Arriva la sorveglianza totale crypto in Corea del Sud, uno dei mercati più rilevanti su scala globale per le criptovalute e Bitcoin. Secondo un annuncio di FSS, che in Corea del Sud svolte il ruolo omologo di CONSOB, è stato messo in piedi un apparato informatico e di segnalazioni con gli exchange registrati nel paese per monitorare le transazioni sospette.
Non è chiaro ancora che tipo di transazioni verranno flaggate come sospette. Quello che sappiamo è che sarà attivo già dal prossimo 19 luglio e che coprirà circa il 99,9% del trading all’interno della Corea del Sud. Avrà una linea di trasmissione dati tra exchange e FSS dedicata e servirà, almeno nelle intenzioni, a limitare l’utilizzo di cripto per scopi illeciti.
Arriva dunque un’altra stretta, per quanto ricordi almeno da lontano l’applicazione delle norme standard classiche di anti-riciclaggio alle quali in Europa siamo già abituati.
Più sorveglianza per le crypto: è questo il mantra che sta tenendo occupati i massimi vertici della politica della Corea del Sud, paese la cui rilevanza anche su una scala globale per il mercato crypto e Bitcoin è certamente di primo profilo, sia per volumi che per interesse generale della popolazione.
Dal 19 luglio farà il suo esordio un nuovo sistema, che avrà come obiettivo quello di monitorare il 99,9% dei traffici crypto da e per gli exchange che sono regolarmente iscritti a operare nel paese, alla ricerca di transazioni sospette.
Non è chiaro ancora – se non per i termini di legge – quali saranno le transazioni che saranno dichiarate come sospette, così come non è chiaro effettivamente cosa cambierà per gli utenti normali, ma è chiaro al tempo stesso il percorso di una Corea del Sud che conosce bene il ruolo importante che svolge per il settore, e che vuole cercare, di diritto o di rovescio, di imbrigliarlo.
C’è chi la chiama regolamentazione, e chi invece ci intravede gli insopportabili lacci di un controllo statale e politico che poco si sposa con gli ideali originali del mondo crypto. È una tendenza globale (vedi MiCA e vedi leggi AML che sono state estese già altrove a tutti gli operatori) e con i quali, a prescindere da come la si pensi, si dovrà pur convivere.
Probabilmente sì, per quanto mancano ancora all’appello gli Stati Uniti, che pur avendo messo sul tavolo della discussione diversi disegni certamente non ne usciranno con un impianto definitivo entro la fine dell’anno.
Che sia positivo per gli investimenti o meno, saranno i mercati a dircelo nel giro di pochi mesi. Siamo entrati nell’età adulta, che a qualcuno piacerà, ad altri meno, con la convinzione però che certi network sono nati anche per funzionare al di sopra, al di fuori e di contorno da leggi e controlli.
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