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È debutto per un nuovo ETF su Bitcoin. Il teatro è quello dell’Australia, dal quale non sempre arrivano però notizie puntuali. Questa volta però c’è davvero motivo di rallegrarsi: a lanciare il prodotto, che è già disponibile per il trading, è VanEck, grande società di gestione dei capitali che è già attiva in Europa e negli USA con prodotti simili.
L’altra buona notizia è che al contrario di quanto avvenuto per il precedente ETF di Monochrome, questa volta il debutto è nella borsa che conta di più, ASX. Nella prima giornata di trattative sono passate di mano circa 100.000 quote, per un controvalore di circa 1,3 milioni di dollari. Volumi interessanti per un mercato che è comunque piccolo rispetto a quello degli USA.
Non ci sono però Bitcoin veri a quanto ci è dato capire. L’ETF infatti è tecnicamente un feeder fund, che in cassa ha quote di HODL, ovvero l’ETF Bitcoin che la stessa società ha quotato negli USA. Indirettamente comunque ci saranno dei Bitcoin veri a garantire le quote.
VanEck sbarca da ASX
ASX è la più importante delle borse australiane e da oggi ospita anche il trading di Bitcoin tramite l’ETF di VanEck, un ETF che in realtà è una sorta di inception, ovvero ha al suo interno quote di un altro ETF, $HODL, che è sempre di VanEck, che è quotato negli USA e che ha in cassa circa 10.000 Bitcoin.
Non esattamente il primo della classe: tuttavia però siamo di fronte ad un’altra espansione di Bitcoin su piazze che, pur non essendo quelle USA, contano parecchio.
Il prodotto ha avuto dei buoni volumi: sono state scambiate quasi 100.000 quote, ognuna dal controvalore circa di 12€. Volumi interessanti, per quanto ovviamente molto lontani da quelli fatti registrare dai medesimi prodotti negli USA.
Meglio di Monochrome
Sarà la borsa più prestigiosa, sarà il gestore più conosciuto, sarà anche la grande pubblicità che VanEck destina a questi prodotti: sta di fatto che questo ETF sta andando molto meglio, almeno in termini di debutto, rispetto a quello di Monochrome che era stato lanciato per il trading 2 settimane fa, il 4 giugno.
Sarà sufficiente per spostare il prezzo di Bitcoin? Probabilmente no: ma aumenta comunque la domanda distribuita su scala globale. Un buon segno per un asset che soltanto un anno fa nessuno – almeno di quelli che investono in borsa, sarebbe stato disposto a prendere sul serio.
