Negli ultimi anni si sente molto spesso parlare di token criptovalute, o più semplicemente di token. Ma che cosa significa? Cosa sono i token? Come funzionano?
Considerato che nelle ultime settimane abbiamo ricevuto davvero tante e-mail che ci chiedono un intervento in questa materia, e che ci domandano in particolar modo se criptovalute e token sono la stessa cosa, abbiamo ritenuto di fare cosa utile a tutti nell’approfondire una volta per tutte questo argomento con la guida completa che hai sotto gli occhi.
Prima di iniziare, però, vogliamo subito fornire una spiegazione piuttosto immediata su cosa si intenda per token. E, per farlo, vogliamo compiere un piccolo parallelismo.
Sicuramente anche a te sarà capitato di partecipare a fiere e altre manifestazioni aperte al grande pubblico. E sicuramente avrai notato che in alcuni eventi, all’ingresso, si scambiano i contanti con un gettone che poi potrai usare per mangiare o bere. Lo stesso avviene nelle giostre: per giocare ti sarà richiesto di comprare dei gettoni in cambio di denaro.
Ebbene, i token nell’ecosistema criptovalutario funzionano nello stesso modo.
Con l’avvento delle criptovalute, infatti, il termine token ha trovato una nuova vita in un nuovo contesto, e ora è diventato parte integrante di quella rivoluzione tecnologica che sta travolgendo la nostra società. Nell’ecosistema crittografico e criptovalutario, infatti, un token è semplicemente una criptovaluta costruita su una blockchain esistente.
In questo articolo analizzeremo però meglio cosa è un token nel contesto blockchain, cosa lo caratterizza, quali tipi di token esistono, a cosa servono e quali sono le differenze con le criptovalute vere e proprie.
Cominciamo con la definizione di token. Quella più elementare lo fa risalire a un’unità di valore emessa da un’organizzazione. Se trapiantiamo il concetto nell’industria crittografica, allora dobbiamo anche aggiungere il fatto che il token deve essere accettato da una comunità e deve essere supportato in una blockchain.
Dunque, un’organizzazione potrebbe creare un token nel contesto di uno specifico modello di business per poter incentivare l’interazione con l’utente, e per poter poi distribuire i premi in tutta la rete dei detentori del token.
Quando una società raccoglie fondi in un’offerta di monete iniziali (ICO), lo fa emettendo token che distribuisce agli acquirenti interessati a contribuire con i propri fondi. Questi token possono a loro volta avere molti usi diversi, ma possiamo classificarli in due principali destinazioni: i security token e gli utility token. Cosa significa?
In sintesi, i security token sono simili alle azioni tradizionali che puoi negoziare in un mercato regolamentato, perché il loro valore deriva da un asset esterno negoziabile.
Dunque, è lecito pensare che prima o poi (quando le autorità nazionali e internazionali si metteranno d’accordo), i security token finiranno con l’essere assoggettati alle stesse norme delle azioni o delle obbligazioni. E le aziende che non rispetteranno gli standard previsti per gli emittenti di strumenti finanziari, incorreranno in multe piuttosto salate, con blocco dei loro progetti. Le società emittenti che invece rispetteranno i requisiti di legge, avranno un enorme vantaggio dall’essere sul mercato.
D’altra parte, gli utility token non sono concepiti come investimenti tradizionali. Al contrario, essi garantiscono ai titolari l’accesso ad un futuro prodotto o servizio di un’azienda. A seconda di come sono strutturati e di come verrà creata la normativa sulle criptovalute e blockchain, i token di “utilità” potrebbero benissimo essere esentati dalla disciplina sui titoli finanziari.
Insomma, allo stesso modo in cui una libreria può accettare ordini per un libro che non è ancora uscito, una start-up su blockchain può vendere token digitali che permetteranno all’acquirente di acquistare un prodotto che non è stato costruito o un servizio che non può ancora essere fornito.
Pensa a questo metodo di raccolta di capitali come a un modo per evitare di ricorrere al mondo dei creditori, e rivolgerti direttamente ai tuoi futuri clienti. In questo modo, se una start-up dovesse trovare un numero sufficiente di persone interessate a pagare il prodotto o il servizio prima che possa essere consegnato, avrà abbastanza capitale per far decollare il progetto senza dover ricorrere alle banche.
