori finanziari e i consulenti infatti starebbero ancora prendendo le misure a prodotti che non hanno fondamentalmente uno storico e che hanno in pancia un asset ancora difficile da inquadrare, per quanto sia ormai sulle piazze finanziarie da tempo.
Direi che sono prudenti… è il loro lavoro. Un promotore finanziario è un fiduciario per i suoi clienti. […] Questa è una categoria di asset che ha avuto anche il 90% di volatilità durante la sua storia e il loro lavoro è di costruire portafogli, fare analisi dei rischi…. lo stanno facendo adesso.
Samara Cohen, BlackRock
È una situazione in realtà già nota: BlackRock ne aveva parlato in altre circostanze, così come lo avevano fatto altri gestori, ricordando che il grande successo degli ETF era ancora da attribuirsi ad investitori che decidono per conto proprio, con una parte rilevante degli ingranaggi della vendita di prodotti finanziari che si stava ancora mettendo in modo.
Il rapporto offerto da Cohen è d’altronde impietoso: l’80% degli acquisti per gli ETF sono arrivati appunto da clienti che decidono per conto proprio e che non sono passati dal canale classico dei promotori e dei consulenti.
È un brutto segnale?
Tutt’altro. È un buon segnale perché vuol dire che una fetta di mercato importante non ha ancora avuto accesso agli ETF, nonostante il successo importante di questi prodotti potrebbe far pensare il contrario.
Ci saranno dunque altre ondate di acquirenti, per un prodotto che è comunque nuovo e che – come confermato da Cohen – è normale che susciti qualche dubbio e qualche preoccupazione aggiuntiva tra i professionisti del settore.
Per il resto, nessuno potrà contestare il grande successo riscosso da prodotti che in diversi avevano dato per spacciati in partenza. Gli atteggiamenti, anche tra i più restii, cambieranno con il tempo.