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PRIMI DATI U P

Prezzi USA: niente di fatto. Bitcoin e crypto costretti a ASPETTARE queste DECISIONI. L’analisi

Arrivano i primi dati importanti della giornata. Ecco cosa cambiano per i mercati

Il primo – e più importante dato della giornata – quello sull’indice di prezzi PCE, è esattamente secondo le aspettative. Cosa che non è esattamente una novità in un periodo di previsioni più o meno sempre esatte e che in occasione dei dati più scottanti non hanno mosso il mercato.

Ci sono però tante altre considerazioni da fare di fronte a quello che è un dato generale e complessivo – quello dell’inflazione – che non accenna a scendere e che rimane stazionaria e lontana dal target del 2% che si sono dati le banche centrali. Cosa significa questo per il mondo Bitcoin e crypto? Che tipo di conseguenze ci saranno per il mercato?

Facciamo il punto vedendo quali sono le ultime proiezioni – ormai di giugno – date da Federal Reserve anche in termini di tagli ai tassi. I dati sono stati diffusi dal nostro giornale in anteprima anche sul Canale Telegram ufficiale, che rimane il luogo dove ESSERE per rimanere sempre aggiornati sul momento dei mercati.

Niente di nuovo dai dati PCE: Bitcoin e Ethereum fermi, e ora?

Poteva essere un evento esplosivo, come abbiamo anticipato in uno speciale di ieri, e invece per adesso Bitcoin e Ethereum rimangono fermi. Il dato più interessante della giornata e della settimana è stato quello sul PCE, un indice che misura le variazioni di prezzi dei beni e dei servizi che vengono consumati dalle famiglie.

Da Federal Reserve viene considerato come un indice più interessante rispetto al CPI (ovvero a quella che chiamiamo misurazione dell’inflazione) – ed è l’indice di prezzi dai quali dovrebbero dipendere maggiormente le decisioni di Jerome Powell.

  • L’antefatto: a che punto eravamo prima di questa lettura che non cambia nulla?

Prima di arrivare a questo punto eravamo nella stessa identica situazione di adesso: inflazione dura a morire e soprattutto che si è fermata già da inizio 2024. Il ritorno verso il 2%, soprattutto negli Stati Uniti (ma l’Europa non è da meno) sembrerebbe essere un lontano miraggio.

I dot plot di giugno

In una situazione del genere, a giugno, i membri del FOMC, la riunione che decide sui tassi di interesse USA, aveva indicato al massimo 1-2 tagli per il 2024, come riportato dal grafico dot plot di cui sopra.

  • Cosa cambia ora?

Assolutamente nulla, con l’unica differenza che è costituita dal tempo che passa. Ci avviciniamo a fine 2024 con la battaglia contro l’inflazione che è ancora vinta e che potrebbe estendersi ancora per un tempo indefinito. Qualcuno tra i membri del FOMC ha già parlato di possibilità o meglio di apertura a eventuali ulteriori rialzi dei tassi nel caso in cui fosse necessario. E dunque rimaniamo nell’incertezza più assoluta.

Perché tutti o quasi aspettano i tagli dei tassi?

Perché vi è la convinzione, in parte corroborata dai fatti, che un contesto di tassi più bassi i cosiddetti asset di rischio si comporterebbero meglio. Qualcuno contesterà che sia Bitcoin sia, in misura minore, il NASDAQ, hanno piazzato delle performance niente male anche in una fase di politica monetaria restrittiva.

Tuttavia per Bitcoin vale il recupero da minimi toccati soprattutto in relazione a eventi esogeni (Terra Luna, FTX) e per il NASDAQ la concentrazione della corsa in pochi e significativi titoli.

Detto in modo più semplice: tassi più bassi asset crypto più in alto. Una regola forse non da dieci comandamenti ma nella quale tutti sperano. E quando la speranza è collettiva, quando un evento si verifica finisce per imprimere un cambio deciso al trend.

Ci saranno poi altri dati in arrivo nel pomeriggio che potrebbero dare una piccola scossa, per quanto di breve periodo, al mondo crypto, Bitcoin e anche azionario.

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