Tra gli indicatori più recenti, rispetto a pietre miliari dell’analisi tecnica che hanno ormai anche 40 e 50 anni, troviamo il Relative Vigor Index (RVI o RVGI). Questo indicatore è stato sviluppato da John F. Ehlers nel 2001, ed è stato pubblicato e presentato alla comunità dei trader nel suo libro “Rocket Science for Traders“, edito solo in lingua inglese.
Ehlers è un ingegnere elettronico diventato analista tecnico e trader molto prolifico a livello di indicatori tecnici avanzati. Il libro citato utilizza tecniche DSP (elaborazioni dei dati come volumi e prezzi), per analizzare i segnali digitali dei mercati finanziari. Propone una serie di indicatori tecnici avanzati, come il filtro Roofing, il filtro Laguerre e l’indicatore Fisher Transform, oltre al RVI.
La traduzione letterale in italiano, “indice di Vigore Relativo”, suona male. Il RVI è un indicatore di momentum utilizzato per valutare la forza di un trend e potenziali inversioni di tendenza. Risulta particolarmente utile per identificare le fasi di mercato in cui una crypto o un asset sta guadagnando o perdendo vigore.
Rientra in quella categoria di leading indicators o indicatori anticipatori, che valutano la velocità delle variazioni di prezzo nel tempo.
Nel suo Relative Vigor Index, Ehlers ha scelto di misurare la forza del movimento del prezzo, confrontando il prezzo di chiusura e il prezzo di apertura, con l’intervallo di prezzo massimo e minimo per un certo numero di periodi. Questo rapporto è quindi smussato con una media mobile.
Se pur concettualmente semplice, la formula ha una serie di calcoli abbastanza macchinosi, che per semplicità rappresentiamo così, dividendola in due parti:
RVI = [(Chiusura – Apertura) / Range del Giorno (Massimo – Minimo)]
Al ratio così ottenuto si applica poi la media mobile a n periodi e si ottiene così il relativo valore del RVI.
La logica alla base del Relative Vigor Index si concentra sull’idea che i prezzi di chiusura tendono a essere più alti rispetto ai prezzi di apertura nei mercati rialzisti e più bassi nei mercati ribassisti. Questo concetto è tradotto matematicamente per fornire un indicatore che misura la forza del trend attuale.
Al RIV viene affiancata graficamente una media mobile del RVI stesso detta linea del segnale, che permette un altro filone di interpretazioni.
Il RVI viene interpretato allo stesso modo di oscillatori come il MACD, il Relative Strength Index (RSI) e lo Stocastico. Inoltre a causa del suo acronimo può essere confuso con il Relative Volume Index, infatti numerose piattaforme indicano il Relative Vigor Index con l’abbreviazione RVGI, come Trading View.
I due impieghi più classici di questo indicatore sono per identificare delle divergenze o con i crossover della linea del segnale. Inoltre, può essere utilizzato come indicatore di conferma in una strategia di trend following.
Divergenza rialzista: il prezzo forma minimi più bassi, ma il RVI forma minimi più alti, il che suggerisce un possibile indebolimento del trend ribassista e inversione up.
Divergenza ribassista: il prezzo forma massimi più alti, ma il RVI forma massimi più bassi, il che suggerisce un possibile indebolimento del trend rialzista con inversione ribassista.
RVI crossover: la prima linea, spesso in verde, è conosciuta come linea RVGI mentre l’altra, usualmente rossa, è la linea di segnale. Un segnale di acquisto si ha quando le due linee effettuano un crossover dal basso verso l’alto. Viceversa, un segnale di vendita si ha quando le due linee effettuano un crossover verso il basso.
Il Relative Vigor Index è un indicatore di momentum utilizzato per valutare la forza di un trend e potenziali inversioni di tendenza. Rientra tra i leading indicator, cioè quelli anticipatori di segnali. La sua logica si basa sull’idea che i prezzi di chiusura tendono a essere più alti rispetto ai prezzi di apertura nei mercati rialzisti e più bassi nei mercati ribassisti. Può essere utilizzato per individuare divergenze o segnali di ingresso con il crossover della linea del segnale. Inoltre, è adatto anche ad essere un filtro per conferme di trend.
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