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Anche Cardano si prepara per il MiCA. Secondo le nuove norme che andranno a regolare il mercato europeo delle crypto, i token e i coin dovranno essere accompagnati anche da un report sulla loro sostenibilità ambientale. E Cardano, almeno tra le top per capitalizzazione di mercato, è la prima a fornire un report tramite CCRI, il Crypto Carbon Ratings Institute.
Di cosa si parla nel report che può essere scaricato qui? Dell’impatto che il network di Cardano ha sull’ambiente, in termini di emissioni, consumi e anche di rifiuti tecnologici prodotti. Cardano, che è da sempre in PoS, non poteva che uscirne fondamentalmente bene.
Un buon risultato anche in termini di comparazione con altri network, compresi quelli della finanza classica, segnale che almeno questo requisito del MiCA non dovrebbe essere di grosso ostacolo per il comparto.
Cardano è green: ora c’è il report
Nella lunga lista di requisiti introdotti dal MiCA c’è anche un’attestazione dell’impatto ambientale di ogni network crypto. Cardano è la prima a muoversi, ottenendo poche ore fa un report completo da CCRI che indica l’impatto in termini di emissioni di CO2, di consumi elettrici, e più in generale di tutti quei fattori che possono essere rilevanti allo scopo di valutare quanto ecologico sia un network crypto.
Dovremo iniziare a fare certamente la conoscenza di questo tipo di report, che con ogni probabilità arriveranno da tutti i network più strutturati e che hanno una presenza anche in forma di Fondazione.
- Come si comporta Cardano secondo il report?
Si comporta più che bene, per quanto il consumo di energia non rinnovabile sia ancora intorno al 70% per il funzionamento del network. Per avere un metro di comparazione, secondo Bitcoin Mining Council con Bitcoin saremmo intorno al 63,1% di utilizzo di fonti energetiche sostenibili, almeno dai miner che vengono tracciati dal loro report.
Cardano potrebbe fare di più in questo senso? Probabilmente sì, per quanto ci sia comunque da segnalare che i consumi complessivi (e non relativi) di Cardano siano estremamente inferiori a quelli del mining Bitcoin, cosa che rende forse la posizione di Cardano – almeno per gli ambientalisti – meno problematica rispetto a quella di BTC.
Il tema ecologico continua a essere molto caldo
Il tema ecologico delle crypto continua a essere al centro della discussione, in questo caso politica e legale, e potrebbe avere degli strascichi anche sul medio e lungo periodo almeno in Europa.
Questo ovviamente a patto che l’hype ESG non si sgonfi. Cosa della quale abbiamo però segnali evidenti: gli investitori – e più in generale il grande pubblico – sembrerebbero essere sempre meno attendi a un trend che in molti hanno percepito come eccessivamente sponsorizzato negli anni passati.
Ma per piacere…. il report di sto…. xD
E’ comunque energia molto più “buttata” di quella di Bitcoin, anche se relativamente poca, perché è una delle tante altcoins fondamentalmente centralizzate (i devs che detengono le “fork keys”, è PoS, ecc) per cui sostanzialmente inutile al di là del marketing/sperimentazioni varie (ma c’è già Ethereum per quelle), o perlomeno molto meno utile e impattante sulla società di qualcosa come Bitcoin.
Consumasse come una lampadina sarebbe comunque cattiva allocazione di risorse.
Ma in ogni caso, come ho sempre detto anche per Bitcoin, in ultima analisi market decides quanto allocare anche in ca***ate: le risorse economiche da direzionare qui o là sono limitate (almeno nel dato arco temporale) e quindi va benissimo e non serve nessun “report” e propagandame/interventismo vario carbonisterico EU con dietro tutt’altre ragioni che poco o nulla c’entrano con l’ambiente.
Rido sempre forte comunque per tutte queste alcoins che tentano in tutti i modi di fare le piacione con la politica, ricevendone generalmente in cambio calci sui denti dai regulators comunque, che tentano di inquadrarle come securities (e le basi giuridiche ci sarebbero tutte).
“per quanto ci sia comunque da segnalare che i consumi complessivi (e non relativi) di Cardano siano estremamente inferiori a quelli del mining Bitcoin”
Certo: mettessero su un database con un 10-15 servers sarebbero ancora inferiori, e sarebbe quasi la stessa cosa 😉