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Paolo Ardoino su stablecoin e MiCA: “meglio chiarezza che aggirare le regole”

Paolo Ardoino parla con la redazione di Criptovaluta.it di MiCA, stablecoin e...
6 mesi fa
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Esclusiva Criptovaluta.it®USDC è per il momento l’unico stablecoin che ha ricevuto l’ok in Europa, nel contesto delle nuove regole del MiCA. Un ok che arriva però in modo particolare – e del quale le autorità non avevano parlato granché in dettaglio. Come abbiamo spiegato qui, le riserve tra gli USDC emessi negli USA e quelli emessi in Europa saranno di fatto congiunte.

Una gestione che Circle – la società che emette USDC – ci conferma essere in linea con le richieste delle autorità europee e che però almeno a nostro avviso apre a diversi interrogativi che riguardano l’effettiva utilità del MiCA, se l’obiettivo è effettivamente quello di proteggere gli utenti imponendo riserve in Europa e secondo certe ripartizioni. Abbiamo chiesto un’opinione a Paolo Ardoino di Tether, che è leader del settore nonché principale concorrente di USDC.

Tether, che ha superato da tempo i 100 miliardi di capitalizzazione, non ha ancora raggiunto un accordo ed è stata la società più critica del nuovo impianto. E le cose, nonostante l’arrivo dell’ok per USDC di Circle, non sono cambiate granché.

Paolo Ardoino, Tether e il MiCA

Non potevamo che chiedere al CEO di Tether, il più importante stablecoin al mondo per capitalizzazione, cosa ne pensasse dell’ok a USDC e delle modalità tramite le quali sarà garantito.

La MiCA ha dei requisiti ben precisi. Le riserve derivanti dalle issuance verso clienti europei devono rimanere in banche Europee. Fino al 60% di questa parte di riserve dovrà essere tenuta in depositi bancari (praticamente non assicurati). Secondo me il regolatore europeo non sarà troppo contento se degli stablecoin che dicono di avere la licenza in Europa tengono tutto in banche americane.

Paolo Ardoino, CEO di Tether

Il riferimento è al fatto che ad oggi (e molto probabilmente in futuro), il grosso delle riserve di USDC rimarranno, per ovvi motivi, negli USA. Le emissioni richieste all’entità USA di Circle sono molto più importanti per volumi e non vi è nulla che potrà cambiare in futuro il rapporto fortemente sbilanciato tra depositi negli Stati Uniti (e dunque fuori dal raggio del MiCA) e quelli effettivamente in Europa. Paolo Ardoino ha pi aggiunto:

Coprire i redeem europei con l’azienda US va bene. Ma se hai clienti EU che fanno issuance di billions, quei soldi dovranno rimanere in Europa. Tether preferisce avere chiarezza e non cercare strade per aggirare le regole.

Paolo Ardoino, CEO di Tether

Un sistema che (non) funziona? Le nostre considerazioni

Dovrebbe essere interesse di tutti, aggiungiamo noi, avere un dibattito pubblico sulle modalità di gestione degli stablecoin nell’Unione Europea.

Le regole sulle riserve, peggiorative rispetto a quanto accade oggi in assenza di regole altrove, sono state spacciate per unica modalità per offrire ulteriori garanzie agli utenti europei. Utenti europei che però si troveranno – e anzi si trovano già – a utilizzare stablecoin le cui riserve (pur in presenza di ok da parte delle autorità), sono in larghissima parte negli Stati Uniti.

Gianluca Grossi – Caporedattore Criptovaluta.it

Delle due l’una: o le modalità di riserva imposte dall’UE sono necessarie per tutelare gli utenti, oppure detenere negli USA ciò che fa da backing agli stablecoin è ok, anche se con modalità al di fuori dei limiti imposti dal MiCA.

Una domanda che abbiamo girato anche a Stefan Berger, euro-parlamentare che è tra i padri del MiCA. Per ora non abbiamo ricevuto risposta.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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