Quello che gli appassionati di Kaspa aspettavano da tempo si è infine verificato. Marathon avrebbe infatti già minato 93 milioni di token $KAS, a partire da settembre 2023, per un totale di 15 milioni di dollari in controvalore. Un buon punto di ingresso di Kaspa al top del mining industriale, per quanto su quantità certamente ridotte e che sanno più di esperimento che di matrimonio di lungo periodo.
Nel complesso Marathon, che è uno dei miner più attivi anche in ambito Bitcoin, avrebbe impiegato macchine per circa 30 petahash a partire dallo scorso settembre. Non è chiaro se l’azienda abbia in programma di allargare le proprie operazioni, oltre i 60 petahash complessivi che dovrebbero essere online entro la fine dell’anno.
E intanto montano le polemiche online, tra sostenitori di Kaspa e la parte forse più integralista degli appassionati Bitcoin, per una questione che avrà probabilmente degli strascichi, soprattutto sui social, in termini di guerra aperta tra due gruppi che, storicamente, non si sono mai voluti granché bene.
Marathon non fa più soltanto mining Bitcoin: arriva Kaspa
La notizia è che Marathon, miner quotato in borsa e che fino alla notizia di ieri era un miner esclusivamente su Bitcoin, avrebbe iniziato dallo scorso settembre, dal settembre 2023, a fare mining Kaspa. Si tratta di una novità assoluta, perun gruppo che è tra i più conosciuti dell’ambiente.
Facendo mining Kaspa, possiamo creare un flusso di ricavi che è diversificato da Bitcoin e che è direttamente legato alla nostra capacità principale che è quella nella computazione legata ai digital asset.
Adam Swick, Chief Growth Officer di Marathon
Il timing della decisione è stato dei migliori: Kaspa è stato uno dei token che hanno performato meglio nel 2024, per quanto soltanto marginalmente rispetto a Bitcoin. E sempre secondo il report, le operazioni dovrebbero allargarsi a partire dal terzo trimestre, passando da 30 a 60 petahash.
È una quantità in verità relativamente modesta rispetto al mining che Marathon effettua su Bitcoin ma comunque rilevante per un ecosistema ancora in fase embrionale, se vogliamo, come quello di Kaspa.
Miner a caccia di diversificazione
Siamo stati tra i primi a scrivere delle prossime evoluzioni dei miner industriali, che saranno sempre più incentivati ad allargare e diversificare le loro operazioni. Ci sarà anche da tenere conto di quanto pressanti saranno le richieste di energia elettrica a basso costo – e di siti dove installare macchine ad alta performance – da parte dell’intelligenza artificiale.
È il mercato, bellezza, diceva qualcuno. Un altro test per Bitcoin, che almeno a nostro avviso sarà in grado comunque di superare brillantemente.
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“This generalization of Nakamoto consensus allows for secure operation while maintaining very high block rates (currently one block per second, aiming for 10/sec, dreaming of 100/sec) and minuscule confirmation times dominated by internet latency (cf. chapter 6 of the paper for some initial benchmarks).”
La genralization, sì …. xD xD
L’ennesima shitcoin che punta sul marketing della scalabilità, glissando che la si può ottenere solo a scapito della decentralizzazione (blocchi più frequenti, crescita della chain più rapida e maggior banda/risorse necessarie per un full node, meno full nodes). Se non altro perlomeno è proof of work (peraltro poco sicuro da implementare su una coin minore, con l’hw e l’expertise disponibile oggi).
I miners fanno comunque benissimo a cavalcare la grullaggine della dumb money che investe (inizialmente) in qualsiasi cosa abbia il sapore di “evoluzione tecnologica”. E’ appunto il mercato bellezza.