Secondo quanto è stato riportato da CoinDesk ci sarebbe un interesse sempre maggiore da parte di società di private equity per le compagnie che si occupano di mining Bitcoin. Tuttavia l’interesse non sarebbe dettato dall’attrattiva appunto di società che sono responsabili per la messa in sicurezza del network, ma dalla loro infrastruttura di produzione di energia.
I miner infatti, come noto, dispongo di infrastrutture di produzione di energia a basso costo, che sono particolarmente allettanti per il settore dell’intelligenza artificiale, che è assetato di energia tanto quanto appunto il mining Bitcoin.
Una situazione che avevamo previsto su Criptovaluta.it e che adesso sembrerebbe passare nel vivo l’intervista esclusiva rilasciata a Win desk conferma quelli che sono movimenti che modificheranno lo scenario del Meaning Bitcoin soprattutto attraverso le società più strutturate del comparto .
Forse è esagerato parlare di attacco: è libera mercato a funzionare così ed è ovvio che con il crescere delle richieste di energia da parte dei diversi protocolli e sistemi di intelligenza artificiale, si sarebbe guardato anche in direzione di quelle società che fanno mining Bitcoin.
Questo perché le società in questione hanno creato negli anni infrastrutture di produzione energetica a basso costo (il costo energetico è di fatto l’unico costo per minare Bitcoin) che ora non possono che fare gola la nascente industria dei servizi basati su intelligenza artificiale.
Core Scientific ha già concluso un accordo in tal senso e probabilmente anche altre società del settore verranno contattate a breve per accordi di questo tipo, che tra le altre cose potrebbero offrire linee di finanziamento che sarebbero più che gradite in una fase di mercato post halving durante la quale i profitti dei miner sono ridotti all’osso.
È certamente è eccessivo parlare di pericolo: i miner Bitcoin operano in un regime di libero mercato e sono liberissimi di fornire energia al miglior offerente.
Vedremo quanti di questi riceveranno delle offerte alle quali sarà difficile dire di no e che quantità di energia verrà di fatto sottratta a questa industria. È sicuramente un segnale, del quale vi avevamo già parlato settimane fa, che cambia soltanto parzialmente lo scenario.
Se ne continuerà certamente a parlare, soprattutto in giornata come quella di oggi che hanno visto i prezzi sui mercati barcollare, mettendo a repentaglio la sostenibilità di business di mining che sono in diversi casi già sulla frontiera della potenziale insostenibilità.
La situazione sembrerebbe essere una di quelle da film di fantascienza di Hollywood. La verità è che però quanto raccontato da Adam Sullivan di Core Scientific è certamente un trend del quale tenere conto per il futuro prossimo di Bitcoin.
Senza fasciarsi la testa prima del tempo. Bitcoin, d’altronde, è nato e prospera proprio facendo affidamento sulla capacità del mercato di rispondere ai cambiamenti.
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