Un’altra giornata di passione. Agosto si apre con una doppia giornata da incubo non solo per il mercato crypto, ma anche per i mercati classici. Già al mattino, con la pessima performance delle borse europee, ha iniziato a spirare un vento che non era un granché per quanto riguarda i mercati cosiddetto di rischio.
Bitcoin tiene a fatica sopra i 63.000$. Ethereum galleggia con sforzo sopra i 3.000$. Il settore altcoin è l’ennesima ecatombe di un agosto che piace poco, anzi pochissimo al mercato crypto e anche al mercato azionario.
Facciamo il punto della situazione e cerchiamo di analizzare il perché di questi movimenti. Movimenti poco piacevoli per il mercato crypto, ma che non cambiano granché i fondamentali entro i quali si sta muovendo il mercato.
Il quadro è poco edificante, ma come si era soliti dire fino a qualche tempo fa, mal comune… mezzo gaudio. Se gli investitori in criptovalute piangono, quelli delle piazze tradizionali certamente non ridono.
NASDAQ Composite perde il 2,40%, S&P 500 perde il 2%, il petrolio perde il 3%. È il segnale che la paura riguarda la crescita economica futura – di cui il petrolio è spesso un buon termometro – e che siamo in piena modalità risk off. Il che vuol dire una fase dove ci si cerca di liberare di asset ritenuti maggiormente rischiosi, per orientarsi verso asset possibilmente con rendimento ma… meno rischiosi.
bitcoin
I dati si riferiscono al passato e non sono indicatori di risultati futuri.
Il movimento in questione non è visibile soltanto dalle quotazioni di Bitcoin e Ethereum, ma anche dall’andamento dei rendimenti dei bond.
I mercati sono preoccupati – e non hanno alcun motivo di ottimismo. O meglio, il motivo di ottimismo (l’arrivo dei tagli) è stato pienamente scontato.
In aggiunta, i dati che sono arrivati dal mercato del lavoro raccontano di un rallentamento forse ben peggiore di quel ritorno in equilibrio di cui aveva parlato Jerome Powell durante la conferenza stampa dell’ultimo FOMC.
È anche vero che con il caldo, come ricordano i telegiornali, sarebbe sempre buona cosa indossare un cappellino per proteggersi dal sole e rimanere sempre ben idratati. Questo perché con il PIL al +2,8% negli USA parlare di imminente recessione non è necessariamente da escludersi, ma neanche da prendere come verità assoluta e incontrastabile.
Da qui a metà settembre ci saranno almeno una ventina di dati importanti che potrebbero aiutarci a capire cosa sta succedendo. E ricordiamo inoltre che non è neanche escluso che Federal Reserve intervenga con un taglio da 50 punti base. Cosa che sarebbe un pessimo segnale, ma che potrebbe alleviare, con tutto il lag del mondo, la situazione attuale.
Certo è che il periodo è quello che è – e chi non ama certi stress – potrebbe decidere di andarsene in anticipo in vacanza.
Per il resto, Bitcoin, Ethereum e il resto della baracca pagano un prezzo non per colpe proprie. Ma i mercati sono anche questo.
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