Coinbase non avrà accesso alle mail – personali e di lavoro – di Gary Gensler. La richiesta di subpoena è stata infatti rigettata dal giudice Katherine Polk Failla, che in quel di New York guida la causa che vede contrapposti il popolare exchange e SEC, l’agenzia di regolamentazione del mercato delle security negli USA.
Coinbase puntava ad avere accesso alle comunicazioni del Commissario principale di SEC allo scopo di individuare discrepanze tra le dichiarazioni pubbliche, quanto intercorso negli incontri privati e le comunicazioni interne all’agenzia. Nel complesso si sarebbe trattato, con ogni probabilità, di un grande colpo per Coinbase, che però dovrà ora cercare altre vie per mettere nell’angolo Gensler.
Tutto questo avviene in un momento molto complicato dei rapporti tra agenzie degli Stati Uniti e mondo crypto, complicazioni che sono dettate anche dall’arrivo delle elezioni di novembre, con almeno uno dei due schieramenti che sembrerebbe essere deciso a schierarsi a favore del mondo crypto e Bitcoin. Puoi commentare questa notizia e ricevere contenuti esclusivi sul nostro Canale Telegram. Entra per partecipare alla crescita della nostra community!
Coinbase avrebbe tirato troppo la corda, almeno secondo il giudice Katherine Polk Failla di New York, la quale ha rigettato la richiesta da parte di Coinbase di accesso alle e-mail di Gary Gensler, a capo dell’agenzia SEC.
Il contesto è quello dell’ormai lunga causa legale avviata da SEC, che contesta all’exchange di criptovalute, tra le altre cose, di aver venduto delle security non registrate.
Obiettivo della richiesta di SEC era quello di ottenere le comunicazioni interne di Gary Gensler – e anche quelle precedenti all’era in cui è stato a capo di SEC – per mostrare durante il processo i diversi cambi di passo e tutti gli atteggiamenti non esattamente lineari tenuti dall’agenzia nel corso degli ultimi anni.
Sarebbe una richiesta di dati eccessiva rispetto allo scopo e che tra le altre cose finirebbe per includere anche le comunicazioni private di Gary Gensler, non inerenti al tema del contendere nel processo.
Il giudice è apparso relativamente risentito, segnalando come abbia trovato la richiesta poco consona e soprattutto in deficit di credibilità per lo staff legale di Coinbase.
Assolutamente no. È più che normale che non tutte le strategie difensive riescano con il buco. Sarà un processo lungo, complicato e che sarà comunque di enorme importanza per tutto il settore. Un settore che deve fare i conti con una SEC che continua a essere estremamente aggressiva e che continua tra le altre cose a portare a casa delle importanti sconfitte.
Sconfitte che però talvolta causano comunque problemi ai progetti crypto che vengono colpiti dalle indagini dell’agenzia. Una situazione, questa, che dovrà essere risolta a livello politico negli USA, probabilmente nel corso dei prossimi anni.
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