Nel caso dei security token, come sopra definiti, il loro uso più comune è certamente quello di veicolo di raccolta fondi nelle ICO.
Tuttavia, se parliamo di “ICO” di un utility token, difficilmente troveremo tale termine (anche a causa di alcuni problemi legati a delle ICO piuttosto note, naufragate nel vuoto). Le aziende preferiscono invece spaventare meno i partecipanti a questa raccolta attraverso termini alternativi, come quelli legati agli eventi di distribuzione di token.
Poiché l’industria dei token è ancora agli inizi, è difficile classificare i potenziali usi di questo strumento in tal modo.
In definitiva, dunque, i possibili usi di un determinato token saranno determinati dall’azienda che li emette.
Man mano che le imprese che operano su blockchain diventeranno sempre più sviluppate, e man mano che verranno affrontate le questioni della regolamentazione governativa e dell’accessibilità per gli investitori e i clienti, potremmo dunque aspettarci modi più innovativi di utilizzare i token.
Nel prossimo futuro, dunque, i token potrebbero essere utilizzati come metodo di pagamento tra diverse parti che accettano di usarli come moneta, oppure per attribuire le proprietà di beni digitali e non digitali, come vere e proprie azioni digitali, come ricompensa ai partecipanti ad una rete, o ancora per garantire la protezione della rete e per fornire una migliore esperienza d’uso a certi determinati servizi.
Insomma, le possibilità sono infinite e, come con l’avvento di internet, rimangono ancora in gran parte inesplorate.
Ma quale sarà il futuro dei token? Che previsioni possiamo formulare nei loro confronti?
Considerato il potenziale rivoluzionario dei token, deve essere presa in considerazione qualsiasi tipo di evoluzione futura.
Per esempio, una volta che i token si integreranno con l’infrastruttura bancaria globale esistente e opereranno sotto una coerente regolamentazione, guadagneranno sicuramente in modo rapido la fiducia del pubblico.
È dunque possibile che nei prossimi anni le ICO possano riprendere quota, finendo con il sostituire le offerte pubbliche iniziali come metodo primario di emissione delle azioni. A quel punto, la nostra economia sarà destinata a capitalizzare sulla democratizzazione degli asset, consentendo così anche ai più piccoli investitori di acquistare una frazione di un asset in forte espansione.
Prima di lasciarci, vogliamo cercare di arricchire l’argomento di cui oggi abbiamo parlato attraverso un approfondimento sulla differenza tra token e criptovaluta.
In estrema sintesi, la principale differenza una criptovaluta e un token è che la prima ha una sua blockchain, mentre il token non ce l’ha, o non ce l’ha ancora.
È inoltre necessario notare che le criptovalute di solito sono usate per una cosa fondamentale (i pagamenti), mentre i token hanno vari casi d’uso, che possono includere non solo i pagamenti, quanto anche altri scopi (come l’accesso a un determinato servizio esclusivo). Certo, come probabilmente ti sei reso conto seguendo i nostri aggiornamenti quotidiani, questo non significa che non sia possibile usare le criptovalute per finalità differenti dal pagamento, come ad esempio avviene nel momento in cui le rendiamo oggetto dei nostri investimenti con un broker CFD qualificato come eToro (sito ufficiale).
Tornando ai token, può essere utile fare qualche esempio.
Uno dei token più noti è il Basic Attention Token (BAT), che è utilizzato nell’ecosistema dei browser web Brave. Gli inserzionisti pagano gli editori in BAT, e gli utenti che usano il browser ricevono BAT per visualizzare gli annunci degli inserzionisti. A loro volta, gli utenti che ricevono i BAT possono usarlo per donare il token agli editori, o tenere i BAT per se stessi.
Ti ricordiamo infine che spesso i token si evolvono in criptovalute (non sempre è così). In questo ultimo caso, potrai acquistarle e venderle attraverso i più noti operatori in circolazione. Di seguito abbiamo riepilogato i migliori secondo Criptovaluta.it!
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