La CONSOB è stata chiara: “Il trading online non è un videogioco!”. Qualche giorno fa l’ente di vigilanza sui mercati finanziari è tornata a mettere in guardia i risparmiatori sui rischi derivanti dalle offerte, promosse sui social media e sulle pagine web, di tutte quelle attività che presentano il trading online come una sorta di “videogioco” con simulazioni e proponendo sfide a premi per gli utenti che vi partecipano.
E così, in queste ore se digitiamo la parola “trading online” su google possiamo trovare decine e decine di articoli che riprendono queste parole, anche su Google News e numerose testate di settore, sia nazionali che locali.
Personalmente mi occupo di trading online dal 2012, e in questi anni ho impiegato tutte le mie energie nella lotta al falso trading online, spesso ricevendo anche minacce e attacchi alle operatività dei miei siti gestiti, compresa anche questa testata giornalistica. Il trading online di crypto e di altri assets finanziari, come da sempre diciamo, non è un gioco e credo sia un dovere etico e morale, per coloro che sono in questo settore, affermare a gran voce questa fattispecie. Senza mai aver paura di stancare, perchè un’informazione per pubblica utilità non è mai sbagliata. E andrebbe fatto non solo quando lo dice consob.
Purtroppo assistiamo invece a giornali online, sia nazionali che testate locali, che vendono spazi pubblicitari e articoli promozionali, a società truffaldine al fine di pubblicizzare offerte non legali. Come possiamo pensare di combattere, attraverso una sana divulgazione, le truffe di trading online, dando enfasi alle parole di CONSOB (quando emette comunicati come quello di qualche giorno fa, ndr), se non iniziamo anche a punire gli editori che pubblicano questa roba?
Il trading online è una rapina? Certamente si, se si utilizzano piattaforme di trading online non regolamentate, e si da retta ai migliaia di video fake che ogni giorno vengono pubblicati su Facebook ed altri social media. Mi riferisco ovviamente ai video di deep fake, ovvero quelli che mostrano noti personaggi famosi, che affermerebbero quanto sia facile guadagnare denari con determinate piattaforme… ovviamente finte!
Attraverso un rodato sistema truffaldino, una volta aperto un conto presso queste piattaforme, all’ignara vittima gli viene proposto un investimento iniziale di soli 250€, dopodichè le piattaforme inizierebbero a produrre soldi in modo passivo… questo secondo quanto promettono. Mostrano quindi guadagni truccati, spingendo il malcapitato di turno a depositare altri denari, per poi mostrare guadagni ancora più incredibili. La truffa si esaurirà nel momento in cui il truffato capirà che oltre una costante ricerca di denaro, altre cose non funzioneranno, come i prelievi. Ecco, questa è una rapina, ma col trading online di crypto legale, NON HA NULLA A CHE FARE.
Consob ovviamente si riferisce a queste “scappatoie” truffaldine quando parla di videogiochi di trading online, che nulla hanno a che fare con chi specula sui mercati finanziari mediante piattaforme trading online affidabili e regolamentate a livello internazionale e che mettano in guardia i propri clienti circa le possibilità di perdere denaro mediante trading di derivati e strumenti finanziari complessi (come possono essere i CFD o la volatilità dei cryptoassets, ndr).
Penso sia un bene, quando si parla in questi termini, spiegare la differenza tra falso trading online e tutto il resto. E soprattutto, sarebbe ancora più in bene, accendere i riflettori nei confronti di chi ogni giorno rincara la dose, pubblicizzando come se fosse nulla, questa roba. La cosa che più fa sorridere è che, magari, sono proprio gli stessi che in queste ore hanno anche ripreso le parole del comunicato di CONSOB.
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E' vero, si dice giocare in borsa ma il trading non è un gioco ma un vero e proprio lavoro e poi di creduloni ne nasceranno sempre ed è per questo che certe piattaforme truffaldine non smetteranno mai di esistere. In un futuro non troppo lontano l'intelligenza artificiale sarà in grado anche di prevedere il futuro e suggerirci in anticipo su quali titoli o cripto puntare e le banche che offriranno per prime questi servizi saranno sempre un passo avanti rispetto agli altri a meno che non li tengano esclusivamente per gli interessi loro e di pochi altri privilegiati.