È vero che le crypto e Bitcoin sono inutili? Dalla ancora scarsa adozione per i pagamenti (se non tra gli appassionati) alle soluzioni in cerca di problemi… l’armamentario di chi odia questo settore o lo ritiene inutile è sempre lo stesso.
Complici i volumi non esattamente brillanti da marzo a oggi, certi argomenti tornano con una certa vivacità a farsi sentire su social e stampa più o meno specializzata. Ma è vero che Bitcoin e crypto non servono a nulla? A nostro avviso non è affatto vero (altrimenti non saremmo qui).
Una posizione che vogliamo però rinforzare con cinque casi d’uso che dimostrano come BTC e crypto abbiano già una diffusione onesta, sincera e soprattutto necessaria. Non saranno casi d’uso utili per tutti, ma nel trarre certe conclusioni si dovrebbe forse uscire un po’ dalla propria esperienza personale, almeno nei casi in cui si vogliono fornire opinioni… di carattere generale. Parleremo in modo più approfondito di questi 5 punti anche sul nostro Canale Telegram, il posto ideale per discutere le ultime news e i nostri approfondimenti.
I casi sono cinque. Ci sembrano i più evidenti e i più difficili da negare anche da parte dei detrattori. Non sono gli unici, ma sono più che sufficienti per dimostrare come Bitcoin e crypto abbiano già dei casi d’uso di enorme importanza. E che hanno già cambiato la vita di centinaia di migliaia di persone.
È un compito che è stato assolto fino ad oggi principalmente da Tether su network “secondari”, principalmente Tron. C’è un’enorme fetta della popolazione mondiale che non ha accesso ai servizi bancari e che però può avere necessità comunque di ricevere denaro non di persona.
La soluzione? Un wallet, che si apre in pochi secondi e iniziare a ricevere crypto, che possono essere spesso cambiate anche “fisicamente”. I casi sono tanti, neanche in paesi poi così remoti.
Siamo abituati ad una valuta relativamente stabile (l’euro), tema sul quale comunque si dibatte dopo un anno da incubo in termini di inflazione. Ci sono paesi e valute messi complessivamente peggio, e che spesso ricorrono a imposizioni maggiori affinché i propri cittadini non si facciano venire fantasie strane, come quella di utilizzare magari il dollaro.
La lista di paesi dove è difficile, se non direttamente illegale, utilizzare dollari o altra valuta è piuttosto lunga. E per quanto sia illegale in questi contesti, ricorrere alle crypto – soprattutto le stablecoin – è un’ancora di salvezza per chi è costretto da leggi liberticide all’utilizzo di valute nazionali che spesso non valgono la carta sulle quali sono stampate.
Sì, è vero, i trasferimenti SEPA, quelli intra-europei, sono relativamente rapidi e poco costosi. Non viviamo però la realtà di chi è fuori da questo circuito. O comunque magari se non abbiamo mai ravvisato problemi di questo tipo, probabilmente non mandiamo spesso denaro fuori dall’UE.
Inviarlo è o costoso (vedi Western Union e simili), oppure molto lento, o spesso entrambe le cose (vedi SWIFT). Non esistono metodi migliori di ricorrere a una qualunque crypto, compreso quel Bitcoin che in molti ritengono troppo lento per vivere nella modernità. Aspettare 10 minuti e pagare qualche euro di commissioni è una favola rispetto a uno qualunque di questi sistemi.
La lista di aziende o associazioni che si sono viste congelare conti per posizionamento politico (ultima in ordine, i gestori di Graphene OS) è assai lunga. Questo perché non vi è alcun controllo sui canali attraverso i quali ci scambiamo denaro digitale. E questo anche perché il denaro digitale non è mai nostro in senso proprio.
Queste associazioni, queste aziende possono continuare a operare trovando sponda presso l’unico sistema monetario libero che abbiamo a disposizione.
Sono infiniti i protocolli che possiamo utilizzare per offrire capitale retribuito, per operare a leva, per proteggere alcune nostre posizioni. Nel grosso delle giurisdizioni questo tipo di operazioni, utili e spesso remunerative, sono riservate ai professionisti, con leggi che risalgono al secolo scorso e che spesso hanno il puzzo della gabbia e non il profumo della protezione dell’investitore.
La DeFi ha fatto già molto. E tanto altro farà in futuro, proprio per rendere più accessibile un mondo, quello degli strumenti finanziari, che oggi è il più centralizzato di tutti.
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