L’evento degli eventi si è consumato ed entrerà di diritto nella storia tanto di Bitcoin quanto in quella delle elezioni statunitensi. Donald Trump ha intrattenuto il pubblico per circa 1 ora al Bitcoin 2024, facendo promesse e cercando di solleticare il pubblico per portarlo alle urne.
Tutto secondo programma, per quanto fosse stato in larga parte già scontato dai mercati. Ok al mining, libertà per Ross Ulbricht (che con Bitcoin c’entra parecchio), licenziamento di Gary Gensler, no al dollaro digitale e anche un’apertura degli USA alle riserve in Bitcoin, per quanto forse in modo diverso da quanto si aspettasse il pubblico.
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Il discorso ha tenuto impegnato il pubblico per 48 minuti, che sono stati però non tutti dedicati a Bitcoin. C’è stato spazio per attaccare direttamente Kamala Harris anche sul tema del debito e della spesa pubblica, in un intervento fiume che è stato pensato per fare quello che serviva a Donald Trump: cercare di attirarsi simpatie che si convertiranno, potenzialmente, in voti.
C’è stato spazio per parlare di Gary Gensler. Il capo di SEC è l’uomo simbolo dell’attuale amministrazione nella lotta al mondo crypto. Trump vorrebbe licenziarlo appena possibile.
La questione agenzie federali è però più complicata di come l’ha messa Trump. Gary Gensler ha infatti un mandato valido fino al 2026. E sarà difficile farlo metaforicamente fuori, a meno che lo stesso Gensler non decida di farsi da parte di fronte alla vittoria di un presidente che gli è così ostile.
Niente dollaro digitale. Nessuna novità su questo fronte, perché già in passato Donald Trump aveva confermato la sua netta opposizione a questa possibilità.
Qui non dovrebbero esserci problemi: il Partito Repubblicano è fortemente contro il dollaro digitale.
Patriottismo, per il mining. L’industria è presente in modo capillare negli USA, pur avendo ricevuto attacchi costanti da politici del Partito Democratico. L’intenzione di Donald Trump è quella di tutelare l’industria e di rendere gli USA la culla naturale di queste attività. E lo ha detto dicendo che Bitcoin andrà to the moon (in termini di prezzo) e che lo farà… dagli USA.
Anche qui l’atteggiamento della Casa Bianca può spostare equilibri importanti.
In caso di vittoria, la crociata anti-crypto del governo federale degli Stati Uniti si potrà considerare chiusa dal primo giorno, secondo quanto affermato, ancora una volta, da Donald Trump.
Anche qui, nulla di sospetto o di impossibile da ottenere se Trump dovesse vincere le elezioni.
Ovvero alla politica non ufficiale di esclusione delle attività Bitcoin e crypto dal circuito bancario. E per evitare che questa operazione vada avanti, Trump vorrebbe istituire un Consiglio del Presidente dedicato a Bitcoin e Crypto, che si occupi anche di consigliare regole che siano chiare e giuste.
Aperture agli stablecoin, che è forse la posizione più curiosa di quelle dichiarate da Donald Trump, che ha affermato che serviranno a tutelare la supremazia del dollaro. Un ragionamento, questo, che circola tra gli addetti ai lavori da qualche tempo. E che dati alla mano è corretto.
Donald Trump ha anche promesso di rendere gli USA il paese con i più bassi costi energetici al mondo (lo farà tramite l’autorizzazione di trivellazioni per il petrolio ovunque sia possibile, dice). Energia che potrà essere utilizzata per rendere gli USA leader nel mining.
La risposta, almeno a credere alle promesse elettorali, è affermativa. Donald Trump ha un piano per permettere allo stato federale di detenere Bitcoin.
Ha parlato dei Bitcoin che gli USA già posseggono in quanto sequestrati all’interno di procedimenti penali. Ci sono, è vero (il grafico segnala tutti quelli pubblicamente noti) circa 207.000 Bitcoin che sono di proprietà degli USA.
È circa l’1% della supply totale di Bitcoin, per quanto ci sia un piccolo problema nel piano di Trump. Una parte rilevante di quei Bitcoin, circa 95.000, appartengono in realtà a Bitfinex e gli dovrebbero essere restituiti. E ci sono situazioni simili anche per la parte rimanente.
La questione riserve è stata, almeno tra quelli della vecchia guardia Bitcoin, la più discussa e contestata. Per il grande pubblico però, la dichiarazione che ha avuto maggiore circolazione è l’intenzione di non vendere questi Bitcoin. Ammesso che si possa fare, domanda che si sono posti però in pochi.
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