Lo ricorderanno chiaramente molti dei nostri lettori: prima del lancio degli ETF Ethereum, circolò una fake news creata ad arte riguardante l’impegno di BlackRock per un ETF Ripple. Il buontempone che creò la fake news, si spinse fino alla creazione di una società nel Delaware, seguendo quelle che sono le mosse tipiche di BlackRock per il lancio di questi prodotti.
Tutto falso, per quanto comunque si sia continuato a parlare della possibilità che siano lanciati degli ETF su Ripple negli USA. ETF che però per il momento non sono arrivati e che potrebbero arrivare comunque dopo quelli su tante altre criptovalute. Un esempio? Solana, che ha visto VanEck e 21Shares inviare già delle richieste a SEC.
E proprio sul tema Ripple è intervenuto ieri Matthew Sigel di VanEck, che ha indicato quali sono le eventuali problematiche per un ETF che abbia appunto in pancia $XRP.
ETF su Ripple? Tempi ancora poco maturi
Ripple potrebbe dover aspettare un po’ prima di avere un suo ETF, nonostante si tratti di una criptovaluta dalla capitalizzazione importante e che è in top 10 o nei suoi paraggi da anni. A dirlo è Matthew Sigel, che è a capo della divisione crypto di VanEck, che ha così risposto a domanda relativamente precisa.
VanEck è uno dei gestori più attivi in questo spazio, di quelli che hanno già lanciato un ETF su Bitcoin e uno su Ethereum negli USA e che gestiscono diversi anche in Europa. Un player dunque di enorme rilevanza per il settore.
In breve: per pensare a un ETF su un determinato crypto asset non basta solo la volontà del gestore del fondo: serve la partecipazione di tante controparti, un certo status legale e soprattutto l’interesse da parte del pubblico. E sarebbe proprio questo l’ultimo punto che sembrerebbe non convincere, almeno per ora, VanEck. Una questione che comunque rimane temporanea, con le considerazioni che andranno fatte più avanti con il ritorno, si spera, di una certa attenzione sul mondo crypto in generale. Attenzione che per ora latita non solo su Ripple, ma anche su tanti altri asset di questo… comparto.
La soluzione da ETF a “paniere”?
La nostra idea, per il momento, è quella che tanti asset crypto di “seconda fascia” troveranno spazio all’interno di un ETF probabilmente in forma di paniere indicizzato alla capitalizzazione. Prodotti che esistono già in Europa e che, soprattutto nel caso in cui dovesse arrivare un cam io ai vertici di SEC, potrebbero trovare spazio anche negli USA.
Per ora però si dovrà aspettare: c’è in ballo ancora l’ok definitivo a quelli su Ethereum e poi a quelli su Solana. Le cose negli USA, una volta tanto, si muovono molto più lentamente che in Europa.