Larry Fink è a capo di BlackRock, il più grande gestore di capitali al mondo. E ha ammesso pubblicamente di aver fatto inversione a U su Bitcoin. Dopo essere stato a lungo scettico, ora è al 100% schierato pro-Bitcoin e crypto. Ed è tornato a ammetterlo in diretta su CNBC, con una dichiarazione d’amore che forse va oltre quelle dei più fervidi sostenitori di BTC.
Un asset sul quale investire quando ci si fida poco delle istituzioni – scarsa fiducia che secondo Fink sarebbe almeno in parte giustificata – e più in generale un asset che è più che legittimo e che dovrebbe far parte di ogni portafoglio.
Abbiamo condiviso in anteprima il video sottotitolato in italiano delle esternazioni di Larry Fink sul Canale Telegram di Criptovaluta.it. Entra per essere sempre aggiornato su tutte le novità che riguardano il mondo crypto!
È una dichiarazione d’amore a tutti gli effetti. E difficilmente vedremo un uomo così rilevante nel mondo della finanza tradizionale parlare in questi toni di Bitcoin.
E a dire il vero difficilmente vedremo qualcuno di questo calibro – almeno ancora una volta nel mondo della finanza classica – ammettere di essersi sbagliato.
Certamente sì. Dopotutto BlackRock sta vendendo un ETF su Bitcoin che è quello che ha più successo al momento sul mercato e da questa vendita ricava commissioni. Che non saranno laute, ma che sono comunque profitti per il gruppo.
Per quanto si debbano prendere con le pinze le conversioni repentine – almeno per chi guarda alle vere motivazioni di certe dichiarazioni – rimane un evento di grande importanza, sia per il palcoscenico (che è quello di CNBC, seguitissimo network finanziario) sia per il pubblico, che è fatto in larga parte da investitori vecchia scuola.
Le dichiarazioni di Larry Fink sono ancora più notevoli se messe a confronto con quanto affermato dal capo di Bankitalia Fabio Panetta – che ha confermato un punto di vista assai duro contro Bitcoin e anche Ethereum.
Bitcoin che non sarebbe moneta e che non sarebbe, secondo il capo della Banca Centrale Italiana, neanche un asset, ma semplicemente speculazione.
E chissà se tra questi potremo scrivere in un prossimo futuro anche Fabio Panetta, che magari proprio come Larry Fink finirà per convertirsi dopo aver capito l’importanza di Bitcoin come asset e anche come strumento di libertà per tutti gli esseri umani.
Di tempo ce n’è: Bitcoin ha soltanto 15 anni e ne avrà ancora tanti per penetrare i cuori più duri e più resistenti alle alternative e al cambiamento.
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